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L'Olimpia liquida gli avversari nonostante le difficoltà d'organico

La squadra allenata da Messina chiude l'anno con il sorriso, mostrando il suo volto migliore e giocando una partita molto solida, dimostrandosi in grado di annullare la consueta vivacità del Baskonia.

L'Olimpia controlla durante tutto il corso dei 40' e viene premiata per 76-67.

L'ultima gara dell'Eurolega di Milano nel 2023 vede il suo racconto nei classici tre punti di Eurodevotion.

Remake

Come in un remake di un grande classico reso attuale, ecco che Messina schiera dal primo minuto il celeberrimo "quintettone", stavolta interpretato però da Voigtmann, Melli e Hines. Di solito è il sequel a non superare mai l'originale, in questo caso è il contrario.

L'Olimpia trova tutti e tre coinvolti, tutti a loro agio e ne sfrutta l'intelligenza tattica senza pari, caratteristica fondamentale di ciascuno. Come nei miglior momenti con il Panathinaikos, in più, è capace di involarsi fin da subito in campo aperto. Il primo 9-2 è frutto del contropiede e dell'ottima amalgama e capacità di rifornimento reciproco dei lunghi milanesi.

Di contro il Baskonia non riesce a trovare in nessun modo risorse offensive, non corre, non riproduce quella fluidità di transizione che tanto è essenziale per loro, costante sia nella vecchia versione rossoblu targata Penarroya, sia in quella nuova targata Ivanovic.

Non può correre anche perché l'Olimpia riesce offensivamente molto bene, galvanizzata dall'apporto di due arcigni Flaccadori e Voigtmann, protagonisti di un approccio vorace alla partita.

L'ingresso di Markus Howard arriva proprio quando servirebbe una scossa, ma la sua prima tripla d'autore è la più classica rondine che non fa primavera.

Milano senza Flaccadori usa Hines come portatore di palla e cerca di coinvolgere un Baron ancora in difficoltà nella manovra offensiva. Qui, inizialmente, l'Olimpia incespica un momento, mentre, se il Baskonia è guidato con difficoltà da un superficiale Miller-McIntyre, riesce in questa fase a rubare qualche punto con tagli e un buon movimento di uomini.

L'Olimpia tiene però la barra dritta, non si scompone e afferma la sua leadership.

Valanga biancorossa

Le scarpette rosse del secondo quarto sono protagoniste di una vera e propria slavina, Milano ruba palla a ripetizione e si butta in campo aperto, è Tonut il più grande interprete del break primario del match.

La tensione erculea del canturino, capace di strappare di ardore e fisicità il pallone dalle mani dei suoi avversari, quindi di fuggire da piè veloce sulle praterie del contropiede, è dirompente.

Il culmine del parziale meneghino è la tripla in transizione di un Flaccadori ancora una volta incredibilmente padrone di sè e della situazione. Se nel pre-partita a bordo del Forum si prospettava solo una Milano-Asvel al contrario, dato l'elevato numero di assenze meneghine, è invece proprio qui che l'Olimpia vola nell'iperuranio.

Il primo tempo si chiude con una triplone di autorità di Melli e una difesa d'autore sull'ultimo tiro di Howard, fatta di cambi difensivi e trappola in raddoppio del capitano e di Voigtmann nei secondi finali, che lo costringono all'errore.

La cura Melli sul folletto del New Jersey continua anche nel secondo tempo e lo annichilisce sempre di più. Milano regna incontrastata, domina i baschi, che continuano a non riuscire a trovare il ritmo a loro congeniale.

Il +20 maturato sembra inesorabile, sebbene già verso la fine del terzo quarto il Baskonia in un'atmosfera un po' svagata prova a punzecchiare un po'. Se l'Olimpia si era valsa del quintettone, Dusko fa affidamento sulla triade Costello-Sedekerskis-Moneke e prova a forzare il -10.

È ancora Melli però a occuparsi delle sentenze e in apertura dell'ultimo periodo segna due punti d'astuzia in attacco e cancella con una stoppata il lituano in maglia basca in difesa. The italian job.

Segue la bomba di Flaccadori e Milano risale in sella. Sebbene Baskonia ci provi, con qualche azione di transizione più vispa, Milano non risponde con strumenti di incredibile brillantezza offensiva, che non dispone, ma brilla per ardore e compattezza.

A ripetizione si registrano momenti in cui i recuperi sono propiziati da gente che si butta a terra e tenta di strappare con la garra quello che non può raggiungere con l'organico e le energie.

Voigtmann posterizza le speranze basche, l'Olimpia custodisce il vantaggio fino alla fine e gioisce.

https://twitter.com/EuroLeague/status/1740483415525519462

Periodo di transizione

Il giro di boa per l'Eurolega è una transizione tra due momenti importanti dell'anno. È uno spartiacque e lo è particolarmente per l'Olimpia, chiamata a ricalibrarsi dopo gli ultimi infortuni e gli ultimi arrivi.

Lo ha fatto iniziando con una mostruosa prova della sua ala tedesca (un Voigtmann da 19+12 non si vede tutti i giorni) e del suo capitano Melli (21+3+3), segnando poco e in modo poco omogeneo, anche per la sostanziale mancanza di scorer in organico.

Ma il concetto di transizione è anche fondamentale per capire l'insipienza basca e il valore del break del secondo quarto biancorosso. Su questo, raccogliamo dritta preziosa di coach Messina in risposta a nostra domanda in sala stampa.

"Un conto è se corri dopo un rimbalzo, un conto è se corri dopo canestro. A correre dopo canestro ci riescono in pochissimi, quasi nessuno in Eurolega perché il valore del possesso è molto alto."

Il Baskonia è spesso stata squadra che ha negoziato su quel valore del possesso, lasciandosi molto andare, anche a rischio di "andare fuori ritmo", come da definizione di Messina, ma è anche squadra che ha raramente in certi momenti della partita avuto occasione di correre dopo rimbalzo, grazie all'attenzione dell'Olimpia, che le ha tolto linfa vitale.

Viceversa, andare in campo aperto è stato successo dell'Olimpia, che effettivamente è andata in transizione principalmente dopo aver recuperato palla. Ma questo apre da un lato ad interessanti margini di miglioramento, anche dopo il ritorno dei play, dall'altro evidenzia lo stesso un trend di miglioramento, una solidità difensiva intrisa di propensione offensiva. Un'aggressività sotto pelle pronta a trasformare la difesa in attacco, una difesa offensiva.

"Noi di solito rubiamo abbastanza palle, ma non è che possiamo costruire tutto il nostro attacco sulle palle rubate, perché sarebbe un po' velleitario. Dove possiamo sicuramente migliorare ancora è nel contropiede da rimbalzo, perché lì possiamo avere dei vantaggi che possiamo sfruttare, magari passando più rapidamente la palla e palleggiando un po' meno."

Il nuovo anno attende questo e tanti altri traguardi, per dei play-in che distano oggi, ancora, "solo" due vittorie.

Photo credit: Olimpia Milano Facebook, Baskonia X

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