Partita a senso unico al Forum: l'Olimpia Milano domina la Virtus Bologna e chiude col punteggio finale di 90-75. Gli uomini di Messina controllano la gara dall'inizio alla fine, piazzando il parziale decisivo tra fine secondo quarto e terzo periodo.

Bologna non è praticamente stata mai in partita, sempre dietro ai milanesi per energie, rapidità di esecuzione e fiducia. Milano lancia un segnale anche in vista del finale di stagione.

La partita

Inizio non brillante con entrambi gli attacchi che risultano macchinosi. Poi Milano sale di tono, sia come energia che come esecuzioni: i biancorossi attaccano meglio il ferro, segnano e guadagnano tanti viaggi in lunetta. Parziale di 13-0 e primo break importante fissato sul 20-9. La Virtus, in confusione, si aggrappa alle iniziative di Shengelia. Nell'ultimo minuto le vu nere reagiscono e dopo la sgroppata sulla sirena di Abass lo svantaggio è ricucito a 4 punti. Un affare per Bologna.

L'Olimpia prova a intasare l'area, sfidando la Virtus al tiro e Bologna, se vuole stare in partita, deve accettare quella sfida. A farlo molto bene è Polonara che è l'anima del secondo quintetto bianconero. La gara, ricondotta sull'equilibrio, diventa una battaglia estremamente fisica e spezzettata. Milano, però, va tantissimo di più in lunetta (20 tentativi nel primo tempo!) e sulla tripla di Shields ritrova il +9. Il 46-34 di fine primo tempo è un vantaggio più che significativo, soprattutto in una gara di questo tipo.

Inizio di terzo quarto shock per Bologna: il canestro è un miraggio e Milano trova autostrade aperte in attacco facendo a fette la (non) difesa bianconera. 56-37 milanese, +19 e gara ampiamente indirizzata. Ormai c'è solo una squadra in campo: l'Olimpia gioca sul velluto, Bologna non trova risposte e la gara vola via sul 64-40 spedendola presto in quello che è già garbage time.

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L'Olimpia lancia un segnale, anche a lungo termine

Prima partita fisica e ruvida, molto intensa in difesa e molto aggressiva in attacco. L'idea era chiara: intasare l'area, concedere pochissime alla Virtus dentro il pitturato se non le giocate che venivano dal talento di Shengelia. Quindi sfidare Bologna al tiro da fuori: scommessa vinta.

Dall'altra parte del campo è stato fondamentale attaccare con continuità e aggressività il ferro, costringendo la difesa ospite a collassare e liberando così i tiratori sull'arco. Poi, molto spesso quelle penetrazioni si sono trasformate in canestri facili o in falli subiti e viaggi in lunetta, e quindi tutto è stato più semplice del previsto per la squadra di Messina che ne aveva di più anche a livello di energie e motivazioni. La pratica è stata quindi presto chiusa, con la Segafredo che non è riuscita ad opporre delle adeguate soluzioni.

Sontuosa prova di Nikola Mirotic (18+11) che dà sfoggio di tutta la sua grandezza facendo ciò che vuole in attacco. Tonut (15) conferma l'importanza che ha in questo sistema e il suo ottimo stato di forma, ma in generale tutta la squadra offre una prova corale, compatta, appunto "di squadra".

E' una vittoria netta, roboante, ma allo stesso anche amara, alla luce di quello che è maturato sugli altri campi. La vittoria dell'Efes sul campo del Fener rovina tutto e rende assai flebile, quasi ridotte al grado di miracolo, le speranze milanesi per la post-season.

Tuttavia, l'assolo biancorosso è anche un segnale importante alla Virtus: Milano c'è e ci sarà, presente e determinata, per il finale di stagione. Ora sta a Bologna rialzarsi.

Ancora una brutta caduta: la Virtus si lecca le ferite

Settima vittoria consecutiva per la Virtus in Eurolega che si presenta al Forum non con lo spirito avuto con il Panathinaikos, ma con quello che ha perso contro Pistoia.

Partita praticamente mai iniziata. Le vu nere provano a lottare e a fare sportellate nei primi 15 minuti, ma Milano è migliore in ogni aspetto del gioco e, alla lunga, tutte le difficoltà bolognesi vengono esacerbate dalla convinzione d'esecuzione dell'EA7 che mette in campo alla perfezione il piano-partita.

Il momento della Virtus è nerissimo. Non c'è molto da girarci attorno. La squadra fa una fatica tremenda a fare gioco, ma anche a sostenere un'intensità difensiva adeguata, visto che Milano riusciva comodamente ad arrivare al ferro e la prima linea difensiva felsinea veniva spesso e volentieri battuta. Le gambe non seguono la testa e la testa è in un momento di prolungata sfiducia. E questa è una squadra che, per come è costruita, non può fare a meno della fiducia.

16/14 di assist/palle perse è un rapporto povero, così come il 27.6% dall'arco. L'unico baluardo bianconero è Shengelia (21): volitivo, encomiabile, ma troppo solo. L'unico a sfondare la doppia cifra nei punti oltre a Belinelli.

E' anche vero che l'assenza di Cordinier e un Hackett lontanissimo dalla migliore condizione pesano e tolgono tanto a Bologna in termini di difesa, intensità e presenza fisica. Ma questo spiega solo in parte il crollo dell'ultimo mese che sia fisico che mentale.

Tuttavia, in ogni caso, vincendo all'ultima giornata in casa contro il Baskonia la Virtus può ancora chiudere ottava. Deve avere la forza di resettare tutto, dimenticare il mese di marzo, e pensare solo a quella partita. Se avrà la forza di farlo, il risultato sarà dolce e quello successo prima solo un brutto sogno.

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