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Reyer troppo a lungo impalpabile. Hapoel più solido. La notte di tel Aviv vissuta da vicino in un'arena il cui clima non si discosta tanto da quanto siamo abituati a vedere alla Menora Mivtachim.

Dal nostro inviato Simone Scotta alla Shlomo Group Arena

Arrivo in macchina a Tel Aviv, prendo l’uscita sbagliata e finisco a LaGuardia – sud di Tel Aviv, parte opposta della Expo Tel Aviv, dove e’ andata in scena una bella esibizione di basket ieri sera. 

Tanta pressione in casa israeliana, verso l’Hapoel: stanno facendo bene in campionato, secondi dietro al Maccabi, bene anche in Eurocup, mai cosi in alto prima d’ora. Qualcuno dice che rischiano di non performare stasera, a causa della stessa, il ragazzo ventenne francese-israeliano che lavora su statistiche avanzate per un sito polacco di scommesse (mi sorprende sempre il mondo in cui viviamo!) mi dice che e’ qui per la quinta volta quest’anno, tre volte l’Hapoel ha perso (si augura, nemmeno in modo troppo velato, di non interrompere la striscia). 

Il signore russo, poco interessato al mio iniziale entusiasmo per i rossi, dice che supporta Barcelona, con la r moscia senza peli sulla lingua (atteggiamento molto israeliano, quest’ultimo). 

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Il clima che si respira all'entrata in campo della squadra di casa

Non i migliori presupposti per l’Hapoel, che in barba alle parole di alcuni, inizia alla grande, con un primo quarto da 24-16, Brown sugli scudi (giocatore da Eurolega, lo dimostrera’ in piu’ momenti nel corso della partita).Il secondo quarto e’ stato letteralmente un disastro per la Reyer: da tre non entra veramaente nulla (confusa in attacco, decision-making di Ray veramente da rivedere, mosci sia Willis che lo stesso Spissu). Tokoto per il +19 della Happy Vegan, notte fonda lagunare, con l’ennesima palla persa due possessi dopo. Chiudera’ il quarto a -16, Parks tra i pochi che si salvano nella prima frazione in casa orogranata.

Critiche poco velate nella press zone per Spahija, accusato di poca energia nei timeout e messaggi poco pungenti nei confronti dei giocatori: il passato in gialloblu nel sud della citta’ non aiuta. 

Il terzo quarto ricomincia sulla stessa onda, 44-22 Hapoel, tripla sputata dal ferro per Spissu, dall’altra parte tripla di Mcrae sulla difesa mani in tasca di Granger. Spahija sbraccia, difficile fare altrimenti. 

Una striscia di “SALVATORE” in casa Reyer: scopro stasera dopo un anno e mezzo di vita israeliana/palestinese che e’ il significato di cambio. E gioco pure a basket due volte a settimana.! 

Ad ogni miniparziale veneziano, arriva pronta la risposta della Happy Vegan: dai e dai, Willis che inizia ad essere un fattore, 78-65 a sei dalla fine, 80-69 a meno cinque: la Reyer ci crede. Gli animi si scaldano sul -9 (Parks e’ una furia per un paio di falli fischiati, uscira’ per cinque falli inveendo contro l’arbitro francese Thepenier).  

La Reyer non demorde e rimane attaccata alla partita fino a 30 secondi dalla fine, con un positivo Tessitori componente importante di questo parziale tardivo, purtroppo per gli orogranata, facendo sudare i rivali piu’ di quel che preannunciavano i primi 25 minuti di partita. 

Rimane il rammarico veneziano, con i primi due quarti un po' troppo "soft" e pochi falli spesi. L’Hapoel ha momenti di grande difesa alternata a momenti di buio/confusione in attacco, anche se nelle fasi più complicate non si ha mai l’impressione che la partita potesse sfuggire alla compagine di Danny Franco, apparso in grado di spingere i bottoni giusti nei momenti chiave della partita.

Nel fine settimana il derby con il Maccabi: i tifosi sono gia’ pronti (The derby above everything). 

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