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Huertas, Tenerife saluta il pubblico in Copa del Rey 2025
Mvp, Mvp, Mvp a 41 anni Marcelinho Huertas - photocredit: CopaACB X

E' iniziata anche la coppa nazionale più attesa e forse anche la più remota. Dalla cornice oceanica di Las Palmas si son giocati i primi due quarti della Copa del Rey 2025 e non son mancate le sorprese.

Unicaja Malaga - Joventut Badalona 100-83

Malaga scaccia i fantasmi del 2024 e approda agevolmente alla semifinale di sabato. Il primo tempo racconta la natura delle due squadre. Malaga afferma il suo status di contender, la Joventut quello di squadra tra le più in forma dell'ultima parte di stagione. 

Il primo tempo è molto equilibrato. La squadra di Ibon Navarro litiga col ferro dalla distanza e nonostante questo, tra transizione e la solita condivisione della palla, guida la gara trovando soluzioni nel pitturato. Badalona però non è qui per apprezzare il piacevole clima isolano.

Dopo un'inizio piuttosto impreciso, la Joventut, con il solito Sam Dekker (23 alla fine), tiene testa alla squadra andalusa cercando di impostare una partita su ritmi inferiori a quelli dettati dai verdi-viola. E all'intervallo il piano funziona. E' parità.

Ma alla ripresa Malaga capisce che è il momento di accelerare. Parziale letale e decisivo nel terzo periodo e approfittando di un Dekker out per medicare un colpo alla testa, sferra il vero colpo del KO alla Penya per l'occasione in un'inedità canotta rosa. 

Malaga non si guarda più indietro e nel finale toccherà anche i 20 punti di margine. Prova di forza che si apprezza ancora di più nei numeri. I ragazzi di coach Navarro vincono una partita in cui l'avversario tira oltre il 50% dall'arco (51% su 27 tentativi) e tira più liberi (17 a 25). 

La chiave sta nella gestione perfettamente efficiente dei ritmi e delle scelte dell'attacco malagueno, che segna 100 punti ma meriterebbe 110 e lode. 21-0 il computo dei punti in transizione, 28 assist con solo 3 palle perse di cui 2 nel primo tempo, contro le 12 di Badalona. Qualcosa di irreale. 

Ricorre la parola gestione. Tutti gli effettivi a segno, minutaggi massimi poco oltre i 20' (oltre i 21' solo Perry e Carter). Un roster con singoli di qualità ma con un livello medio che permette di mantenere intatti intensità e principi di gioco. Osetkovski 18, Taylor 14 e 23 di valutazione in 17'. Insomma è bastata una fiammata da perfetto meccanismo quale è la truppa di Ibon Navarro, per conquistare una meritata semifinale.

La Laguna Tenerife - Barcellona 91-86

L'avversario di Malaga sarà Tenerife. La squadra dell'arcipelago, ma non di casa, ottiene una vittoria in rimonta, frutto di una prova di una solidità disarmante che ha la meglio su un Barcellona, che rende manifesti, tutti i temi che l'accompagnano dall'inizio della stagione.

L'inizio è uno show. Le squadre non sbagliano mai. Tenerife ribatte ogni colpo di un Barcellona che sembra in gran serata e particolarmente ispirato. Appena Tenerife sbaglia due tiri, il Barça prende vantaggio segnando con pressochè chiunque (78% dal campo). 

Ma Tenerife non si può giudicare fino a che non entra in campo Marcelinho. Il brasiliano ex Lakers e Fortitudo, due squadre dove sarà meno ricordato, diventa il più “anziano” a scendere in campo nella storia della Copa del Rey a oltre 41 anni. E di certo non lo fa per firma.

L'impatto è subito quello dei suoi e due assist immaginifici regalano canestri importanti di Shermadini e Fittipaldo (15 tutti nel primo tempo) che tengono a contatto i nero-gialli.

Già perchè il Barça sembra quello di Valencia, quello di Montecarlo, o contro il Fener, insomma quello buono. Quella squadra che sa incanalare il talento collettivo a disposizione in un attacco che può sopperire a lacune e distrazioni difensive. 33 punti nel solo primo quarto (record all-time in Copa), 54 nel primo tempo. Sembra andare tutto per il meglio se non fosse che gli uomini di Vidorreta non cedono e restano aggrappati alla partita.

Il Barcellona tocca la doppia cifra di vantaggio in ognuno dei primi tre quarti, ma Tenerife seppur casa non sia lontana, non vuole saperne di tornarci prima del weekend. Il ritmo della partita si abbassa, Marcelinho elegge Guerra (14 senza errori e 31 di valutazione) a complice e inizia ad impazzare dietro ai blocchi del lungo spagnolo. Tenerife prende prima la scia e poi la targa catalana e supera Penarroya e i suoi, con un canestro in corsa di Huertas, marchio di fabbrica del brasiliano ed ex di turno. 

Il Barcellona ricade nella scellerata gestione dei possessi finali, mettendo una sconcertante ciliegina sulla torta ad un secondo tempo che gli vede metter a segno 32 punti, uno in meno di quanti segnati nel solo primo quarto. Sanguinare così specialmente nel mezzo dell'oceano ti fa diventare facile preda. Marcelinho corona la sua splendida partita segnando 5 punti consecutivi e decisivi dei 22 finali (con 6 rimbalzi 6 assist e 30 di valutazione) e l'Arena di Gran Canaria gli riserva il classico coro “mvp” sui liberi che stabiliscono anche il risultato finale. 

Altra prova inspiegabile del Barcellona. Prova che forse invece a questo punto spiega la stagione così altalenante dei blaugrana. Assenza di punti di riferimento, confusione nelle scelte dei quintetti, difesa discontinua e distratta oltre ad un atteggiamente mentale preoccupante e imprevedibile. 

Ad aggiungere ombre sulla notte canarina dei catalani, l'infortunio alla spalla di Kevin Punter, uscito nel terzo quarto visibilmente dolorante e preoccupato, sperando che il responso sia clemente.

Punter, Barcellona contro Fittipaldo, Tenerife
Punter contro Fittipaldo prima dell'infortunio nel quarto di Copa del Rey contro Tenerife - photocredit: CopaACB X

Ma onore ai vincitori, sarà Malaga-Tenerife dunque la prima semifinale, meritatissima da entrambe le squadre e oramai un classico appuntamento per la Copa del Rey, questa volta in semifinale per completare il giro. Fu finale nel 2023 (vittoria Malaga), quarto lo scorso anno (vittoria Tenerife). Una resa dei conti di Copa.

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