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Il fattore campo continua ad essere la legge inflessibile di queste LBA Finals: l'Olimpia Milano comanda gara 5 dall'inizio alla fine, ricaccia indietro i tentativi di rimonta della Virtus Bologna e si prende una vittoria decisiva.

I biancorossi si guadagnano così due match-point, mentre per la Virtus in gara 6 sarà il più classico dei win or go home.

La gara

Le prime notizie sono che Hines c'è e che Datome parte in quintetto al posto di Baron. I ritmi sono alti, Cordinier parte fortissimo, ma l'Olimpia è brava ad attaccare l'area. La difesa virtussina ha qualche disattenzione insolita e Milano parte sull'11-5. Ma intanto sale di livello Belinelli che pareggia subito la contesa con i suoi consueti canestri funambolici. Ogni contatto viene punito, sono tanti i viaggi in lunetta, la Virtus sfrutta la profondità di Jaiteh ma concede canestri facili. Triple di Baron e Pajola che chiudono il quarto: 26-24.

L'Olimpia, a differenza di quanto ha fatto per tutta la serie, sta attaccando molto bene l'area; d'altro canto l'area bolognese è troppo libera e concede canestri mai concessi prima. Milano gioca meglio e allora sulla tripla di Baron è +9. La Virtus trova punti ancora da Cordinier e riaccorcia il gap riaumentando l'intensità difensiva. I padroni di casa continuano a beneficiare dei rimbalzi offensivi, mentre la Virtus è salita di livello in attacco con la pazienza nel trovare i mismatch giusto. L'Olimpia però è stata migliore e allora si va all'intervallo sul 42-37.

Alla ripresa le mani sono freddissime con Teodosic che sbaglia anche una tripla completamente aperta. Entrano le triple Olimpia, dall'altra parte Shengelia non riesce ad entrare in partita sbagliando tanto e allora l'EA7 torna sul +9. Melli e Biligha dominano a rimbalzo e Bologna non riesce a trovare le misure giuste in attacco con un Teodosic oltremodo appannato. Dal -13 Milano alza il piede dall'acceleratore, stravolge il quintetto e invece di ammazzare la partita la riapre: la Virtus con l'energia di Cordinier e la mano di Belinelli si riporta sul -2 prima che il quarto finisca sul 59-54.

E' ancora grande equilibrio con le squadre che rispondono colpo su colpo. L'attacco bolognese è solo uscite per Belinelli ma il capitano è uno dei pochi nella serata bianconera che fa canestro; Milano, però, non riesce a prendersi un vantaggio duraturo. Ora l'Olimpia è tutta negli isolamenti di Shields ma il danese fa e rifà canestro: è allungo milanese sul 73-65. Belinelli la tiene aperta, ma i rimbalzi offensivi condannano la Virtus e Milano ha sempre due o tre chance per fare canestro. Finisce così 79-72.

Non è stata la solita Virtus: la non partita di Teodosic e Shengelia

Dopo le due grandi gare vinte in casa, sinceramente, ci aspettavamo una Virtus diversa: più presente, più incisiva e più determinata nello sfruttare l'inerzia per provare a fare il colpo fuori casa.

Così non è stato. Gli uomini di Scariolo hanno rincorso per tutti i 40 minuti senza mai dare veramente l'impressione di poter vincere.

A mancare, per lunghi tratti, è stata quella difesa attenta ed asfissiante che ha caratterizzato gli ultimi due successi ma che aveva anche impattato in gara 1 e 2. Nel primo quarto sono stati concessi 26 punti (decisamente troppi) e poi la retroguardia bianconera ha sempre continuato a funzionare a momenti alterni. Tra l'altro, concedendo canestri e appoggi facili che contro Milano non ci si può assolutamente permettere.

Anche l'attacco è stato altalenante: ha cavalcato le uscite di Belinelli, alcuni soliti mismatch in post basso e il pick&roll centrale di Cordinier, ma dopo un po' queste soluzioni sono state troppo ripetitive e hanno permesso agli avversari di adattarsi.

Il 40-26 a rimbalzo, poi, è dato inequivocabile e inappellabile: in questa serie andando così sotto a rimbalzo si perde. Il 26.1% dall'arco è altro dato improponibile per tentare di strappare una vittoria fuori casa. E poi ci sono i singoli: positivi e trascinatori Belinelli, Cordinier e Hackett: 17, 14 e 12 punti. Oltre a loro poco se non pochissimo dagli altri.

Soprattutto da due come Teodosic e Shengelia che, se mancano in modo così grossolano, lasciano poche speranze di vittoria per la Virtus. Il serbo fa 0 punti e -8 di valutazione non mettendo piede in campo nell'ultimo quarto e Shengelia segna solo 2 punti sbagliando tanto tra appoggi mancati e sbavature difensive. Due prove nulla che penalizzano in maniera lampante il risultato bianconero.

E' sicuramente un brutto passo indietro per la Virtus dopo le prove precedenti. Servirà tra 48 ore il calore della Segafredo Arena per resettare, vincere gara 6 e portare la serie all'ultimo atto.

Milano cambia pelle e vince con merito

L'Olimpia che si è presentata in gara 5 non ha cambiato i 12 giocatori a disposizione, ma ha cambiato approccio e scelte di gioco. Molto meno affidamento sul tiro dall'arco che era stato ben disinnescato dalla difesa avversaria e un gioco che ha sfruttato una varietà molto più ampia di soluzioni.

Fin dai primi minuti, sfruttando anche le disattenzioni bolognesi, gli uomini di Messina hanno attaccato benissimo l'area eludendo la pressione sulla palla degli avversari facendo dei bei tagli backdoor e sfruttando in modo perfetto lo short roll, soprattutto quando portato da Melli.

Lo strapotere a rimbalzo, poi, è stato dato chiave: in questa serie chi ha vinto a rimbalzo ha sempre vinto la partita e questa serie il dominio sotto le plance continua a rivelarsi dato imprescindibile. Però, in generale, l'attacco milanese è stato decisamente migliore rispetto a tutte le gare precedenti di questa serie. Migliore circolazione di palla con ottimi ribaltamenti di lato.

Ha pagato poi tanto il fatto di aver alzato il quintetto pareggiando la fisicità virtussina cavalcando un Shields da guardia che, dal punto di vista realizzativo, sembra tornato quello delle scorse finali: 22 punti, 5 rimbalzi e 3 assist di attacco purissimo. Altra prova granitica, poi, di Melli che nelle piccole cose e nelle grandi sta mettendo una forza e una determinazione altissime in questa serie.

Quando la squadra gira bene, poi, le risposte positive vengono anche dalle retrovie della panchina con le prove di Ricci e di un Biligha che è stato praticamente perfetto nei minuti in cui è stato in campo.

E' un'Olimpia che è stata diversa, che ha saputo correggersi e imparare dagli errori e che è stata migliore. Grande segnale e ora l'obiettivo sarà attaccare alla giugulare gara 6.

E' basket, non guerra. Serve cambiare rotta, altrimenti è tutto a rischio
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