Un Hapoel letteralmente senza freni domina l'ultimo quarto e stende la Reyer, giunta a Belgrado con 3 assenze pesantissime ed un roster davvero ridotto all'osso per poter competere 40' ai ritmi del team israeliano. Per gli oro-granata si tratta del terzo ko consecutivo dopo quelli rimediati con London Lions e Paris Basketball. Alla Stark Arena di Belgrado la formazione di Danny Franco si impone con un pesante 100-81, che però non rispecchia il reale andamento di un match equilibrato per oltre 30'.

La formazione di Spahija è giunta in Serbia senza due dei tre playmaker e senza Aamir Simms: Spissu è rimasto a Venezia per un colpo alla schiena, De Nicolao per via della febbre alta e Simms non è sceso in campo per un trauma al piede rimediato la settimana scorsa in terra parigina. Un'assenza in casa israeliana, anche, con J'Covan Brown che è rimasto fuori dalle rotazioni.

Per i rossi di Tel Aviv 5 uomini in doppia cifra con i 25 di Munford, i 20 di Holland, i 18 con 11 rimbalzi di Kyle Alexander, i 14 di Hoard ed i 13 di Timor. La formazione oro-granata ha anche lei mandato in doppia cifra 5 uomini: 16 per Tucker, 13 di Tessitori, 10 a testa per Brown, Wiltjer ed un positivo Brooks.

LA REYER CADE A BELGRADO CONTRO L'HAPOEL

La partita

Primo quarto di grande equilibrio con l'Hapoel che grazie in particolare a Holland ed Alexander trova un vantaggio che sfiora già la doppia cifra sul 17-9. La Reyer si rimette in partita con un devastante break di 0-13 guidato dai 6 di Casarin e dalla lucidità di un O'Connell molto positivo: alla prima sirena la testa avanti la hanno messa gli oro-granata con un positivo 17-22.

Nel secondo periodo sale in cattedra un Holland on fire, che si porta ben presto a quota 10 a neanche metà del secondo quarto, guidando la formazione di Tel Aviv sul 35-29. Brown, Brooks, Parks e Rayjon Tucker rovesciano completamente il risultato e l'inerzia, portando gli oro-granata avanti all'intervallo lungo sul 41-47 con un break di 6-18 molto pesante.

Nel terzo quarto parte bene nuovamente la formazione di Spahija: Tessitori e Brooks danno più volte il +8 con l'ultimo che arriva a 6'50" dal termine del periodo. Munford ed Alexander accorciano sul -4 prima di una nuova fiammata lagunare con il solito Tucker, che scrive il 56-63. Dura però pochissimo perché Holland e Timor creano un break di 10-0 che regala il +3 ai padroni di casa. Al 30' è 68-65.

Nell'ultimo quarto si scioglie definitivamente la Reyer: dal 71-70 raggiunto dopo circa 2'30" la formazione lagunare prende un parziale terrificante di 29-11 che non solo spezza l'equilibrio, ma chiude definitivamente la partita. A 5'30" dal termine il punteggio era ancora in equilibrio sul 77-74, ma da lì si spegne la luce complice la stanchezza che è affiorata pesantemente.

Hapoel sul pezzo e di grande qualità

Successo certamente meritatissimo per l'Hapoel, che ha dominato letteralmente gli ultimi 5' di partita chiudendo con un break terrificante di 23-7 che non ammette repliche. Certamente aiutata la formazione di Danny Franco dalla situazione d'emergenza che ha colpito la Reyer, è arrivata però una prova di qualità e di grande attenzione nei momenti topici.

5 uomini in doppia cifra, un atletismo debordante da parte di giocatori come Alexander e Hoard, una qualità straordinaria con 3 giocatori capaci di servire almeno 5 assist (Munford 5, Timor 8, Angola 6). Troppe volte nel primo tempo sono arrivati canestri facili per meriti israeliani, che hanno caratteristiche uniche tra gli esterni ed i lunghi: le penetrazioni con gli scarichi al momento giusto hanno permesso di punire una difesa lagunare un po' disattenta negli 1vs1.

Le prestazioni dei singoli puniscono gli oro-granata: apre la contesa un Alexander dominante, la prosegue un Holland da 20 punti e 7/7 dal campo, la chiude il devastante ultimo quarto di Munford che chiude a quota 25 con 10/13 dal campo e 5 assistenze. La velocità, l'aggressività e soprattutto i ritmi altissimi fanno la differenza, perché gli israeliani strappano nel momento chiave, quasi consci delle difficoltà che avrebbero incontrato Brooks e compagni.

Parlando delle statistiche del match, gli israeliani hanno raccolto 10 rimbalzi in più, tirato 8 volte in più, con un ottimale 37/69 che certamente fa la differenza. 25 gli assist di squadra, solo 12 le palle perse e 7 quelle recuperate: l'Hapoel è davvero una delle potenziali favorite.

LA SPLENDIDA IMMAGINE DEI GIOCATORI DELL'HAPOEL CON DEI BAMBINI

Reyer: l'emergenza pesa tantissimo, ma gli 1vs1 difensivi vanno migliorati

Un ko probabilmente prevedibile alla luce della pessima situazione di salute della Reyer di coach Spahija, l'ennesima partita con più di un'assenza e con una situazione fisica che certamente punisce oltremodo una formazione che comunque ci ha provato. Rotazioni ridotte ad 8 uomini, 7 e mezzo se consideriamo che Wiltjer è stato in campo solo 13': impossibile reggere l'urto a queste condizioni.

A fare la differenza oltre a questa situazione oggettiva e lampante è stata anche la difficoltà degli oro-granata nel contenere le giocate 1vs1 di giocatori rapidi, aggressivi e fisici come Munford o Angola: i due esterni hanno creato spesso vantaggi mettendo in grossa difficoltà un Brown che ha faticato molto dietro ed in avanti nella fase di creazione.

Nei momenti migliori della squadra lagunare sono arrivate un po' di disattenzioni che certamente vanno eliminate nelle prossime uscite: troppi short-roll concessi all'Hapoel, troppe giocate al vetro dei piccoli e tiri dal gomito di giocatori abili come Hoard ed Alexander, troppi canestri facili concessi in transizione offensiva o addirittura da rimessa da fondo campo in pieno stile quarter-back.

L'assenza di un rim-protector (le ultime voci danno Kabengele come giocatore nel mirino della Reyer) è risaputa e certamente l'arrivo correggerà o migliorerà la difesa del ferro, ma contro queste squadre ci vuole probabilmente quel quid in più di scaltrezza ed attenzione nel tener bassi i ritmi e nel non concedere transizioni facili.

RAYJON TUCKER, IL MIGLIORE PER LA REYER

Foto credit Reyer e Hapoel

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