L’Olimpia saluta il 2022 con uno smagliante sorriso

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Si chiude con una convincente vittoria il 2022 dell’Olimpia, Valencia esce con le ossa rotte dal Forum

L’Olimpia trionfa per la terza volta consecutiva, la seconda in casa, grazie ad un successo deciso e decisivo contro il Valencia. La rinascita delle scarpette rosse prosegue, con il consolidarsi di molti segnali positivi, in una gara condotta per la quasi totalità dei 40 minuti.

I taronja, a Milano senza Chris Jones, continuano a dimostrarsi squadra difficile da decifrare e chinano la testa per 90-79.

Olimpia vince - Eurodevotion

Cerchiamo come al solito di rivivere i passaggi chiave della serata, inquadrandoli nella puntuale analisi a firma Eurodevotion.

Le nuove costanti biancorosse

E’ chiaro che finalmente l’Olimpia abbia trovato un passo diverso, più che altro che abbia finalmente un passo deciso. Sa chi è, o per lo meno chi vorrebbe essere.

Questo conta molto, ed è forse la più grande differenza con l’EA7 di solo qualche settimana fa.

Fermo restando che esistono innumerevoli margini di miglioramento, ci sono dei tratti che diventano riconoscibili.

La capacità di resilienza nei momenti difficili si è presentata di nuovo, sta crescendo con la fiducia di squadra e ieri è stata resa necessaria prima dalla impropria consuetudine di mollare un po’ il freno sull’acceleratore a fine secondo quarto, poi dai ripetuti tentativi di rientro del Valencia nel secondo tempo. Qualche rischio, non una così salda gestione del vantaggio, ma una leadership mantenuta senza cadere mai dalla sella.

Offensivamente la squadra caratterizza poi i suoi momenti migliori con il giusto pragmatismo, con l’utilizzo di una manovra bilanciata e razionale che trovi soluzioni vicino a canestro in primis, ampliando la sfera d’azione di conseguenza al gioco da fuori. Non serve il 7 second or less per produrre un attacco efficace, l’espandersi degli span di saggezza offensiva è un dato indubbiamente incoraggiante.

Baron e Davies. E no, non stiamo parlando del cestista cult ex Warriors, ma della coppia di stelle che sta risollevando Milano. I due sono oggi i fari dell’Olimpia. Le spalle su cui piangere, le stelle polari cui rivolgersi, i dispensatori di sogni biancorossi.

Il Barone rampante ha in mano la squadra e l’ambiente, è nobile guida e primus inter pares. Ieri sera quando è entrato in partita lui, è entrato in partita il Forum ed è cominciato l’attacco dell’Olimpia. E’ in un momento di grazia sublime, le sue triple “nascono da meccaniche divine”. “Un rapimento mistico e sensuale” da 22 punti (4/9 da tre)…

Davies è fulcro di gioco, sempre più dentro alla squadra emotivamente e tecnicamente. Il mid-range, che sia per sfoderare il suo jumper, per completare uno short roll, per imboccare un tagliante, è il suo regno. Ancora una prova rilevante dal punto di vista degli assist (6), che insieme ai 17 punti e al dialogo con il pubblico, ne fanno un protagonista indiscusso di serata.

E arriviamo al punto ulteriore e conclusivo, appunto, quello del Forum. Che non sarà la Bombonera, è chiaro, ma ha sposato la causa di questa disastrata Olimpia fino in fondo e sta cercando di risollevarla e di risollevarsi con lei.

Continuità nella costanza, perseveranza nella persistenza, per sperare nel 2023 migliore possibile.

Olimpia, il ritmo e “gli altri”

La vittoria di ieri sera è anche e soprattutto una prova di buona qualità offensiva, che non è un dato da poco. Di fronte non c’era certo la migliore difesa della competizione, va detto, ma è altrettanto giusto sottolineare una delle migliori riuscite stagionali nella metà campo avversaria.

L’Olimpia ha superato i venti punti in tutti i primi tre quarti e li ha comunque sfiorati (19) nell’ultimo quarto, producendo 90 punti, che sono anche il massimo in stagione in EL. Ricordiamo sempre che i biancorossi sono andati sopra gli 80 solo due volte in questa prima parte di stagione.

