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Aday Mara, il sorriso d’Aragona

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Sensazioni, racconti ed analisi su Aday Mara, il rampollo del basket spagnolo

¡A lo Ricky Rubio!” (acb.com), “La torre de futuro del baloncesto espanol” (Marca), “La perla de la que todo el mundo habla” (sportaragon.com), “El unicorno espanol” (As), “El gigante ‘sin complejos’ ” (El Mundo), “Le Victor Wembanyama espagnol” (Basket USA).

Sembra il corredo celebrativo della locandina dell’ultimo successo cinematografico che sta sbancando il botteghino, invece è il profluvio di titoli entusiasti che si sono scatenati negli ultimi mesi con il dischiudersi del giovanissimo talento del Casademont Zaragoza, Aday Mara.

E’ già da tempo che gli addetti ai lavori tengono d’occhio un tale diamante grezzo, ma il nome di Mara è divenuto celebre al grande pubblico dopo l’esordio in Acb e, in particolare, dopo la straordinaria prestazione contro il Real Madrid, che anche noi abbiamo ripreso con grande entusiasmo.

da Gigantes del Basket Twitter

Una sorta di unicorno, un gigante che è ancora piccolissimo, ma che sembra alquanto maturo per la sua età. Un teenager che attira su di sè paragoni importanti e che qualcuno persino accosta a Wembanyama, per suggerirne le possibilità di impatto, anche mediatico, come prospetto nel prossimo futuro.

L’enfante prodige d’Aragona promette infatti benissimo e ha già messo in mostra qualità fuori dal normale per età e ruolo, così noi non abbiamo resistito a lanciarci nelle più approfondite ricerche sul suo profilo tecnico e umano e ci siamo precipitati alla scoperta di uno dei nomi che potranno dominare la pallacanestro europea (e non solo!) nel prossimo decennio.

Con un format simile a quelli estivi, suddivideremo il nostro reportage quindi in tre capitoli.

(1/4, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

DATI E CARRIERA

Aday Mara, centro classe 2005 nativo di Saragozza, possiede un fisico ciclopico, che misura 220cm per 106 kg (dato da es.wikipedia), con un’incredibile apertura alare di 7’6, ovvero circa 230 cm.

Il virgulto d’Aragona ha infatti una statura alquanto impressionante già dalla più giovane età, tanto che oggi è uno dei più alti cestisti della ACB, sebbene abbia compiuto 17 anni solo in aprile.

Come tutti i predestinati, Mara non può che essere figlio d’arte. Il centro aragonese è stato infatti nutrito a pane e sport sin da quando ha messo piede su questa terra, visto l’impegno professionistico di entrambi i genitori al più alto livello dello sport iberico.

La madre, Geli Gómez, la più fortunata dei due, è stata pallavolista di punta nella Superliga Femenina de Voleibol, una competizione che l’ha vista vincitrice ben sei volte in carriera, con addirittura una parentesi di 4 titoli consecutivi con Tenerife tra il ’96 e il 2000.

Il padre, Francisco Mara, è stato invece cestista e ha giocato 5 partite in ACB nel biennio 86-88, debuttando nel massimo campionato spagnolo a soli 17 anni e 11 mesi, proprio con la maglia dell’allora CAI Zaragoza. Era il 13 settembre 1986.

La mela non cade lontano dall’albero, recita laconica la saggezza popolare, con un velato fatalismo.

Il 16 ottobre di 36 anni dopo, un giovane di 17 anni e 6 mesi indosserà la camiseta biancorossa e ripercorrerà le orme paterne. Ma stiamo correndo troppo, facciamo qualche passo indietro.

Il piccolo Aday ha infatti cercato di deviarlo, quel futuro cui oggi sembra così chiaro predestinato. La sua prima fiamma è il fútbol, comincia a giocare in porta, tentando di emulare un idolo d’infanzia come il leggendario portiere Iker Casillas. Che fosse portato ad usare le mani era già un indizio importante, chi avrebbe detto che in futuro sarebbe servito…

A soli 8 anni il fanciullo è già 1,67m e qualcuno capisce che è la pallacanestro lo sport che fa al caso suo. Il piccolo prodigio muove quindi i primi passi del suo nascente matrimonio con la palla a spicchi nelle file del Basket Lupus, società di minibasket di Saragozza, per poi venir reclutato dalla prestigiosa cantera del Casademont Zaragoza.

