Una stagione quasi interamente trascorsa nella Top 8. Un attimo fugace addirittura da capolista. Ma la sconfitta nella trasferta dell'ultima giornata con l'Olympiacos, primatista a fine regular season, ha estromesso ufficialmente il Baskonia dai playoff. La squadra di Vitoria salterà la postseason per la quarta stagione consecutiva (annata del covid compresa), e lo farà nonostante un record positivo da 18-16. Lo stesso che la piazzò al decimo posto nel 2021, l'annata giocata a porte chiuse, e un battito di ciglia sotto il 19-15 che estromise Valencia sempre in quell'anno di enorme equilibrio nella zona centrale della classifica.

La sentenza ci riporta a un tema di grandissima attualità. L'Eurolega così strutturata, a girone unico con 18 squadre, ha bisogno di un play-in per allargare una platea altrimenti troppo risicata. Un sistema che avrebbe coinvolto altre squadre con record non negativo (Efes e Stella Rossa, 17-17) e, potenzialmente, anche l'Olimpia Milano (dodicesima a 15-19). Lo chiedono a gran voce, ormai da tempo, giocatori e allenatori. Ma ne parleremo in altra sede. Perché, nonostante il finale di regular season sfortunato, il tema centrale è un altro: il Baskonia è tornato, dopo tante difficoltà, sulla mappa delle big d'Europa.

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I giocatori del Baskonia festeggiano dopo la vittoria sul Real Madrid

La rinascita del Baskonia dopo un'annata oscura

Piazza storica e appassionata, ma lontana per ricchezza dal duopolio Barcellona-Real Madrid, Vitoria è stata in testa al campionato spagnolo, il secondo torneo nazionale più competitivo al mondo dopo NBA, fino allo scorso weekend. Quando il ko contro Tenerife (vera bestia nera in questa stagione) ha permesso l'aggancio del Barça, a sua volta vincente nel Clasico con il Real. Parliamo sì di una squadra che ha conquistato il suo quarto titolo tre anni fa nella bolla di Valencia in una finale secca contro lo stesso Barcellona. Ma anche di una società reduce da una stagione di grande calo e sbandamento tecnico. Sesta in campionato e protagonista di una Coppa incolore.

Joan Peñarroya, l'uomo del cambiamento

Ma ora, anche senza i playoff di Eurolega, Baskonia ha un futuro su cui poter costruire. Un futuro disegnato dall'arrivo di uno degli allenatori più promettenti sul piano internazionale. Joan Peñarroya non è simpatico. Per nulla. Non è affabile e nemmeno educato. Né con gli avversari, né con i suoi stessi giocatori. Però sa cavare il sangue dalle rape. Sa sfruttare i suoi uomini fino all'ultima goccia. Sa rendere forti gruppi sulla carta soltanto discreti, per non dire modesti. Lo ha già fatto con Burgos, portandola a vincere due FIBA Champions League consecutive. E lo sta facendo, in maniera ottima, anche in questi mesi con il Baskonia.

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Coach Joan Peñarroya | Credits: profilo ufficiale Baskonia

Giocatori rigenerati e grandi rookie

Peñarroya non ha ancora lo status o il palmarès dei coach leggendari di Eurolega, ma, con lui in panchina, non esistono momenti di stasi. Bisogna viaggiare. Sempre. È lui che ha reso Markus Howard un top-player per la prima metà della stagione, prima che le difese capissero come imbrigliarlo. È lui che ha rigenerato Rokas Giedraitis (23esimo per valutazione nell'intero torneo) dopo un'annata di appassimento totale, e ri-trasformato lo smarrito Vanja Marinkovic in un giocatore vero. Ed è sempre lui che ha dato una grande chance di brillare e imporsi sul palcoscenico più alto d'Europa a due rookie assoluti come Darius Thompson (tra le migliori point-guard dell'anno) e Maik Kotsar (tra le migliori sorprese dell'anno).

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Darius Thompson ha chiuso la sua stagione da rookie in Eurolega viaggiando a 12.6 punti e 6.7 assist

Rivoluzione? No problem con Peñarroya

Ma attenzione! Perché ora sarà difficile riuscire a conservare l'intero patrimonio e potenziale a disposizione. A partire dallo stesso Thompson, su cui aleggiano già gli interessi delle due big italiane per il passaporto ricevuto con il matrimonio. Potrebbe essere un problema per Baskonia? Forse. Perché la società, oggi ridimensionata rispetto alla corazzata temibile che spadroneggiava a cavallo tra la fine degli anni '90 e l'inizio del nuovo millennio, segue da tempo una filosofia di perenne rivoluzione con uno sguardo sempre attento sui giovani e sul mercato.

Se c'è un club in grado di lavorare ad altissimo livello con lo scouting e nella valorizzazione dei giocatori provenienti dalle leghe minori, è il Baskonia. E se c'è un coach in grado di sintetizzare tutto questo nel migliore di modi, è Joan Peñarroya. Restate connessi. Sui playoff di Liga ACB (copertura integrale su questo stesso portale) e sui colpi di mercato delle prossime settimane…

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