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La Copa del Rey 2025 ci ha confermato che la stagione del Barça è oltremodo negativa ad oggi.

Poco oltre il 50% di successi con 25 vittorie e 23 sconfitte tra tutte le manifestazioni,  la squadra di Joan Penarroya prosegue un percorso in cui le soddisfazioni si contano sulle dita di una mano, mentre abbonda la parola “fracaso”.

Nel weekend di Las Palmas, dopo la sconfitta del giovedì sera nei quarti di finale contro Tenerife, abbiamo avuto modo di raccogliere molte informazioni su quanto successo e potrebbe succedere in un club che oggi non sa proprio che pesci pigliare.

Punter, Barcellona contro Fittipaldo, Tenerife
Punter contro Fittipaldo prima dell'infortunio nel quarto di Copa del Rey contro Tenerife - photocredit: CopaACB X

La sconfitta in Copa del Rey, gli alibi e le responsabilità 

Nella notte canaria tra giovedì e venerdì ulteriori nubi si sono addensate sul futuro della stagione catalana. Si è perso, ed anche abbastanza male, contro Tenerife e lo si è fatto mancando nel molto decisivo della gara con una totale incapacità gestire il ritmo comandato da Marcelinho Huertas.

Ulteriore beffa il fatto che proprio il favoloso 42enne sia stato proprio idea di mercato del Barça soprattutto dopo l'infortunio di Laprovittola. 

A Las Palmas si arrivava dopo la splendida vittoria di Valencia in Liga, il punto più alto della stagione. A posteriori, vista la forma dei #taronja il tutto può essere un po' ridimensionato, sebbene sia chiaro come alti e bassi, notevoli sia gli uni che gli altri, siano caratteristica di questa squadra costantemente imprevedibile.

E proprio il tema infortuni è fondamentalmente la giustificazione che si concede Penarroya. Perdere Laprovittola per la stagione, provarci con Neto prima che anche lui si fermasse nuovamente e dover fare a meno di Metu per diverse gare era già un carico di sfortuna sufficiente. Non bastasse è arrivata la tegola Vesely, fuori ora per tre mesi, nonchè l'ultima, terribile, che riguarda Kevin Punter, assente per le prossime settimane nel momento chiave della corsa di Eurolega.

Settimo in patria, nono Europa e non solo senza titoli sinora, come peraltro la scorsa stagione, ma anche senza finali viste le uscite in semifinale di Supercopa e nei quarti di Copa del Rey. Il fantasma del secondo anno consecutivo senza sollevare trofei è sempre più reale: questo Barça, così come è oggi, di certo non vince l'Eurolega mentre in Liga parte dietro diverse rivali.

Ovvio che si guardi alla panchina per le responsabilità sebbene una seria analisi debba attribuire alla dirigenza molto di questo disastro.

Negli ultimi anni le separazioni da Jasi e Mirotic, il contratto folle concesso a Willy Hernangomez, un Nigel Hayes-Davis che via dalla Catalunya diventa candidato MVP, sinistramente simile a quanto accaduto negli anni con Vezenkov, uno che qui fu scartato come l'ultimo degli insignificanti, la separazione da Grimau, la barzelletta legata al possibile approdo di Heurtel e l'immobilità attuale sul mercato sono sicuramente fattori più determinanti di quanto possa aver fatto di male il Coach.

Cambiare o non cambiare allenatore? Opzioni ed obblighi del Barça

Oggi Joan Penarroya ha due alleati sicuri.

Il primo è il fattore finanziario. Dopo tutto il denaro gettato al vento sino a quest'estate le casse blaugrana non brillano di luce propria. Cercare un Coach “da Eurolega” costa ed oggi non pare proprio vi sia spazio in tal senso. E la stessa scelta estiva dell'attuale allenatore fa capire tante cose in tale senso.

Ecco che allora il secondo alleato è proprio la mancanza di nomi che si ritengano in grado di far svoltare la stagione in Europa e nel finale di Liga. Da chi si può andare oggi? Profili di un certo tipo liberi non ce n'è ed un'altra scommessa non pare poter dare certezze. Xavi Pascual è sempre “il nome”, ma abbiamo appreso che l'offerta sarebbe stata troppo inferiore alle richieste dell'ultimo vincitore di EL sulla panca del Barça, nonostante egli fosse disposto a ridurre le sue pretese. E poi il suo nome oggi ci pare più caldo verso altri lidi al termine della stagione. Ne riparleremo nelle prossime ore.

Ovvio che la situazione sia estremamente negativa e quasi ingestibile per il Coach. Prima della trasferta di Monaco, un altro dei pochi momenti positivi della stagione, si leggeva che “per ora parte con la squadra”, il nome di Pesic è circolato forte (qui il nostro articolo del 7 gennaio) ed ora la stampa iberica parla di una situazione in cui lo si tiene in sella “solo per mancanza di alternative e di disponibilità economica”. 

Come si crede possa lavorare un allenatore in tale situazione? Che credibilità gli si dà nei confronti dei giocatori? Ecco perchè tra opzioni inesistenti ed una dura realtà le responsabilità più grandi vadano ricercate nell'operato di  Navarro e Cubells, GM e direttore di sezione.

Ora qualche giorno di stop, gli allenamenti riprenderanno venerdì 21 per preparare un “clàsico” alla Movistar Arena che is preannuncia drammatico per chi perderà tra le grandi di Spagna. Se fossero i blaugrana a soccombere ci sono possibilità di svolta oppure si continuerà prigionieri dei propri errori?

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