PARTNERS

E' la più bella e classica delle storie delle cenerentole: l'ottava testa di serie, la Germani Brescia, gioca un torneo perfetto, batte le prime due teste di serie e vince la sua prima Coppa Italia nella storia del club!

La finale contro un colosso come la Virtus Bologna è un'altra gara giocata ai limiti della perfezione per intensità e qualità dalla squadra di Magro che vince meritatamente anche l'ultima partita del torneo e si incorona campione.

Con i nostri consueti tre punti proviamo a raccontarvi quelle che sono state le chiavi dell'ennesimo capolavoro lombardo.

La gara

Brescia parte fortissimo e fa subito capire come non voglia essere una mera comparsa: 5-0 di parziale e l'atteggiamento che è quello dei migliori. A essere tesa è la Virtus Bologna che sa bene che ha di più da perdere: la difesa è imprecisa e l'attacco è imballato. Tutta un'altra squadra rispetto a quella della semifinale con Tortona. Nonostante tutto la Virtus è brava ad andare spesso in lunetta e a rimanere incollata al punteggio.

Gli esterni virtussini faticano però tremendamente a contenere gli uno contro uno degli avversari e, d'altro canto, triple ben costruite non entrano. Sul 24-22 arriva il primo vantaggio bianconero, ma le vu nere vanno in bonus già dopo 4 minuti nel secondo quarto. Le triple in casa Virtus non entrano mai e la difesa bresciana in area continua a collassare molto bene. La seconda parte del secondo quarto poi è tutto di marca lombarda: le percentuali virtussine d'altro canto sono gravemente deficitarie. 5/13 ai liberi e 2/11 dall'arco.

Al rientro dagli spogliatoi non cambia l'andante, anzi Brescia prova e mette a segno la fuga andando sul 43-30 con una tripla di Della Valle. La tripla di Cournooh del 52-38 certifica tutto l'andamento della partita con Brescia che difende in modo ruvido e deciso attaccando allo stesso tempo in maniera molto lucida. Il massimo vantaggio arriva sul 56-38 quando Petrucelli segna una tripla con fallo di Belinelli portando i suoi sul +18 e mettendo una seria ipoteca sul match. A questo punto coach Scariolo sfodera la difesa a zona che inceppa l'attacco avversario e ridà energia e fiducia alle vu nere che chiudono il terzo quarto sotto di sole 10 lunghezze.

La difesa a zona continua a funzionare: la Virtus piazza un parziale di 9-0 e accorcia fino al 64-60 con le giocate di un Toko Shengelia che prova a caricarsi la squadra sulle spalle. Sale in cattedra anche l'altro giocatore chiave delle vu nere, ovvero Marco Belinelli: il capitano piazza una tripla dopo l'altra di cui una fuori equilibrio dall'angolo che porta Bologna a contatto sul 70-69. Nel momento in cui Brescia poteva crollare Della Valle reagisce da campione, attacca continuamente il suo uomo, lo batte e segna. Dall'altra parte la difesa bresciana, però, continua a difendere in maniera impressionante e un canestro folle di Massinburg (80-73) chiude definitivamente la contesa. E' tripudio bresciano!

Virtus B

Virtus, la stanchezza limita i bianconeri, ma applausi al capitano

Se la semifinale contro Tortona era stata la partita perfetta comandata e dominata per tutti i 40 minuti di gioco, la finale è stata in gran parte una serata no per gli uomini di Scariolo. Proprio quando mancava l'ultimo tassello per tornare a vincere un trofeo che mancava a Bologna da 21 anni. Peccato. Ma va sottolineato, e poi lo faremo, che dall'altra parte c'è stata una squadra praticamente perfetta che ha saputo giocare a un livello altissimo in questa competizione.

Stamattina avevamo scritto che la squadra sembrava in ottimo stato di forma e in grande fiducia: confermiamo il fatto che, nonostante tutto, la Virtus ha dimostrato ancora una volta di saper essere Squadra con la esse maiuscola (quella rimonta da -18 non è affatto scontata dopo aver subito per quasi tre quarti interi), ma riguardo la condizione fisica forse la sfida con Tortona era stata specchietto per le allodole.

Sì, non si può escludere che i bianconeri abbiano potuto soffrire anche un po' di tensione e pressione: esistono anche queste variabili nello sport ed è giusto che vengano tenute in considerazione. Sicuramente partire da favoritissimi in una finale di una competizione stregata non ha messo grande serenità negli animi bianconeri, ma, come dice sapientemente anche Scariolo, i giocatori ad alti livelli sono pagati anche per saper affrontare questo tipo di emozioni.

