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L'Olimpia, in mezzo a un'emergenza totale sugli esterni, e al periodo buio trova una vittoria straordinaria battendo a domicilio il Barça 86-90.

Il Palau blaugrana era inespugnato da gennaio scorso: quasi un anno dopo gli uomini di Messina trovano una vittoria che può girare una stagione, giocando con un'attitudine che mai hanno avuto in tutta la stagione. Per il Barça ora è crisi davvero.

Le chiavi della partita

Per una volta i numeri non dicono tutto di una partita; anzi, forse la raccontano anche peggio. Il Barça registra 20 assist e sole 9 palle perse, ma la pallacanestro che offre è tutt'altro che qualitativa o efficace.

Milano, nelle stesse statistiche, fa 11 e 11, confermando una qualità di gioco non eccelsa, ma che ieri ha saputo sublimarsi con tutto quello che non rientra nei numeri: la voglia, la determinazione, le piccole cose che costruiscono una vittoria attraverso l'atteggiamento.

Quell'attitudine che ha permesso ai biancorossi di vincere la gara a rimbalzo contro una delle squadre più fisiche di Eurolega sotto canestro e che, quando positiva, aiuta tanto anche le percentuali ad essere migliori: 40.7% dall'arco (nel primo tempo era 50%) e 89.5% dalla lunetta (17/19).

Ma, lo ripetiamo, questo è uno dei casi in cui i numeri non ci aiutano a capire quello che è stata la partita. Finalmente l'Olimpia è stata incosciente; finalmente è stata spregiudicata. Questa volta, anche quando gli altri hanno giocato più duro, Milano non è venuta meno, ha controllato il vantaggio ed è andata fino in fondo. Sono segnali importanti.

Barça, ora è crisi nera

Un primo tempo di basso livello; un secondo in cui si alza la fisicità, si eseguono buone difese ma in cui l'attacco rimane sempre deficitario, povero di idee e costantemente frenato dalla seconda linea difensiva milanese.

Le uniche scosse arrivano dalle magate di Laprovittola (16), da qualche ottima iniziativa di Brizuela, dai canestri di Kalinic (17) e da qualcosa di Vesely. Dagli altri niente o poco più. Satoransky è più un malus che altro (sul 44-51 sbaglia tre triple aperte consecutive che avrebbero permesso ai suoi di avvicinarsi pericolosamente), Abrines è impalpabile, mentre Jokubaitis e Parra pasticciano continuamente.

E' un Barça confusionario come non lo abbiamo mai visto: ora davvero in rottura prolungata e in crisi nera. 4 sconfitte nelle ultime 5 tra Eurolega e Liga: Virtus, Saragozza, Manresa e Milano.

E' arrivato quel momento difficile che molti dicevano sarebbe prima o poi arrivato. Grimau riuscirà a gestirlo e a tenere la barra dritta in mezzo alla tempesta? Bella domanda. Ieri sera anche lui è sembrato in grossa confusione.

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Olimpia, Flaccadori e Hall sono eroici insieme a tutta la squadra

L'Olimpia più bella di tutto l'anno, senza alcun dubbio. A guidare il reparto esterni c'erano praticamente solo Flaccadori, Hall e Tonut, e proprio i primi due giocano un secondo tempo senza macchia, non sbagliando praticamente mai una scelta e segnando canestri di rara fattura.

L'ex Trento, in una notte da sogno, fa 15+4; Hall ne registra 21+3. Presentarsi al Palau con questi due nomi in cabina di regia è diretta conseguenza del peccato originale, ma, in questo caso, i due buttano davvero il cuore oltre l'ostacolo e giocano da protagonisti assoluti. Bravi loro e chi ha saputo caricarli a dovere.

Nel primo tempo, invece, c'erano stati il solito straordinario Shields (19) e un Niccolò Melli rinato (16+6+3). Ad inizio anno non guardava nemmeno il canestro; ora tira da tre senza paura, segna, mette il suo tiretto in fadeaway e attacca il ferro come non aveva mai fatto in stagione. Questo è il Melli che ci piace.

Poi, tutto il resto viene da una prova corale che parte, finalmente, da una volontà generalizzata di giocare senza paura e limitazioni, con l'incoscienza giusta per correre (ancora, finalmente!) il campo e attaccare con i ritmi elevati dentro i quali questa squadra dà il meglio di sé.

Nell'emergenza, anche Ettore Messina dà il meglio di sé, non sbaglia un quintetto e allena una partita perfetta. Quando ci sono da fare i complimenti, è giusto farli. Questa la pietra miliare da cui ripartire. Questo l'atteggiamento. E' la partita della svolta? Forse sì.

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