Real-Bayern, tutto in una notte. Con pressioni diverse...
Sfida senza domani questa sera alla Movistar Arena dove il Real ospita il Bayern. Chi vince trova l'Olympiacos nei Playoffs, chi perde è a casa.

Notte da cuori forti alla Movistar Arena.
Alle 2045 si alza l'ultima palla a due dei Play-In 2025: Real contro Bayern per un posto nei Playoffs dove il premio sarà… l'Olympiacos, la squadra migliore della stagione regolare.
Inutile girarci attorno, la pressione è tutta sui #blancos. Mancare i Playoffs per un club come quello madrileno è situazione impensabile ad inizio stagione maturata con almeno 4-5 mesi assai complicati che hanno radici in un'estate di mercato gestita male. Senza il minimo dubbio.
Aver lasciato “soli” Campazzo e Tavares, senza “backup” di valore e rendimento è stato un peccato che può rivelarsi mortale. Il vero Real, non è per nulla un caso, lo si è visto quando il totem capoverdiano è tornato ai suoi livelli inarrivabili ai più e quando il Facu ha trovato in Andres Feliz un valido supporto nella guida della squadra.
«Vedete com'è il basket…» avrebbe detto anche questa volta il maestro Aldo Giordani. Parliamo di un squadra che viene da 15 successi consecutivi nella lega nazionale migliore al mondo dopo la NBA e da 8 successi nelle ultime 10 sfide in Eurolega. E' un record che chiamerebbe “standing ovation” sempre e comunque, non fosse però che le difficoltà precedenti in Europa hanno portato i madrileni a raggiungere solo la settima piazza e quindi a dover passare per i Play-In, dove il tornado parigino li ha investiti con pieno merito. Ed allora eccoci qui con un'altra gara senza domani.
Il Bayern è avversario tosto in grado di mettere sul parquet tutta la sfacciataggine dimostrata dai primi giorni di ottobre. Specialista in parziali, va detto in positivo come in negativo, seconda (insieme al Barça) per punti segnati dopo il Pana, primissima per tentativi dall'arco (32,1), terzultima per viaggi in lunetta, solo 16,2 a testimonianza di un perimetralità chiarissima anche nei lunghi come Booker o Voigtmann. Basti pensare che quelle 32,1 triple a tra superano i tiri da due che sono solo 31,2 , ovviamente ultimo dato dell'intera competizione.
I bavaresi devono assolutamente provare a tenere botta a rimbalzo, dove non eccellono, soprattutto mettendo pressione sotto il canestro avversario, dove soccombere pesantemente darebbe al Real un numero di possessi in grado di spaccare la partita.
Le due gare di stagione regolare contano il giusto. Al Sap Garden, ma era solo il Round 1, un Real nervosissimo si consegnò al Bayern nel finale, mentre alla Movistar Arena, allora ancora targa Wizink Center, la squadra di Chus Mateo chiuse il discorso nel primo tempo con un perentorio 47-31 incassando 0 punti in contropiede dai rivali, dato assai particolare viste le caratteristiche degli uomini di Herbert. In questi casi, come ci ha insegnato il grande e compianto Franco Casalini, serve dimenticare di aver vinto o perso, ma di ricordare bene perchè lo si è fatto.
E proprio il Real è chiamato a riprender il filo di un discorso che pareva molto ben avviato e che ha invece subito un brusco stop martedì, con tanti dubbi derivanti dall'inizio di stagione difficile che sono riaffiorati all'improvviso.
La stampa iberica ci è andata giù pesante con nomi e cognomi e sul banco degli imputati sono finiti soprattutto Dzanan Musa e Mario Hezonja, i quali hanno combinato per 11 punti con 2/5 da due e 2/9 da tre, oltre ad un incredibilmente unico viaggio in lunetta (1/2) del bosniaco derivante da 3 soli falli subiti insieme in tutta la gara. Soprattutto i 13'10" di utilizzo di Musa sono stati oggetto di vare discussioni, peraltro ben chiarite dalla statistica on/off, ovvero il rendimento della squadra con lui in campo o fuori.
Se la serata negativa di Llull si perdona senza alcun dubbio, visto che di gare capolavoro è stracolma la carriera del campionissimo, così come i problemi di falli di Tavares non possono farlo ritenere il colpevole numero uno, dato che se il Real oggi è qui è soprattutto per lo straordinario mese e mezzo giocato dal capoverdiano, per Musa ed Hezonja il discorso è diverso.
La rivoluzione estiva del roster, con il rinnovo sontuoso del croato, li ha posti sotto la lente d'ingrandimento: il Real può essere loro ma se le gare chiave diventano territorio di sofferenza purtroppo il paragone coi campioni del recente passato madridista si fa da subito impietoso. E quella finale di Copa del Rey (14 punti in due con un complessivo 2/15 dal campo e -25 di plus/minus) persa contro Malaga passa da essere singolo episodio a campanello d'allarme importante, se ripetuta nel rendimento negativo.
La crudeltà del Play-In supera abbondantemente quella di una serie Playoff, avvicinandosi come drammaticità al alle Final 4: non c'è domani. La pressione è tutta sui #blancos, che sono più forti di un Bayern che arriva abbastanza leggero e forte della sua stagione sopra le aspettative, tuttavia in queste gare non sta scritto da nessuna parte che determinati pesi siano più decisivi di altre tranquillità emotive. E' dentro o fuori, vincerà il più bravo a gestire i momenti, non necessariamente vincerà il più forte ma semplicemente chi sarà migliore nei 40'.