D'altro canto però è innegabile che la maggior parte degli interpreti bianconeri era in evidente debito fisico. Coralmente lo si è visto chiaramente da come la difesa ha faticato ad essere energica nei cambi e nelle rotazioni difensive (vedere ad esempio come spesso l'area era vuota dopo che Brescia batteva l'uomo dal palleggio) e da come certe triple aperte sono rimaste corte sul primo ferro. Come sono rimasti corti anche molti tiri liberi: segno probabile di come le gambe fossero pesanti e non reattive come 24 ore prima.

Le percentuali, a proposito, parlano chiaro. 24.1% dall'arco, 68% ai liberi e 13 palle perse in relazione ai 17 assist (numero basso in riferimento agli standard bianconeri).

Poi ci sono i singoli. Gli unici tre sani fisicamente erano Belinelli, Shengelia e Hackett e lo si è visto chiaramente. Altra prestazione monstre del capitano che ha giocato una Coppa Italia pazzesca: anche stasera 24 punti e 3 assist con 18 di valutazione. Innegabilmente poi è mancato Milos Teodosic, fuori condizione e in difficoltà fin dalla palla a due. Dopo averlo tenuto in panchina a lungo Scariolo ha provato a metterlo in campo negli ultimi tre minuti, ma niente da fare. Lo stesso si può dire di Ojeleye: lontano dalla forma migliore.

E' chiaro che in casa bianconera ci sia grande rammarico per essere arrivati vicinissimi a un traguardo storico. Però la condizione fisica della squadra è ancora debilitante e di cose buone se ne sono viste. Sarà importante continuare sulla strada tracciata.

Il miracolo bresciano! Complimenti a coach Magro

Abbiamo parlato di miracolo perché il cammino bresciano ha tutte le stimmate di un qualcosa di straordinario. Ma, in realtà, il clamoroso ed epico successo lombardo è tutto nel lavoro davvero incredibile fatto da coach Magro che ha saputo prendere e trarre il meglio dai giocatori che aveva a disposizione (ricordiamo le pesanti assenzi di Caupain e Cobbins) ricreando un'identità difensiva e sapendo ricostruire nuovi equilibri interni.

Il successo della Leonessa parte tutto dalla difesa: rinata, rocciosa, a tratti impenetrabile. Ed è ovvio che da lì parta tutta la grande cavalcata della Germani. In questo senso è ovvio che il ritorno di John Petrucelli è stato decisivo. Un giocatore che sta salendo sempre più nettamente di livello diventando uno che sposta decisamente gli equilibri in una squadra di metà classifica ma anche uno che potrebbe spostarli anche a piani più alti. La sua difesa nell'uno contro uno è granitica e asfissiante; la sua pericolosità offensiva è altrettanto letale.

Allo stesso tempo Brescia ha saputo benissimo togliere l'area ai propri avversari mettendogli contro i corpi di Gabriel, Odiase e Burns e ha avuto le gambe per uscire sull'arco e per ruotare in maniera ottimale. Davvero ci sono da fare solo i complimenti.

E poi lo stesso si potrebbe dire dell'attacco. Un attacco paziente e ordinato che sa creare spesso un vantaggio sugli esterni. Della Valle e Massinburg si sono dimostrati maestri in questo: attaccare il loro uomo, battere la prima linea di palleggio e poi leggere la situazione. Quindi segnare personalmente oppure trovare il compagno più libero. Ma sono stati magistrali anche nelle forzature: spesso due uomini in missione che hanno realmente saputo essere lucidi e letali nella maggior parte delle circostanze. Della Valle ha giocato un torneo da campione quale sa essere dimostrando ancora una volta che scommettere contro di lui può essere rischioso: 26 punti pesantissimi e 29 di valutazione in serata.

I complimenti poi vanno a coach Magro che, dopo sei sconfitte consecutive, è riuscito a costruire una macchina quasi perfetta portando un trofeo sulla piazza bresciana e dimostrando di saper essere un ottimo allenatore per quanto riguarda la preparazione sul piano tattico.

Cosa aggiungere? Per la Leonessa è una vittoria storica che rimarrà negli annali. C'è solo da applaudire quella che è una cavalcata che si è avvicinata molto al senso dell'epica!

Euroleague Power Ranking #4: in testa scatta l'Olympiacos
Coppe nazionali: trionfo Asvel e Zalgiris, delusione Maccabi