Olimpia bella e matura. Barcellona schiantato al Palau
L'Olimpia infila la sesta vittoria consecutiva, espugnando Barcellona e mettendo insieme una partita di una solidità degna di una grande squadra. Leday Mvp assoluto, con un partita pressochè perfetta a quota 33.
Milano non si ferma. L'Olimpia coglie l'occasione in quel del Palau Blaugrana, battendo un Barcellona con si la abituale scusante degli infortuni, ma nettamente travolto dai ragazzi di coach Messina autori di una partita quasi perfetta. Alla sirena è 81-94 per i milanesi. Il racconto da dietro l'arco, con i nostri abituali 3 punti.
La chiave di volta del match: che terzo quarto per Milano
Il recap di serata inizia dal momento chiave della partita. Il terzo quarto. E se storicamente viene citato il 3 come numero perfetto, per quanto incerte le ragioni, stasera Milano prova a darne una.
Un primo tempo a rincorrere, con il tiro da lontano a non supportare il gioco di Milano e il Barça che invece sembra squadra ben più temibile della altalenante compagine delle ultime settimane. La ripresa inizia su binari simili e i padroni di casa doppiano il massimo vantaggio sul 55-46, un + 9 raggiunto già sul 21-12 agli albori del match.
E proprio questo in realtà sarà il punto di non ritorno per i blaugrana, l'inizio dell'apoteosi per le scarpette rosse. 7-0 di parziale, Causeur e un sublime Leday, Punter firma un paio di canestri da Punter per giungere a quota 60, che sarà stata sufficiente in qualche ordinamento scolastico, di sicuro non stasera sul parquet catalano.
L'Olimpia trova ritmo, percentuali, letture e vola. Leday 10 nel primo tempo, ne segna 23 nel secondo, ma offre uno spettacolo di efficacia e scelte al pubblico pagante e un clinic gratuito alla difesa culè. Il parziale è una sentenza. 36 punti segnati totali, 30-5 da quel 55-46, 20-0 quasi ad eguagliare gli omonimi greci per concludere il quarto. 76-60 con un Barca in ginocchio tecnicamente e mentalmente, ma ne parleremo tra poco.
Milano dopo 25' e rotti minuti, buoni ma da inseguitrice con sporadici affanni, esplode, chiudendo di fatto la partita, gestita in maniera altrettanto egregia negli ultimi 10'. Mvp della serata, Zach Leday. L'ex Partizan, gioca una partita chirurgica ma da leader vero. Tanti punti ma soprattutto tanti punti pesanti a cui aggiunge una qualità di scelte e letture, riconoscibile dalla varietà delle soluzioni. 33 punti (massimo in carriera in Euroleague), con 14 tiri, 9/9 ai liberi per 37 di valutazione. Il tutto in una serata molto emozionale per lui, ricordando suo padre mancanto proprio dopo la trasferta di Barcellona nella scorsa stagione.
Il momento del Barcellona: discontinuità e nervosismo
E' primario sottolineare i meriti dei vincitori, che sono tanti e sui quali torneremo. Ma non si può non guardare anche il rovescio della medaglia, soprattutto quando si parla di una squadra come il Barcellona.
Gli infortuni di lungo corso non possono più bastare a spiegare le performance così altalenanti della squadra catalana. La partita di oggi un discreto manifesto della disfunzionalità che accompagna il Barça. Un primo tempo positivo, grande capacità di usare i vantaggi per condividere la palla, buoni tiri e quindi buone percentuali. 14 assist, 44% da 3, un Vesely pronto a contrastare il quintetto temutissimo con Leday-Mirotic, il talento di Punter e Parker con licenza di creare punti fuori dagli schemi.
Eppure tutto svanisce, senza che nulla di particolare accada. Milano resta nel match, migliora la mira e tanto basta al Barca per trovarsi in una selva oscura. E così il terzo quarto diventa un inferno, non si trovano certezze se non consegnando palla a Punter e sperare che possa togliere le castagne dal fuoco. La difesa sbanda definitivamente, il passaggio in campo di Willy; soprattutto nella metacampo senza palla, è disastroso, il tentativo a zona viene punito con agio dall'attacco milanese vista anche la svagatezza su tagli e recuperi.
