Milano regge un tempo. A Monaco, il Bayern supera l'Olimpia nella ripresa
L'Olimpia non è lucida come contro il Pana e resiste nei primi due quarti prima di arrendersi ad un Bayern che cresce alla distanza.
![Risultato finale Bayern Olimpia](https://slyvi-tstorage.fra1.cdn.digitaloceanspaces.com/l135109951688_tml118835099393_13657986261_1738708499865205.jpg)
Nel Round 25, incipit di un fondamentale doppio turno di Euroleague, l'Olimpia Milano cade a Monaco di Baviera sotto i colpi di un Bayern solido che esce alla distanza e dilaga nel finale chiudendo sull'87-70.
La cronaca della partita
L'Olimpia arriva in Germania con qualche effettivo in più, cercando di cogliere l'occasione di agganciare i bavaresi a loro volta senza Napier e soprattutto Devin Booker, una delle note più liete della stagione della polisportiva di Monaco.
L'inizio della partita non è spettacolare. Un trend che continuerà per tutti i 40'. Le squadre sono imprecise, si segna poco. Milano non trova ritmo e a caricarsi la squadra sulle spalle è il solito Leday, vero punto di riferimento del team e sicuramente non timido nel prendersi le responsabilità richieste.
Il Bayern non sembra la squadra di casa. Dal pitturato fatica a segnare ma tale difficoltà diventa un'occasione di rimbalzo, voce statistica che vedrà Milano sotterrata specialmente ad inizio gara.
Edwards non ingrana (chiuderà a 0 il primo tempo), ma il Bayern è bravo a procurarsi liberi (23 a 11 alla fine) e sovrasta gli ospiti a rimbalzo continuando così ad esser efficace. Importante in quella che si profila come una partita, di certo non per palati fini e, verosimilmente a basso punteggio. Alla sirena dell'intervallo una Milano non brillante solleva gli occhi al tabellone e legge 37-36. Un affare. Non tanto perchè il Bayern meriti di più, quanto più per la prestazione mediocre e altamente migliorabile per entrambe.
Il ritorno sul parquet però, è un brusco risveglio. Non passa un minuto che i padroni di casa aggrediscono la partita. Edwards completamente fuori dal match, decide che non è più tempo di attendere la partita. Il prodotto di Purdue segna 12 punti nel solo terzo periodo e fa sfoggio delle sue migliori qualità. Arresti di potenza al ferro, sospensioni elevatissime e accellerazioni fulminee.
Milano ha una mini-reazione del solito Leday (17 alla fine) ma la prima tripla di serata di Edwards, dopo ennesimo rimbalzo offensivo, regala la prima doppia cifra di vantaggio al Bayern. Sarà sufficiente per non voltarsi più indietro. Il terzo quarto sarà dominato e decisivo per i padroni di casa. 31-19 il parziale.
L'Olimpia perde la poca lucidità e precisione, già precaria nel primo tempo, specialmente in attacco e si intestardisce in soluzioni che portano a possessi sterili o palle perse (18 alla sirena) che regalano ritmo al Bayern e trasformano il quarto quarto in un lungo garbage time con vista su Kaunas.
La serata milanese
Amara sicuramente. La perfetta esibizione di giovedì al Forum era ovviamente di difficile replica. Tuttavia si poteva sperare che regalasse un abbrivio migliore per la pur complicata trasferta monegasca, anche visto l'importanza che rivestiva la partita in chiave classifica.
La sensazione è di un'occasione mancata senza esser riusciti a giocarsela per davvero e anzi un secondo tempo che più che rimpianti lascia una fotografia di una Milano testarda e davvero con poca lucidità rispetto al da farsi.
Una tendenza sottolineata dai numeri. 18 palle perse spesso sbattendo contro il muro della difesa di casa arroccata nell'area. 8 soli assist sintomo di una scarsa condivisione e anche di scelte di bassa qualità. Un attacco lento e timido spesso passivo aspettando l'iniziative dei singoli 1vs1.
Leday stesso, efficace nel primo tempo, troppo cavalcato nel secondo, con situazioni sempre ben lette e attese dal Bayern. Umanamente anche lui incappato in un corto circuito di responsabilità.
E più che una brutta serata al tiro, un'assenza di serata al tiro dall'arco, arma che Milano ha spesso usato in maniera sapiente e letale, stasera particolarmente snobbata. Solo 15 tentativi, una miseria in generale e in particolare per una squadra che ne tenta oltre 26 (6 in Euroleague).
Impossibile fare partita pari con questi dati, specialmente se non sono neanche i peggiori. Ovviamente riferendoci al dato dei rimbalzi. 33-23 per il Bayern che prende un solo rimbalzo offensivo in meno dei rimbalzi difensivi milanesi (16-17). Un'enormità, normalizzata nella ripresa, quando però l'attacco di casa ha ripreso a segnare con costanza.
Da notare anche la serata di Shields, spesso fondamentale a supporto del duo Mirotic-Leday, in difficoltà nel riprendere per mano una squadra che rigetta una pallacanestro con tanti palleggi e poco movimento che il danese forse predilige ma a cui si sta anche convincendo a non attingere. Non bene anche Dimitrijevic, non una grande novità. Sprazzi di talento ma un atteggiamento molto remissivo e poco coinvolto.
Tra 48h tornare in campo potrebbe si esser probante ma anche la situazione giusta per un gruppo che spesso ha dimostrato di saper reagire dopo brutte cadute.
![Dimitrijevic e Caruso rialzando Tonut in Bayern-Olimpia](https://slyvi-tstorage.fra1.digitaloceanspaces.com/l135109951688_tml118835099393_288535893205_1738708172845236.jpg)
Le chiavi della vittoria del Bayern
I luoghi comuni sulla solidità tedesca sono triti e ritriti, ma stasera dimostrano che a volte la conoscenza popolare aiuta ad orientarsi. Non la miglior versione del Bayern di Herbert, non la miglior versione di Edwards da quasi 20 di media, ma alla fine una vittoria che significa un totale di 15 stagionali e un assalto respinto per evitare di rientrare nel turbinio della lotta play-in.
In contumacia Napier e Booker, due che hanno un ruolo prominente nelle fortune bavaresi, viene esaltata la struttura di squadra costruita dal coach campione del mondo. E appena Edwards trova finalmente il canestro, il Bayern raccoglie i frutti della capacità di restare sempre nel match anche quando mancano per vari motivi i punti di riferimento primari.
Alla solita partita di sapienza cestistica offensiva di Voigtmann (14) e ai 12 di Edwards (molto sotto media e tutti nel terzo quarto) bisogna aggiungere le prove da copertina di Lucic (16 con 21 di valutazione) e Giffey sempre con 16 e una chirurgica capacità di non apparire pur facendo tante cose utili, per una volta anche tanti canestri.