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Dopo un'altra partita dura e fisica l'Olimpia Milano trionfa nel finale resistendo al tentativo di rientro della Virtus Bologna: 79-76 finale e tutta l'inerzia della serie dalla propria parte col 2-0.

La gara

Inizio ad altissima intensità con errori da entrambe le parti e con un tasso di fisicità veramente notevole: Milano sembra più lucida, Melli è già sintonizzato. L'Olimpia perde poi qualche pallone di troppo e la Virtus trova punti importanti nel pitturato. Intanto la difesa bianconera sale decisamente di tono e i milanesi si fermano in attacco, ma aggiustano il contenimento dell'area. Attacchi contratti e dalle scelte imperfette: dopo 10' è 14-17.

Continua l'adagio del primo quarto: difese che hanno la meglio e attacco bolognese per il momento leggermente migliore con uno Jaiteh rigenerato rispetto a gara 1. Però non c'è spazio per fughe o monologhi, tutto rimane su un equilibrio delicato. Ma l'attacco bianconero continua a faticare come in gara 1, non trovando soluzioni dall'arco e allora Milano si rifà sotto e pareggia sul 29-29. Sulla tripla di Baron l'EA7 chiude il primo tempo anche in vantaggio 38-35.

Billy Baron rientra caldissimo dagli spogliatoi, segna due triple e ora Milano lancia un segnale andando sul +10 con l'impressione che la Virtus più di così non possa fare ma che comunque non sia sufficiente. Gli assist, a un certo punto, sono 13-6 per gli ospiti, segno di come nonostante la buona difesa felsinea, Milano trovi sempre soluzioni offensive grazie allo sconfinato talento. Sul finire del quarto c'è una reazione d'orgoglio virtussina che torna sul -3. E così si chiude il quarto dopo che l'Olimpia ha mancato qualche tripla di troppo.

Tripla di Datome che apre l'ultimo quarto e può essere un chiaro segnale. L'Olimpia molto meglio a rimbalzo e sulle seconde palle: sta facendo la differenza e si torna così sul +9. La Virtus fa di tutto per non mollare e capitan Belinelli spara due triple per tenere i giochi aperti. L'impressione, però, è che Milano abbia salde le mani sulla partita con gli ospiti che si arrabattano per non lasciarla scappare. Ma le vu nere resistono, Milano s'inceppa in attacco e non segna per tre minuti e allora Bologna, con resilienza, impatta sul 72-72 a poco più di 2' dalla fine.

Nel momento del bisogno Olimpia arriva la tripla fuori ritmo di Shields, uno sfinito Shengelia fa 0/2 dalla lunetta e Milano fa +4. Il vantaggio viene mantenuto fino al termine ed è 79-76 finale con 2-0 nella serie.

Sfortuna e dettagli: una buona Virtus cade di nuovo

La Virtus gioca una buona partita, decisamente migliore rispetto a gara 1, ma di nuovo non basta. Obiettivamente è difficile chiedere di più alla squadra bolognese che, secondo chi scrive, è molto vicina al massimo delle proprie possibilità.

La difesa virtussina è stata perfetta per quasi tutta la durata della partita: dura, fisica, metodica. Ma spesso anche in questo caso non è bastato: semplicemente Milano nella sua faretra ha tanti giocatori che possono segnare in qualsiasi circostanza e contro ogni avversità.

Molto curioso il dato degli assist: 23-11 per i bianconeri. Sintomo di come la pallacanestro di Bologna spesso è stata migliore, ma dall'altra parte il talento abbonda e contro il talento, spesso e volentieri, si può fare poco.

Tutti gli interpreti bianconeri giocano una buona partita, chi più chi meno. A brillare è Toko Shengelia che sforna una prova immacolata dimostrandosi il punto di riferimento della propria squadra: 17 punti, 5 rimbalzi, 4 assist, 2 recuperi. Grande prova anche di Cordinier su entrambi i lati del campo, una delle dinamo della compagine bolognese. Solo 7 minuti e 0 punti per Abass: finora non è stata la sua serie, eppure la sua presenza farebbe tanto comodo alle vu nere. Dal suo utilizzo potrebbero dipendere una parte dei destini della serie.

Cos'è mancato a Bologna per vincere? Alcuni dettagli come 3 liberi su 4 sbagliati nel finale. E sono mancate le giocate di Teodosic che, obiettivamente, è lontanissimo dal migliore stato di forma e fatica a tenere il campo come siamo abituati a vederlo fare. Solo 4 punti per lui e, com'è noto, senza le sue invenzioni la Virtus perde la sua fonte principale di gioco.

Per il resto, ancora poco da Pajola e Hackett, in difficoltà anche questa sera. L'impressione è che stia mancando qualcosa nel reparto guardie ma anche che fare meglio non sarà semplice. Ora si va in Emilia e il calore della Segafredo Arena deve essere un fattore.

Una Milano cinica e il miglior Shields della stagione

Capacità di restare a contatto in un primo tempo in cui i bolognesi erano stati ancora una volta migliori e poi un terzo quarto di grande impatto che ha dato il là alla vittoria.

Per quanto Bologna possa giocare bene, l'Olimpia non dà mai l'idea di poter uscire dalla partita o prendere un parzialone. Anche quando gli uomini di Messina attaccano male, trovano sempre tanto dalle giocate dei singoli. Napier, Shields, Baron, Datome e compagnia sono giocatori sempre in grado di segnare, anche con la mano in faccia del difensore. E questa risorsa serve proprio a mantenersi in linea di galleggiamento nei momenti peggiori.

Se poi la squadra nel secondo tempo sale anche di tono e domina a rimbalzo (39-27) allora tutto diventa ai limiti dell'impossibile per gli avversari. Milano segna sempre nei momenti importanti: con buoni o cattivi tiri che siano, la palla entra. E i rimbalzi importanti arrivano come i viaggi dalla lunetta positivi.

L'EA7 non sbaglia i dettagli e, obiettivamente, il destino della serie sembra essere nelle mani degli uomini di Messina, parsi superiori in queste prime due uscite per talento. E, di fatti, è 2-0.

Poi Melli è enciclopedico (10+8), Baron colpisce dall'arco nel momento opportuno e Shields tira fuori la migliore prestazione dell'anno segnando i "suoi" tiri come nella finale Scudetto dell'anno passato.

L'Olimpia è sopra 2-0 ed è un 2-0 che, per la fisicità delle partita e per la resistenza dell'avversario, pesa più di quanto sembri. Ora l'inerzia è tutta milanese e va cavalcato. Detto sottovoce ma nemmeno troppo: vincere una partita tra gara 3 e 4 significherebbe Scudetto.

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