Da dove deriva un certo livore verso Chus Mateo?
Chus Mateo al quarto titolo in sei competizioni allenate in carriera: perché una parte della stampa spagnola prosegue nello sminuire ogni traguardo raggiunto dal suo Real?
«Finché Chus Mateo continuerà a vincere sarà l'allenatore del Real, appena avrà una battuta d'arresto verrà sostituito».
Questa frase l'abbiamo sentita mille volte sin dall'inizio della scorsa stagione, quella di esordio di Chus sulla panchina di Madrid. Non stiamo nemmeno a commentarla più di tanto. E' vero che siamo al Real, il club più importante al mondo, tuttavia se il termine di giudizio verso un allenatore deve essere la condanna a vincere sempre e comunque pena l'interruzione del rapporto con lo stesso, ci pare che si rasenti la follia.
4 titoli e 18 mesi dopo siamo ancora qui e la faccenda non pare proprio essere cambiata. Soprattutto per una certa stampa spagnola che non manca di ritornare sul tema, come peraltro fa sin da Siviglia a settembre 2022, in occasione della Supercopa, il primo evento allenato da Mateo.
✨ La exitosa etapa de @MateoChus ✨ pic.twitter.com/XaV5PHOSNn
— Real Madrid Basket (@RMBaloncesto) February 20, 2024
Il trionfo madrileno nella Copa del Rey domenica scorsa, il quarto titolo vinto dal Coach nativo della capitale dei sei giocati da capo allenatore, invece che confermare la qualità di un lavoro che è di notevole livello, pare aver causato una reazione abbastanza scomposta da parte di alcuni organi di stampa.
Leggiamo questa mattina un articolo di Marca a firma Jesus Sanchez dal titolo chiarissimo "Se vince, Chus Mateo ha ragione" che presenta alcuni passaggi francamente incomprensibili, nella forma come nella sostanza.
Dopo alcune brevi riflessioni che ripercorrono l'accaduto a Malaga senza che quanto ne esce sia necessariamente un attestato di stima verso l'allenatore, nel dettaglio si va oltre e si parla dei potenziali problemi che l'accorciata rotazione (ve ne abbiamo parlato ampiamente) applicata in finale potrebbe causare alla squadra.
“Che Hezonja se ne vada senza nemmeno festeggiare e si convinca che il suo futuro è ad Atene?"
“Che il messaggio ai tuoi giocatori sia pericoloso poichè pare che la squadra sia a corto di risorse?"
“Questa gestione scricchiola nel basket moderno, sebbene le rotazioni siano più corte quando ci giocano i titoli“.
“Che nel momento del bisogno ti fidi solo di pochi?“
“Coppa oggi e delusione domani?"
Basterebbe già tutto ciò per (non) comprendere a che livello sia il livore, tuttavia sarebbe perfino poco rispetto alla chiusura del pezzo.
Un quasi incredibile "La coppa non misura il successo del Real. Con questa squadra così talentuosa, fisica ed esperta il punto di riferimento saranno Liga ed Eurolega“ è in realtà aderente a quanto si può pensare, se proprio non fosse semplicemente un richiamo alla prossima, probabilmente auspicata, occasione in cui poter mettere in dubbio l'operato del Coach.
Leggere che "Le vittorie sono come l'ombra sulla polvere che c'è sui mobili, coprono tutto. Poi esce il sole, se esce, e si vede che tutto era meno pulito di quanto sembrasse“ fa scadere il tutto ulteriormente, portandolo ad un livello di attacco personale le cui ragioni sportive ci sfuggono. Per quelle invece legate a rapporti ed a situazioni editoriali, determinate dinamiche paiono più chiare, in fondo basta seguire certe testate.
Se una Copa del Rey, trofeo di importanza capitale in Spagna, non misura il successo attuale di una squadra, se una percentuale di trofei sollevati è al 66% ma non convince , se la stagione in corso si può solo definire con il termine "dominante" e non basta, ma soprattutto se l'attesa è verso quel sole che illumini la presunta polvere che sporcherebbe la squadra garantendo sì una coppa oggi, ma foriera di delusioni domani, beh pare abbastanza ovvio che si vada oltre, in una dimensione di critica che è tutto tranne che la rappresentazione odierna della realtà.
Chus Mateo perderà, perché accadrà anche a lui come è normale che sia, ma non perderà quell'equilibrio e quell'essere una persona di valore che gli permette di navigare saldo in queste acque infestate da squali famelici.
«E' sempre bello quando a vincere è una brava persona» ci diceva un commentatore di rilievo domenica sera passeggiando sul parquet del Carpena, dove la facevano da padrone i coriandoli che hanno festeggiato il Real. In questo mondo siamo sempre più d'accordo.