A complicare l'assunto un nervosismo crescente, latente che si fa eloquente proprio sulla sirena del famigerato terzo quarto. Vesely difende da califfo su Bolmaro che prova un tanto disperato quanto carpiato tiro sulla sirena da 10 metri. Vesely frana inopinatamente quanto nettamente sull'argentino. Tre liberi, proteste plateali quanto ingiustificate, tecnico a Vesely e alla panchina. Coronamento di un quarto disastroso e cosa forse ancora più dolorosa, tanto simile a quanto visto neanche 24 ore fa in casa dei maggiori rivali, il Real. Sicuri che mal comune mezzo gaudio?
Ok recuperare gli infortunati, ma in primis recuperare il focus mentale per gestire il doppio impegno, Euroleague-Liga Endesa, che si vanno complicando sempre di più, vista anche la situazione ambientale sempre più calda. Emblamatico il finale di gara, con il Palau a tributare una standing ovation per Mirotic prima di riversare una valanga di fischi sulla squadra di casa.
La maturità per Milano: Promossa a pieni voti
Si il terzo quarto è la situazione perfetta di questa sera. E' sotto gli occhi di tutti, è quasi eccessivo per connivenza degli avversari e per dimensioni della prova di forza. Ma ancora meglio forse è la partita nel complesso.
Milano è atterrata a Barcellona con un'occasione notevole, con tutta la pressione che questo può comportare. Occasione colta al volo, sorvolando le difficoltà e dimostrando di saper stare in una partita anche quando non tutto fila per il verso giusto.
Messina e soci hanno dato una grande e ulteriore dimostrazione di forza mentale. Un primo tempo deficitario per chi, abituato a tirare col 40% abbondante da 3 (secondi in tutta l'Euroleague), si ritrova aggrappato al 30. A chi abituato ad alzare i ritmi si vede anestetizzato nelle soluzioni più congeniali e si trova a forzato a giocare azioni che fino a poco tempo fa erano abituali ma non funzionali.
E Milano, resta nella partita, resta con le sue scelte, con quella che oggi dobbiamo chiamare la sua filosofia. Prendere il tiro successivo se è quello giusto. Un processo mentale prima che tecnico, che rende questa Olimpia riconoscibile e bella. E appena tornano energia e precisione balistica, torna vincente.
Se stasera Leday, è un uomo solo al comando, rimane evidente come tutti gli effettivi ora sappiano leggere i momenti della partita, accettarli e portare il proverbiale mattoncino alla causa. Mirotic, legatissimo e apprezzatissimo ex, segna 19 punti con 7 assist, e come Shields, è capace di ritagliarsi il suo spazio in una partita che non necessità della sua prestazione migliore, specialemente nel secondo tempo. Mirotic e Shields (11 stasera nelle pieghe del match), da annosa dicotomia a lineare adattabilità. Importanti, integrati assolutamente armonici nel contesto di squadra, anche quando non serve solo “il canestro da segnare”.
E anche chi non nella migliore serata, vedi Mannion, Causeur, Brooks, Dimitrijevic sanno passare da un errore ad una cosa positiva. Sintomo di un equilibrio tra panchina e campo, che sembrava essere l'elefante nella stanza dei mesi più oscuri. E una menzione va a Diop, il suo ingresso ha portato grande energia sui due lati del campo. Un altro ruolo ritagliato su misura delle caratteristiche del giocatore.
Fosse così facile, Milano sarebbe su un binario diretto a lidi emiratini. Ma il fascino dell'Euroleague è anche la sua crudeltà. Resta però che l'Olimpia si è guadagnata una situazione dove può lavorare bene e crescere ancora, tornando ad inserire giocatori come Bolmaro (già difesa e assist stasera) e Nebo.
Si è anche guadagnata una classifica molto positiva, un sesto posto che la vede a due vittorie dalla testa, e un paio di partite-rimpianto tornano alla mente, ma come nel tennis, si pensa al punto successivo.
Ad una vittoria dal Bayern, pari con Olympiakos, sopra di 1 W rispetto al Pana, in ordine sparso le prossime avversarie, in vista del Natale, al quale l'Olimpia arriva, essendo stata molto buona.