L'Olimpia batte un colpo, balla il flamenco col Valencia
L'Olimpia va in scioltezza sin dal primo quarto, il Valencia esce a testa bassa dal Forum
Un sollievo per i biancorossi, l'Olimpia conquista un successo che finalmente smuove la sua classifica. Lo fa a valanga contro un avversario che, sebbene fosse apparso come uno dei più brillanti rivali in quest'inizio di stagione, è l'ombra di sé stesso. Acciaccato e smarrito, il Valencia perde 83-52.
Il racconto della partita arriva nella consueta struttura per punti di Eurodevotion.
L'inizio delle stelle
L'inizio è già estremamente eloquente. Milano non ha bisogno di eccellere, le basta eseguire, nel mentre che gli ospiti trovano enormi difficoltà offensive, orfani del loro leader Chris Jones.
A parte alcune imbeccate dal post alto a servire backdoor firmate da Inglis, la squadra di Mumbrù non trova smalto e realizzazioni, dall'altro lato l'Olimpia guadagna fiducia. Il pallone nelle mani di Nikola Mirotic riceve un massaggio shiatstu di eccellenza impareggiabile.
L'ex Barça è abbagliante e propizia la fuga dell'Olimpia, quasi da solo. I suoi sono colpi di un flamengo in salsa montenegrina, che lo porteranno a ben 14 punti nel solo primo quarto.
Le scarpette rosse si nutrono dell'individualità del loro 33, ma cominciano anche a muovere bene il pallone, a esaltarsi in difesa e quindi a gioire in attacco. È Flaccadori a mandare in paradiso i suoi con la bomba dall'arco, la sua è la sublimazione del +9 nel primo quarto.
La squadra di Messina domina a rimbalzo e cresce in convinzione e condivisione delle proprie iniziative. Tonut è un grandissimo protagonista di questa fase, furioso in difesa e rapace in attacco, dove capitalizza i ribaltamenti di fronte punendo dalla lunga.
A inizio secondo quarto i padroni di casa veleggiano dopo un 12-0 verso un dirompente 28-12. Le cose appaiono già qui fin troppo chiare.
Difese, reazioni e alluvioni
L'Olimpia quindi ormai allunga, ma Valencia continua a sbattere su una scarsa vena offensiva e, soprattutto, dimostra pochissimi antidoti difensivi. Uno spaesamento e un'inefficacia tali che appaiono incredibili, quando parliamo di quella che fino ad oggi è stata la miglior difesa d'Europa di quest'inizio di stagione.
I taronja però ci provano, forse nell'unico vero tentativo di ripresa della gara, prima un giro di valzer di Brandon Davies, poi una tripla di Semi Ojeleye riaccorciano le distanze. L'Olimpia sbaglia qualche attacco in fila, ma tutto questo non è sufficiente. Poco dopo è Mirotic che di nuovo sbeffeggia la retroguardia valenciana e anche il primo tempo si chiude con la netta supremazia biancorossa.
Dopo l'intervallo, è un inizio di pura prepotenza milanese, le scarpette rosse mettono in chiaro le cose, con tanto di derapata di Alex Poythress sul ferro che disegna il punto esclamativo. Valencia è sommersa dalle difficoltà e stenta a mostrarsi volitiva o propositiva. I volti delle due contendenti sono gli stessi del primo tempo.
Da lì in poi, la partita è di un'incredibile placidità, non offre variazioni sul tema. Sono diventati 30 i punti di divario, la gara è stata spaccata in due definitivamente e l'Olimpia veleggia verso la sua seconda vittoria stagionale in Eurolegue.
Valencia Mr.Hyde, l'Olimpia lenisce le ferite
Per un sincero amante della pallacanestro, è stato un peccato vedere un Valencia che tanto aveva ben impressionato in una versione così sciapa e scialba. In assenza di Jones, non c'è chi ha saputo prendere in mano l'attacco, nè un debilitato Jovic, nè un confusionario Harper.
È vero che c'erano delle assenze, però una così marcata arrendevolezza difensiva contro un attacco che non ha mai incantato particolarmente, mi ha stupito. Lo abbiamo chiesto a Mumbrù il perché, lui ha parlato di una generica difficoltà imposta dalle assenze nell'implementare la switching defense valenciana.
Un'altra cosa che è mancata è stata l'uso del post-up come risorsa offensiva, un altro carattere dei brillanti taronjas di queste settimane. Forse c'è stata difficoltà a cercarlo contro i quintetti alti e fisici di Milano.
E veniamo all'Olimpia quindi, la squadra ha dato un bel segnale, risollevando il morale e la classifica e vantando una fluidità offensiva rara quest'anno. L'ha fatto contro un avversario che impone tutt'altre prove di valore.
Vincere è sempre vincere. Vincere dopo aver perso tanto, è vincere ancora di più. La forma dell'avversario e l'immutato buco in regia rendono la strada ancora lunga
17/12 è un assist-to-turnover ratio molto buona per quello che abbiamo visto quest'anno, Lo e Flaccadori hanno mostrato cose incoraggianti, tuttavia finché questa squadra non avrà un playmaker, un vero creatore di vantaggi, queste vittorie non potranno che essere un fuoco di paglia. Se l'obiettivo è vincere e non vivacchiare, almeno.
E il rischio in questi termini è che questo trionfo sia proprio come la vittoria contro il Valencia un anno fa, un'illusione.
Photo credit: Olimpia Milano Facebook, olimpiamilano.com