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E' tornato definitivamente il Baskonia di Dusko Ivanovic: veloce, dinamico e vincente. Alla Buesa Arena cade alla distanza anche un Valencia estremamente fisico, ma falloso.

I baschi, dopo aver inanellato 4 W di fila in Eurolega, riprendono il rullino di marcia anche in Liga, dove devono recuperare terreno rispetto alle apripista.

Il racconto della partita

Inizio equilibrato e non particolarmente brillante: ci sono diversi errori (dalla lunetta, assistenze sbagliate, triple corte), figli di una stanchezza trascinata dal doppio turno trascorso di Eurolega. Moneke entra e prova a cambiare il ritmo, ma continuano ad essere tante le palle perse e le esecuzioni difettose da ambo i lati. Valencia si scioglie prima e sulla tripla di Inglis del 13-19 mette la testa avanti: l'ala francese dà una scossa al match con la sua fisicità.

La difesa taronja lavora benissimo, ma Kotsar pesca un jolly da metacampo che ridà inerzia ai baschi. Valencia rimane avanti in una gara che si conferma ruvida e fisica, piuttisto che tecnicamente entusiasmante. La squadra di Mumbrù continua a fare male dalle media, mentre i baschi sparano a salve dall'arco. Momento difficile per il Baskonia, stritolato dai corpi di Valencia che va sul +8. Gli ospiti abbassano per un attimo l'energia, i padroni di casa piazzano qualche scorribanda e allora all'intervallo è 36-37 con equilibrio ristabilito.

Riparte fortissimo il Baskonia e riparte fortissimo Sedekerskis con due triple consecutive che cambiano la partita e segnano il 42-37. Valencia, frastornata, sbaglia tanti buoni tiri: le parti si sono invertite rispetto al primo tempo, con i padroni di casa che ora giocano molto meno contratti. Ma Davies regala una grande schiacciata su Moneke e un gioco da tre punti che ricuce di nuovo le distanze (50-49). Il Baskonia però ora è migliore e infatti chiude avanti il terzo quarto 62-57.

Valencia praticamente non tira dall'arco, mentre i baschi ora lo fanno con percentuali che si alzano: 67-57, +10 per i padroni di casa e prima vera fuga dall'arco. I taronja provano a rientrare, ma con troppi errori e poca convinzione: le soluzioni offensive rimangono troppo ridotte. Puntualmente arriva la tripla basca che rimette a posto le distanze. La tripla fortunosa di Sedekerskis del 76-67 sembra un segnale preciso: la schiacciatona successiva di Moneke lo conferma. Ora l'energia basca è tripla di quella degli avversari e non c'è più margine per Valencia. Il Baskonia chiude sull'83-74 finale e si prende un'altra importantissima vittoria.

Valencia, sono mancati gli esterni

Valencia è squadra estremamente fisica e ruvida: questo è uno degli aspetti che ha permesso l'ottima partenza in Eurolega. Però, è anche una squadra corta sugli esterni che, se si trova a fronteggiare alcuni infortuni in quel reparto, potrebbe avere qualche problema.

Questa sera è stato evidente: poca produzione sugli esterni, tantissimo gioco interno che a tratti ha funzionato, ma che alla lunga è diventato prevedibile. I quintetti con in campo Ojeleye, Inglis e Davies/Tourè hanno un tasso fisico pazzesco e dominano a rimbalzo (37-25), ma devono avere affianco anche dei grandi creatori di gioco.

Con i soli Jones, Ferrando e Robertson al comando delle operazioni tutto queste è stato difficile e, alla lunga, macchinoso e facilmente leggibile. Troppi pochi tiri dall'arco (18) e con bassa percentuale (22%). Su questo i taronja dovranno lavorare e un innesto dal mercato potrebbe servire.

Continua a fare grandissime cose Damien Inglis (doppia doppia da 19+11), ala grande che sa andare forte a rimbalzo, dotato di mano educata e dalla grandissima presenza difensiva. Da segnare sul taccuino.

Baskonia, l'effetto Dusko continua

E' tornato Dusko Ivanovic, ha rivoltato la squadra come un calzino e il Baskonia è tornata ad essere squadra che corre, diverte e vince.

Oggi un'altra W importantissima e pesante contro una squadra fisica e imponente che sulla carta poteva fare molto male. I baschi hanno sofferto nei primi 15', poi hanno aumentato i ritmi, hanno limato i dettagli e iniziato a giocare alla loro maniera.

Non è una squadra profonda e nemmeno dal chissà quale tasso di talento, ma è un gruppo che ha ritrovato quella filosofia che da sempre li ha resi competitivi e vincenti. Anche senza Marcus Howard, il sistema ha retto proprio perché è sistema.

Poi Chima Moneke (18+7) si è una volta di più confermato leader del gruppo trascinando, con i suoi muscoli e le sue sterzate, la squadra sia in attacco che in difesa. A fianco a lui c'è ormai il fidato Sedekerskis, la cui consapevolezza ha avuto un'impennata impressioannte rispetto alla passata stagione.

E' tornato il Baskonia che conosciamo, quello che con i suoi ritmi e la sua follia può fare paura a tutti.

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