L’EA7 è stata brava, come abbiamo raccontato sopra, a gestire il pallone, condividerlo, attaccando pazientemente. Ma si è anche e soprattutto dimostrata efficace, contraddistinguendosi in una ricerca reiterata di una maggiore velocità di entrata nei giochi, che ha limitato di molto quel ristagnare di idee sui 24” tipico delle peggiori edizioni dell’Olimpia.

Niente siccità offensive improvvise, niente blocchi insuperabili, pochissime azioni concluse sul termine del cronometro.

Forse anche condizionato da un avversario che gioca solitamente su ritmi più elevati, e anche concedendo nel primo tempo qualcosa alla tenuta difensiva, che è stata un po’ morbida anche sugli esterni del Valencia, c’è in questo elemento un viatico importante per l’attacco biancorosso. Ancora priva di play fino al futuro rientro di Pangos, ad oggi solo un miraggio, la brillantezza di esecuzione dovrà ancora di salvezza per l’Olimpia.

Chiudiamo con una parentesi sugli ‘altri’, gli atleti che compongono il puzzle attorno ai due citati nel punto precedente. Hall sta ritrovando la solidità che gli confà, laddove si ricostituiscono punti di riferimento dei quali può essere scudiero, Mitrou-Long si appropria del ruolo di ‘scombinatore’, giocando una gara senza eccellere, ma risultando determinante nel primo strappo con la sua mitragliata di triple.

Cabarrot si è un po’ fermato e deve rimodulare il suo ruolo ora che ha perso un filo di centralità, ho grande fiducia nelle sue potenzialità, così come finalmente si è aperto uno spiraglio su Deshaun Thomas. L’ex Bayern ha giocato 11′ solidi e convincenti, parso a suo agio e tornato in una confort zone tecnica schierato da ala grande. Il suo valore lo conosciamo, c’è tempo per tornare a scoprirlo.

Tre vittorie non sono per nulla salvezza, ma finalmente ci sono motivi per sperare. La rincorsa è appena iniziata.

Valencia, o dell’incostanza

Una delle squadre più punto di domanda di questa stagione di Euroleague è proprio quella allenata da Mumbrù.

Vittoria sontuosa a Granada, successo prestigioso con il Barcellona, sconfitta con il Granca, sebbene non sfigurando, e ieri ko non imbelle, ma sicuramente netto al Forum. E non sono certo i primi esempi, ricordiamo tutti il -30 di Bologna, piuttosto che lo scalpo del Pireo ad Atene…

Sono così, irrimediabilmente altalenanti, e sono anche una squadra con una serie di giocatori molto umorali, tuttavia è necessario un passo diverso per lasciare il segno nelle due ardue competizioni cui il Valencia partecipa. Insomma, serve un ruolino di marcia che consenta di andare ogni tanto oltre le due vittorie di fila, cosa sostanzialmente mai accaduta in stagione, se non una volta (3).

La serata di ieri è stata un lungo inseguimento, senza trovare mai una vera soluzione difensiva alle esaltazioni milanesi, seppure in attacco ci siano stati buoni brani di pallacanestro. All’inizio in particolare si è vista pazienza nel condividere la palla, nel secondo tempo si è punita molto bene la difesa meneghina sui cambi nel pitturato, si è servito efficientemente Rivero in qualche caso.

Tuttavia è anche da dire che ci sono stati ampi tratti di gara in cui un commovente Dubljevic (21 punti nel primo tempo! 26 alla sirena con 8/8 da due e 3/4 da tre) ha sostanzialmente predicato nel deserto, e, soprattutto, le percentuali prodotte sono state alquanto scadenti. I taronja hanno sparato a salve per uno striminzito 27,6% dall’arco (8/29).

Senza Jones, Harper ha imbeccato i compagni, ma ha anche forzato eccessivamente, Pradilla è stato mangiato in esperienza da Melli, Puerto ha faticato, così come Radebaugh e Web III. Tutti giocatori su cui si può avere dei dubbi più che legittimi, ma che si sono dimostrati anche in grado anche di tutt’altre prestazioni. Mettere costanza sarà la missione primaria anche del Valencia 2023.

Photo credit: Olimpia Milano Facebook, euroleague.basketball.net

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