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Il Real torna in sella e trova ragione della Penya

Voleva dimostrare che quella di Gara 1 fosse stata una casualità, un incidente di percorso, il Real. L'approccio è stato effettivamente questo, ma la Penya si è dimostrata ancora una volta un rivale tutt'altro che arrendevole.

Anzi, i verdinegro sono riusciti pure ad arraffare il vantaggio nel pieno della contesa, salvo poi venire piegati con autorevolezza nel finale, per un oltremodo severo 90-73 che impatta la serie.

Gara 2 delle spettacolari semifinali ACB racchiusa nel racconto Eurodevotion.

Approccio revisionista

Il Real Madrid deve riscrivere la storia di una serie, cominciata come i freschi campioni d'Europa forse non si sarebbero attesi. Lo spirito revisionista è subito interpretato dalla mossa di un Hanga con gli occhi iniettati di sangue sulle piste di Kyle Guy, l'uomo del momento di questi playoff e il giustiziere della notte al WiZink Center in Gara 1.

I blancòs producono in attacco, trovano un ottimo Williams-Goss, oltre ad un subito intraprendente Yabusele (9 punti dei primi 13), ma soprattutto una discreta concretezza e diligenza offensiva.

Yabusele galvanizza il Real cn 27 punti in G2 - Eurodevotion

La Penya è del tutto fuori dalla sua confort zone e fatica a trovare riferimenti. Una giocata di Tomic delle sue, un attacco orrendo merengue e un 5-0 firmato Parra in versione piratesca sono unico sussulto di un quarto di difficoltà.

Il Real vola sul velluto offensivo, con Yabusele tripudio impetuoso e Tavares che inizia a calamitare gravità di gioco, soprattutto coi due 4 contemporaneamente schierati da Duran.

22-14 dopo 10' è una gara già in salita, spinta revisionista in salsa madridista.

L'assalto della Penya, l'autorità del Real

Le ostilità sono riaperte, è Rudy il secondo staffettista su Guy. Nel mentre, Parra appare un Guglielmo Tell dalle fattezze taurine e continua a centrare il canestro dalla lunga con la sua balestra.

Badalona è lì con grande garra, comincia a trovare risorse da Brigander, ma il Real è capace di tenere costanti le proprie realizzazioni, capitalizzando i vantaggi creati con l'interpretazione dei movimenti senza palla e martellando sul duello Hezonja-Busquets.

Duran schiera insieme Tomic e Brigander, provando l'assetto massiccio (dopo aver sperimentato quello più leggero), quintetto che pagherà ottimi dividendi. La Penya rimane lì, aggressiva, premiata dall'atteggiamento che Amaya Valdemoro, cronista di Movistar, sottolineerà poco dopo: gli ospiti non stanno giocando la loro partita ideale, ma sono sotto solo di 5/6. Questo non è poco.

Il Real comincia ad attaccare sempre peggio, concedendo qualche fallo in attacco di troppo (qualità dei blocchi approssimativa) e quindi evitabili perse. L'attacco catalano si galvanizza, trova transizione e ritmo, così è Feliz a trovare la bomba del sorpasso.

Il dominicano è capopopolo, avanguardia illuminata, duetta con Parra e guida uno scossone forte nel cuore del match, propiziando il 14-2 ospite.

Il ribaltone è travolgente e segna un nuovo padrone della gara all'intervallo, +4 Penya!

Pronti via, a secondo tempo iniziato, Tomic fa una magia su Tavares, mentre il Real prova ad affidarsi a Musa, continuando a raccogliere pessime percentuali dalla distanza.

Inizia un tira e molla duraturo. I blancòs si riprendono il vantaggio, Badalona risponde con le triple di Busquets. Yabusele è un treno in corsa su qualunque dei diretti avversari, Guy dopo 25' si lascia andare al suo primo (e unico) squillo della gara.

La gara inizia a scivolare dalle parti del Real, che improvvisa a fine terzo una 2-3 non troppo salda, che provoca due tiri aperti di Vives sparati sul ferro. Il vantaggio è conquistato, il finale sarà dimostrazione di autorità.

I madrileni dilagano offensivamente e si beano di un divario sempre più ampio, grazie a una crescente forza e convinzione, mentre i verdinegro tornano alle secche offensive dell'inizio. La Penya affonda, con una punizione che ai punti è fin troppo severa.

Protagonisti e considerazioni

I 90 punti del primo match erano affare difficilmente ripetibile, questo era chiaro. Badalona ha fatto un passo indietro, causa limiti suoi e meriti dell'avversario, nel quarto iniziale e finale, quelli della stretta, la capacità di mettere punti a tabellone si è ridotta.

Con un Guy braccato (5 punti, 3/8 dal campo, 5 perse in 33'), vittima di un trattamento ad personam che mi ha ricordato, in forma diversa, quello praticato dal Barça su Perry, ed un Tomic molto più episodico, le cose sono certo più difficili. 17 palle perse sono stato sintomo incisivo della mancanza in molti casi dei propri punti di riferimento.

Parra è stato fiammata da primo tempo (13+7), Hellenson miglior realizzatore in termini di volume (17 punti), Feliz anima della squadra e leader nelle difficoltà (15+4+2).

Vincere - per giunta largamente e segnandone 90 - con il 26% dall'arco è impresa peculiare. Lo puoi fare se sei il Real e hai il settore lunghi più forte del continente, tanto da poterti concedere uno scintillante 71% da due e una supremazia bulgara a rimbalzo (40-27).

Non è un caso che la Penya abbia avuto il suo momento migliore con la lineup con le due torri, proprio con l'intento di pareggiare il tonnellaggio interno. Soluzione positiva, ma che non ha potuto trovare troppa continuità nel match.

Chiaramente causa di tutto ciò non può che non essere la consueta presenza di Tavares (11+10), ma soprattutto il ruolo di un grimaldello a cui il Real si è affidato mani e piedi (38'!) di nome Yabusele, autore di assalti barbari al pitturato avversario (27 punti con 5/5 da due).

18 palle perse merengue sono infine peccato capitale nei momenti più scivolosi, difetto poi limato nel finale.

Photo credit: Acb, Real Madrid Basket, Club Joventut Badalona Twitter, acb.com

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