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Partita molto interessante per testare la portata di queste due squadre dopo il primo mese di stagione, quella andata in scena ieri sera alla Menora Mivtachim Arena di Tel-Aviv tra Maccabi e Barcellona.

Due squadre che, per diversi motivi, non possono e non devono esser giudicate con sentenze definitive, un po' come tutte le altre del resto, ma è certo che, alla sirena finale, emergono alcuni spunti di riflessione importanti.

Alla fine il Barcellona si impone per 79-86, dopo aver toccato anche la doppia cifra di vantaggio nell'ultimo periodo, e mostra importanti segnali di crescita, prima caratteriale che tecnica. Per il Maccabi rimangono diversi i punti di domanda invece.

UNA RITROVATA SERENITA' IN CASA BARCELLONA?

Partito 2-2 e dopo aver perso il primo trofeo di stagione contro gli acerrimi rivali del Real Madrid, l'inizio di stagione non sembrava essere dei più promettenti in casa Barcellona, soprattutto dopo la debàcle con lo Zalgiris.

Da lì, tre vittorie consecutive contro Milano, Fener e Maccabi che sanno di crescita, grande crescita. Come già detto, i miglioramenti più significativi non sono a livello tecnico, dove comunque una amalgama sempre migliore non può che aiutare avendo cambiato tanto in estate, ma sono invece a livello mentale. Il Barcellona non si "siede" più, continua a giocare anche se in svantaggio (come con Fener e Maccabi) e, soprattutto, torna ad avere la leadership di un senatore che molti hanno messo nel dimenticatoio ultimamente, ma che rimane una delle chiavi di volta della squadra: Cory Higgins.

La trama di questo primo mese di gioco può tranquillamente essere riassunta nella partita di ieri, dove il Barcellona fatica nel primo tempo, sciupa e si auto-condanna ad un -3 all'intervallo dopo una follia di Kalinic che regala la palla a Colson sulla sirena del secondo quarto e quest'ultimo non sbaglia, facendo infuriare Jasi.

Nel secondo tempo le cose cambiano, un po' come appunto sono cambiate dopo lo Zalgiris, ed ecco che i blaugrana mettono la testa avanti grazie alle giocate del solito Laprovittola e Tobey, ormai infallibili dalla lunga distanza, oltre ad un rinato Alex Abrines, che sarebbe una notizia bellissima per tutto l'ambiente catalano.

Il quarto periodo si apre sul 61-62 per Satoransky e soci, che riescono a mettere un freno alle scorribande gialloblu grazie ad una difesa eccellente e ad una quantità di palloni sporcati veramente enorme, con Higgins assoluto protagonista di questa fase. Il vantaggio si dilata dunque, arrivando anche al +13, poi Sanli prova a fare la frittatone commettendo un palese antisportivo in una situazione francamente inspiegabile e alla fine è "soltanto" un +7 per il Barcellona alla sirena finale.

UN MACCABI DALLE DUE FACCE

A differenza del Barça, il Maccabi lascia più di qualche dubbio, ma è anche logico sia così dopo una sconfitta.

Il punto è che paiono essere sempre gli stessi gli errori di questa squadra, così come i pregi (bisogna essere onesti), e, ad un certo punto, una crescita sarà necessaria se si vuole evitare di essere risucchiati dalla classifica.

Benissimo la fisicità e lo strapotere atletico degli esterni prima che dei lunghi, benissimo la difesa a tratti asfissiante sui portatori di palla a tutto campo, roba che in pochi fanno, e benissimo il solito Lorenzo Brown (18+5 anche ieri sera).

Male invece Baldwin, partito con energia ma poi deragliato come un cavallo pazzo non appena il Barcellona ha alzato la pressione difensiva, venendo poi anche espulso per doppio tecnico. Malissimo, a mio modo di vedere, il modo in cui sono stati in campo i lunghi israeliani nel secondo tempo, per una complicità di responsabilità tra giocatori e staff che ha poche scusanti. Perchè, se è vero che bisognerebbe coinvolgerli di più per tenerli dentro la partita, è altrettanto vero che Nebo sa benissimo che non può condurre i contropiedi in palleggio nei momenti decisivi per poi commettere un fallo in attacco su Kalinic in un 3 contro 1 che ha del grottesco.

Alti e bassi, ancora una volta, in quello che sembra essere il trend di questo Maccabi, capace di stare in partita con chiunque, ma ancora incapace di gestire i finali punto a punto quando la razionalità deve superare l'irruenza fisica.

Cambierà questa cosa? Kattash spera ovviamente di sì.

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