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Eurolega alle prese con una fase delicatissima della propria storia. Ad un anno dall'esclusione di Jordi Bertomeu anche la gestione di Marshall Glickman sarebbe in dubbio.

Oggi a Monaco riunione degli azionisti di Eurolega, ovvero gli 11 club con licenza pluriennale cui si aggiungono Bayern ed Asvel, ultimi arrivati ed aggiunti al gruppo dei fondatori della manifestazione, con parecchi temi delicati all'ordine del giorno.

Come riporta Marc Mundet, giornalista di RAC1 (Catalunya), già la scorsa settimana, durante un meeting svoltosi in forma di video conferenza, molti dirigenti avrebbero espresso il proprio malcontento sulla gestione attuale, ad un anno dall'allontamento di Jordi Bertomeu. E la figura di Marshall Glickman, CEO con mandato tempo determinato, sarebbe ovviamente in discussione.

Possiamo assolutamente confermare, dopo un confronto con nostre fonti, che quel malcontento sia evidente, sebbene pressochè scontato viste le modalità con le quali è stato avviato il cambiamento. O presunto tale.

Sin dalle prime battute di questa vicenda, ovvero sin dalla famosa riunione di Atene, segreta in maniera "pulcinelliana", è parso evidente come non vi fossero idee chiare e come a parte di diversi club vi fosse solamente la primaria volontà di allontanare Bertomeu. Tutto legittimo, come in ogni società che non ritenga il CEO autore di un lavoro soddisfacente, tuttavia sarebbe stato più consono avere un piano futuro che non fosse basato solo sul puntare il dito verso una persona ed una gestione.

Olympiacos, Panathinaikos, Olimpia Milano, Maccabi e Zalgiris sono stati i protagonisti di questo ribaltone, con l'appoggio saltuario dell'Efes e di un Cska che conserva diritti di voto in tutte le assemblee ed in tutte le commissioni nonostante sia escluso dai parquet per le note vicende internazionali. Contrari a quel cambiamento Barcellona, Baskonia, Real Madrid e Fenerbahçe.

Un anno di discussioni e di situazioni che hanno semplicemente dimostrato come gli 11 con licenza pluriennale, ai quali si sono aggiunti Bayern ed Asvel, il cui processo di inclusione nel gruppo è stato clamorosamente figlio di diversi passaggi complicati ( si attende ancora l'ufficialità...), non abbiano una visione comune e si trovino in una condizione attualmente di grande disagio.

Ricordiamo bene la sconcertante risposta di un dirigente che, alla nostra domanda su cosa si volesse fare allontanando Bertomeu, disse testualmente: «Fare meglio». Sul "come" le idee erano a zero.

Vi sono poi voci, sempre riportate da RAC1, su rapporti non idilliaci tra Glickman e Bodiroga, ma di ciò non abbiamo avuto conferma.

Quindi oggi riunione, ufficialmente informale, nella quale si metteranno sul tavolo tutte le questioni principali, ovvero tutti i temi dei quali avremmo voluto sentire parlare il nuovo "management" durante le Final 4 di Kaunas in una doverosa conferenza stampa, ma sul quale c'è stato un silenzio assordante, definito da tanti, cui ci associamo, inaccettabile.

L'espansione tra Dubai, Londra e Parigi, i fatti di Madrid in gara 2 di Playoffs e le sanzioni che ne sono derivate, lo stato dell'arte riguardo la vendita del prodotto, la partecipazione di Gran Canaria, i diritti di voto in capo al Cska, i rapporti con la NBA che ormai si prende talenti ancora in "fasce cestistiche" senza che chi li forma ne abbia il minimo riscontro finanziario, senza dimenticare la situazione assurda di alcune squadre alle quali viene ufficialmente comunicato solo a metà giugno se saranno in Eurolega oppure eventualmente in Eurocup, lasciando tempistiche di costruzione del roster che vanno contro ogni logica di mercato...

Tutte cose che oggi sono fondamentali per questa lega, tutte cose sulle quali non si capisce dove si voglia andare e come si voglia farlo.

L'auspicio è che si decida una volta per tutte, sul ruolo di Glickman come su tanti altri temi scottanti, però questa volta con una visione che vada ben oltre la discussione in cui ognuno voglia solo la sua parte. Con la speranza che, in caso di rimozione anche di Glickman, quel ruolo non venga affidato (era voce che circolava ai tempi della riunione "carbonara") ad un dirigente di uno dei club azionisti, poiché in quel caso non si tratterebbe di un salto nell'ignoto, ma di un disastro noto sin dal principio.

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