PARTNERS

In un SEF quasi tutti esaurito, segno delle grandi occasioni, i padroni di casa dell'Olympiacos si impongono per 73-60 sul Real Madrid, capolista solitario alla vigilia di questa partita, con record di 13-6.

Non una partita ad alto punteggio nè dall'alta qualità di gioco espresso se ne facciamo una questione di quanto visto oggi sul parquet, ma certamente una sfida che, nonostante tutto, tiene incollati allo schermo per la presenza di grandissimi campioni e di una componente fisica difficilmente ritrovabile in altre squadre di questa competizione.

L'Olympiacos gioca molto bene ma non riesce a chiuderla definitivamente fino a metà quarto periodo, mentre il Real mostra lacune strutturali importanti.

Vittoria dunque meritata quella dei padroni di casa, che si riportano così nel gruppo in testa alla classifica.

LA FORZA DELL'OLYMPIACOS

Partiamo dal presupposto che, a parere del sottoscritto, gli uomini di Bartzokas sono una delle squadre meglio assemblate della competizione, completi in ogni ruolo e con una panchina assolutamente di livello. Detto questo, però, non sono certo la squadra più talentuosa se guardiamo gli effettivi a disposizione, ma da due anni a questa parte giocano probabilmente la miglior pallacanestro offensiva di Euroleague se escludiamo i momenti di onnipotenza cestistica dell'Efes.

Come è possibile tutto ciò? Grazie alla miglior circolazione di palla per distacco, che non permette alle difese di adeguarsi eccessivamente o di preparare difese ad hoc su determinati giocatori senza subire enormi danni collaterali su altri fronti. Questo sistema è sintetizzato molto bene da Vezenkov, terminale offensivo numero 1 dell'Olympiacos, il quale non ha certo brillato per efficacia offensiva questa sera (nonostante i 15 punti), ma è riuscito comunque a rendersi utile ai suoi compagni, terminando nonostante tutto con la miglior valutazione di squadra (14 di PIR).

E' stata proprio questa la differenza più evidente di questo incontro, deciso in maniera molto più netta di quanto non dica il punteggio, vicino ad un KO tecnico ad un certo punto: da un lato una squadra che gioca a basket, fa divertire e si diverte; dall'altra una corazzata con una fisicità mai vista prima a queste latitudini (vale la pena ribadire che la coppia Tavares-Poirier è ingiocabile) ma che non ha creato nulla di nulla per 40 minuti.

L'Olympiacos si porta 2-0 in stagione contro i blancos e la sfida è ufficialmente lanciata a tutti. L'intenzione è quella di andare ad alzare il trofeo a Kaunas, e i lavori sono in corso.

NO REGIA, NO REAL

Ne parliamo da inizio stagione dei problemi in regia del Real Madrid, e questa sera l'ennesima prova inconfutabile.

Puoi provare a stare in partita se hai due fenomeni sotto canestro, puoi provare a ricucire se puoi ruotare Yabusele, Hezonja, Deck e Cornelie come ali, ma senza creatori di gioco, ad eccezione di Musa che comunque non è un playmaker, non puoi vincere questo tipo di partite, di fronte ad un avversario come l'Olympiacos che invece crea eccome.

La stagione è lunga, le assenze di Rodriguez, Williams-Goss e Abalde non possono essere totalmente ignorate, ma stasera il Real è sembrato solo e solamente una squadra che sta in partita per una questione fisica, senza avere però alcun tipo di idea o fluidità in fase offensiva.

La classifica consente di ragionare senza troppe pressioni sul da farsi, ma essere 1-3 contro le squadre pari in classifica qualcosa vorrà pur dire, e conviene cercare di lavorarci su prima di una eventuale serie playoff, dove questa mancanza di soluzioni d'attacco potrebbe diventare un elemento sfruttato a sfinimento dagli avversari, come dimostrato oggi dall'Olympiacos.

Il Real esce dunque male da uno scontro diretto al vertice, e la prossima settimana arriva il Barcellona al Wizink Center (vittorioso ieri a Vitoria).

Euroleague Weekly (R20): Volo Zalgiris, baratro Milano
L'Asvel mette la pietra tombale sull'Eurolega dell'Olimpia