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Le parole di coach Luca Banchi al termine di Virtus-Asvel Villuerbanne. E' palpabile la soddisfazione della guida toscana per l'operato dei suoi giocatori.

La Segafredo vince una partita da grande squadra e mantiene il podio nella classifica di Eurolega. I bianconeri riescono ad imporsi su Villeurbanne solamente nel finale, al termine di una dura e lunga battaglia, la quale ha visto le Vu nere alzare davvero il livello delle proprie giocate nella seconda metà del quarto quarto.

In sala stampa, la soddisfazione di coach Luca Banchi per l'importante successo è palpabile: la guida tecnica è sorridente e, prima di rilasciare il consueto commento di apertura in inglese, si avvicina al microfono, guarda negli occhi tutti i presenti, poi, a voce bassa, pronuncia un "Paura, eh?". Ridono tutti, lui compreso, ma non per la sua battuta.

“Siamo molto contenti di questa vittoria" - dice inizialmente coach Banchi - "e del modo in cui l’abbiamo ottenuta, rispondendo come squadra con grande spirito alle avversità e di come non abbiamo permesso a fattori esterni di influenzare la nostra convinzione, è un altro passo per diventare consapevoli della nostra forza come squadra. Abbiamo giocato un quarto quarto importante, combinando la mentalità, l’aggressività, ma anche la qualità delle nostre scelte e la personalità che abbiamo dimostrato per assumerci tali responsabilità nel momento cruciale della partita.” Per gran parte dell'incontro, la Virtus non riesce ad esprimere la sua vera pallacanestro, quella che ha fatto innamorare mezza Europa nel corso del girone d'andata: la costruzione dei tiri è meno fluida rispetto a qualche tempo fa, non tutti gli interpreti vengono sempre coinvolti ed il basket felsineo risulta meno corale. Nella seconda metà dell'ultima frazione, però, quando la Segafredo rischia di scivolare nuovamente in doppia cifra di svantaggio, una lampadina, come per magia, si accende ed illumina le menti di ogni singolo bianconero: le maglie della difesa, allora, si stringono, la pressione sulla prima costruzione dell'Asvel aumenta, le percentuali si alzano ed i leader del club bolognese trovano i canestri della vittoria.

Tra i protagonisti della stagione targata V, fino a questo momento, non si possono dimenticare Hackett e Pajola, metronomi del gioco felsineo, gestori delle operazione con una grande passione per la difesa e la cabina di regia. In conferenza stampa, coach Banchi li elogia, in seguito alla sua scelta di farli coesistere sul parquet nel momento decisivo del match per alzare l'energia e l'efficacia su entrambi i lati del campo: “Sono stati bravi a dare efficacia al nostro attacco. Abbiamo comunque spinto l’Asvel a giocare 30 minuti di altissima qualità, la loro difesa ci ha oggettivamente oscurato il canestro provocando tante palle perse, intercetti e palloni che in qualche modo hanno tolto fiducia e ritmo al nostro gioco. Il numero dei tiri liberi testimonia le difficoltà che abbiamo avuto e un metro arbitrale oggettivamente non equo per buona parte della gara. Siamo stati fermi e decisi, Pajola e Hackett molto bravi negli ultimi 10 minuti quando l’intensità della loro difesa è un po’ calata ad attaccare il ferro. Questo atteggiamento difensivo è nel loro DNA, ma penso che anche in attacco abbiano fatto cose importanti, per dare equilibrio a quintetti anonimi.” Al di là del commento di Luca Banchi sulla gestione arbitrale dell'incontro, ciò di importante che emerge dalle parole della guida toscana è l'apprezzamento nei confronti dei suoi due playmaker e la dichiarazione riguardo la prima parte di gara: le Vu nere non hanno avuto successo nel difendere le proprie plance, Villeurbanne ha conquistato troppi tiri liberi, ma, sopra ogni dettaglio, la differenza, nella prima fase dell'incontro, l'ha fatta la "rym protection" di Asvel, la quale ha provocato tante palle perse e troppi attacchi sterili della Segafredo.

E ancora su Daniel Hackett: “Ho imparato a conoscerlo nel tempo, dà dimostrazione di essere un giocatore speciale. L’ho sempre definito un gamer, mi è piaciuto averlo nelle mie squadre perchè ha questo istinto per cercare costantemente il modo per aiutare la squadra, con la sensazione che metta sempre al primo posto il bene comune. Ha delle caratteristiche che gli permettono, sia nella metà campo offensiva che difensiva, di riuscire a impattare e trascinare. Stasera ne ha dato testimonianza, con gli anni ha acquisito sempre maggior equilibrio e continuità, che a questi livelli è determinante.” Il numero 23 della Virtus è un "gamer", abile nel mordere la partita quando necessario e mettere sul parquet la cattiveria agonistica adatta al tipo di incontro.

La conclusione della conferenza stampa post match è, infine, interamente dedicata ad Achille Polonara, giocatori al quale nessuno ha mai regalato nulla, il cui percorso, da inizio stagione fino a questo momento, è stato rallentato da un grave problema, ma che adesso ha voglia di incidere per i suoi nuovi colori: “La sua crescita è importante per lui e per noi. I segnali si sono cominciati a vedere già da un po’, ne abbiamo parlato, ci manca il tempo per poterci allenare e fare alzare la sua condizione e quella di altri compagni. Il suo organismo sta rispondendo e si è visto anche in termini di vitalità ed energia che cosa ci ha portato in dote stasera. Ci ha portato a giocare a un livello dove siamo finalmente riusciti, negli ultimi 10 minuti, a competere con il loro atletismo. A terra abbiamo lavorato meglio di loro, ma ci era mancata quella dimensione in più che Achille è stato bravissimo a portarci a rimbalzo e sulle seconde opportunità. E’ stato davvero bravo, sono contento per lui e per noi.” L'importanza del numero 33 a rimbalzo è vitale, poiché l'ex Zalgiris riesce ad arrivare con l'energia dove, probabilmente, almeno ad oggi, non arriverebbe con la tecnica: lo aspettiamo in un'esplosione ancor più evidente, nel frattempo, però, diamo il bentornato a Polonair.

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