Le parole di Chus Mateo alla vigilia della sfida decisiva dei Play-In
«Abbiamo giocato partite decisive ormai da settimane, vincendole tutte. L'altro giorno ci abbiamo provato senza il minimo dubbio ma ci siamo dimenticati di giocare con un po' di attenzione in più in alcune fasi. Ed un po' di ansia ci è costata la partita contro una squadra che gioca bene, come gioca bene il Bayern, che peraltro arriva qui con la testa molto libera. Serviranno voglia ed intensità unite al capire quando e come vincerla».
Sull'eventualità che il gioco del Bayern possa essere migliore per il Madrid rispetto a Parigi…
«Sono due squadre con atleti di qualità che mettono punti a referto facilmente, con tiratori e gente che sa batterti in uno contro uno».
«Sarebbe un errore concentrarsi solo su chi affrontiamo. Anche loro devono avere chiaro contro chi giocano e noi siamo una squadra che merita un certo rispetto. Magari non all'inizio della stagione, quando eravamo 6/9 ed era dura pensare che tutti ti rispettassero per come giocavi, però abbiamo fatto un finale da 14 vittorie e 5 sconfitte che mi dà fiducia. Dobbiamo giocare come abbiamo giocato, quelle 14 vittorie non vanno trascurate e prima di tutto non dobbiamo dubitare di noi stessi, affrontando le cose come vengono, pronti».
Alla domanda se la notte contro Parigi sia stata un ritorno ai problemi iniziali, Chus ha risposto così…
«Non ti nego che i falli di Tavares ci sono costati molto. Può essere che l'ansia ci abbia riportato alla mente un po' di quei problemi, ma oggi dobbiamo andare oltre. Dobbiamo essere bravi a correggere i nostri errori e sono certo che faremo una partita migliore».
«I tifosi ci sono sempre ma tocca noi accendere la miccia per coinvolgerli al meglio. Palle contese, rimbalzi, difesa intensa senza mai abbassare la testa se gli altri segnano per meriti propri. Dobbiamo fare tutto, non solo parte di ciò che siamo capaci. I 73 punti dell'altra sera sono merito della difesa avversaria ma anche una mancanza nostra che ci obbliga a fare di più, per noi e per i tifosi. Tocca sempere noi il primo passo».
«Stiamo tutti bene, tutti i 14. La pressione è più nostra ma non ci penso, penso solo la nostro gioco, alla nostra pallacanestro che deve essere intesa per vincere».
«E' la gara 68 della stagione, solo Barça e Baskonia hanno giocato tanto tra le spagnole. Abbiamo una serie di problemini fisici ma tutto si dimentica domani giocando. Non so ancora chi starà fuori, chi giocherà sarà comunque qualcuno che starà bene, come tutti gli altri».

Le parole di Gordie Herbert alla vigilia della sfida al Real Madrid
Il Coach tedesco, ad oggi, è fermo alle parole del dopo gara con la Stella Rossa.
«Grandi meriti ai ragazzi per come abbiamo trovato energia nonostante la fatica. Siamo rimasti in gara e poi due grandi tiri di Lucic ci hanno permesso di allungare nel supplementare».
«E' la dimostrazione della nostra resilienza. Ora serve recuperare da questo sforzo e lavorare su cosa possiamo migliorare in vista di Madrid».