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Dopo tre sconfitte consecutive tra Eurolega e campionato, e il terremoto intorno alla figura di Ettore Messina, l'Olimpia Milano torna a giocare una gara solida e volitiva, accarezza la vittoria, ma viene beffata a pochi centesimi di secondo dal traguardo. Il Bayern trionfa 91-84.

Partita ruvida, fatta di sorpassi e controsorpassi che ha visto un'Olimpia decisamente migliore nel secondo tempo. Ibaka, sulla sirena finale, mette una tripla dal valore assoluto, porta la gara all'OT e poi è dominio bavarese.

Il racconto della partita

Parte bene l'Olimpia, con l'attitudine giusta: 3-8. L'attacco milanese sembra quello di Belgrado (16 punti dopo 4 minuti e poco più), complice una difesa bavarese soft. Il Bayern, come ormai di consuetudine, domina però a rimbalzo, torna a contatto facilmente e trova il primo vantaggio sul 19-18. Fase di equilibrio, Hall trova due ottimi canestri e 22-25 dopo 10'.

La partita diventa più fisica e Hines sale in cattedra contro Gillespie mentre la difesa milanese pare in crescita. La squadra di Laso fatica in attacco, ma ha anche grossi passaggi a vuoto difensivi, allora Shields punisce e Melli si esalta in fadeaway: 29-37. Il Bayern, però, al rientro da TO di ricompatta, attacca con pazienza e piazza un controparziale di 12-0. L'Olimpia segna solo 2 punti negli ultimi tre minuti del primo tempo, il Bayern sale di colpi e un dominante Ibaka trova il canestro sulla sirena. 44-39 all'intervallo.

Riparte meglio il Bayern, soprattutto con la difesa che stritola l'attacco milanese: Monaco sul +9, ma poi perde l'attimo per dare una consistente spallata alla partita. Milano si riaccende dal nulla, trova due ottime triple e torna subito sul -1, dando buoni segni di vita. L'inerzia, però, rimane bavarese, in un terzo quarto ruvido e difensivo da ambo le parti. Monaco incappa in qualche persa di troppo e non scappa: 55-52 prima del quarto finale.

Il Bayern ricomincia ancora con una palla persa: fase della partita tutt'altro che brillante della squadra di casa. E allora parità 55 sulla tripla di Hall. Voigtmann prende coraggio e sulla sua tripla Milano ritrova il vantaggio (58-60), mentre il Bayern colleziona perse in uno stato di spaesamento. Flaccadori trova una grande tripla, Monaco ritrova consistenza con un Weiler-Babb cattedratico nel palleggio, arresto e tiro: parità 65 a 3'43" dalla fine. Sembrava finita, ma Ibaka, ancora con la giocata da campione, mette sulla sirena la tripla che manda tutto al supplementare.

All'OT Carsen Edwards punisce in lungo e in largo, si prende completamente la scena e fa 32 sul tabellone segnando in ogni modo. Il finale è amaro per Milano che vede sfuggire una vittoria importante a qualche millimetro dall'arrivo.

Il Bayern è opaco per lunghi tratti, ma Ibaka ed Edwards sono incontenibili

Non è stato un Bayern eccezionale: sicuramente inferiore a quello molto più lucido, continuo ed efficiente visto contro la Virtus settimana scorsa.

Ma i bavaresi si confermano una delle squadre più solide della competizione, capace di sporcare le partite e condurle sulla via della fisicità e della durezza. Così è stato stasera, contro un'Olimpia che comunque ha beneficiato di questo andamento, riuscendo a ricompattarsi.

La difesa di Laso spesso balbetta (soprattutto fatica a contenere le offensive degli esterni avversari), non si fa mancare nemmeno dei momenti di secca offensiva spesso risolti da giocate personali e colleziona non poche palle perse di cui alcune molto banali.

Nel quarto periodo la partita sembrava scappata a un certo punto, poi le giocate di Edwards e quella tripla finale di puro talento di Ibaka hanno regalato un supplementare che poi viene psicologicamente dominato.

Oltre al 40% dall'arco, la vittoria è tutto nel dominio straripante a rimbalzo: 44-22, anche se il rapporto assist/palle perse (13/16) ha rischiato più volte di rovinare tutto. A fare la differenza, alla fine, sono state le giocate dei singoli.

Di un Ibaka sempre più dominante a queste latitudini (20+12, ma soprattutto un fortissimo senso di strapotere ina rea), di un Weiler-Babb chirurgico in difesa e nel segnare canestri in momenti delicati e di un Carsen Edwards che mette in mostra tutte le sue doti da scorer cristallino con un career high da 32 punti.

Il Bayern ha iniziato a macinare vittorie. E aspetta ansioso i rientri di Lucic, Bolmaro e Obst.

L'Olimpia è diversa: lotta e ci mette l'orgoglio. Ma non basta

E' stata un'Olimpia assai diversa da quella vista nelle ultime tre uscite tra campionato e coppa. Sicuramente è sembrata squadra: ha lottato, ha difeso con durezza, ha attacco spartendosi le responsabilità e ha saputo resistere alle spallate avversarie.

Chiariamoci: il livello della pallacanestro della partita non è stata eccelso. Ma Milano doveva ripartire dalle basi, ovvero giocare con durezza, mettendoci voglia e determinazione, e non lasciando nulla di intentato: così è stato. E gli uomini di Messina probabilmente avrebbero meritato la vittoria.

Poi quella doccia freddissima della tripla sul finale di Ibaka e un crollo emotivo nell'OT che è ampiamente comprensibile. Fare fallo su quella situazione e mandare in lunetta il Bayern piuttosto che lasciargli la tripla finale era sacrosanto: l'impressione è che Tonut ci abbia provato, ma una serie di sfortunate coincidenze ha portato la palla nelle mani del centro bavarese.

Per il resto la prova milanese è stata quella di una collettività che, finalmente, si è mostrata coesa. In attacco non c'è stato nulla di eccezionale, però si è attaccato con lucidità e precisione: 15 assist e 7 palle perse. La difesa spesso è stata ruvida come non la si vedeva da tempo. E poi c'è anche stato il solito incredibile Shields da 26 punti.

Insomma, la reazione c'è stata. Tuttavia, una sconfitta arrivata in questo modo rischia di fare ancora più male al morale. Tenendo a mente che giovedì si va nella bolgia del Partizan.

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