Il settore giovanile della squadra della capitale d’Aragona ha infatti lavorato benissimo negli ultimi anni, sfornando giovani talenti di grande prospettiva, tra cui due ragazzi in ascesa, come Alocen e Pradilla e due ancora da sgrezzare, come Langarita e Mara.

Queste le parole di Luis Arbalejo, responsabile del vivaio del Casademont che reclutò Aday quando ancora era un ragazzino.

“Siamo andati a trovarlo a scuola. Era una testa sopra gli altri. Era molto timido, molto legato ai suoi genitori da figlio unico. All’inizio è stato difficile. Dovevamo essere molto pazienti. Eravamo tutti consapevoli di essere di fronte a un grande prospetto, ma per lui era difficile gareggiare, correre in campo, anche il contatto con i rivali. Non era in grado di battere nessuno in uno contro uno. Non potevamo permettergli di entrare in processi che gli avrebbero causato frustrazione.”

Luis Arbalejo, da El Mundo

La fiducia era tutta nei suoi confronti, ben coadiuvata da attenzione e pazienza che non possono mai mancare con un giovane, così era già evidente e folgorante il suo talento, chiaramente superiore come quella “testa più degli altri“.

Oggi quella testa vola sopra le nuvole, in alto nel cielo. Le cose, dai tempi del timido ragazzetto delle giovanili, sono molto cambiate.

“Non c’è squadra NBA che non invii rapporti sui progressi di Aday ogni mese. Non ha limiti, la sua qualità nascosta è la competitività. Non è il tipico gigante buono, ha creatività e carattere.

Luis Arbalejo, da El Mundo

Una delle qualità più volte sottolineate, e da più fronti, che è sbocciata proprio durante gli anni passati nella cantera della sua città natale, è proprio la consapevolezza del suo corpo e dei suoi mezzi, il carattere, insomma, in una chiave che non è affatto scontata per quegli omoni così possenti, che sono sempre al confine tra l’incutere timore e il sembrare ridicoli, scherzi della natura.

Il dramma dell’essere fuori posto, il paradosso di giganti che si fanno buoni per non sembrare orchi, che dalla loro forza traggono solo il disagio di essere diversi da tutti gli altri.

Per Mara, non esiste niente di tutto questo. Lui è, come racconta El Mundo, ‘el gigante ‘sin complejos’ .

Tutti chiedono di lui. Ha destato l’attenzione di tutti nella finale dei Mondiali, con tutta la sicurezza e la tenacia che ha mostrato contro gli USA. E’ un ragazzo dal carattere “sin complejos” (senza complessi, capace di leggerezza, ndr). Chi è così alto di solito è un po’ timido. Accetta il suo corpo. Non gli importa, è un burlone“.

Jorge Sanz, assistente dell’under-17 spagnola, da El Mundo

Il “burlone” di oggi è cresciuto quindi nel tempo, divertendo e divertendosi in campo, attraverso un percorso graduale pensato per lui dalla casa madre di Zaragoza, che ha previsto esperienze nella quarta lega spagnola, la Liga EBA, e nella seconda competizione iberica per importanza, la LEB Oro.

Ha esordito infatti nel 20/21, a 15 anni, con la maglia del Baloncesto El Olivar in EBA, concludendo l’anno con 6,7 punti e 5,3 rimbalzi in 20,3 minuti medi, spalmati su 11 incontri, per poi incrementare le sue presenze tra i grandi l’anno successivo, quando si è diviso tra El Olivar, società associata al Casademont, e la squadra della serie cadetta del Levitec Huesca.

La scorsa stagione ha registrato in 6 partite di LEB Oro 2,7 punti e 3,8 rimbalzi ad allacciata di scarpe, mentre è cresciuto in modo dirompente in EBA, con 10,8 punti, 7,3 rimbalzi, 1,3 assist, 1,8 stoppate e prestazioni che hanno lasciato davvero il segno.

Uno dei momenti simbolici della marcia di avvicinamento di Mara verso il professionismo si è realizzato però in un crocevia del destino, cui in Spagna si è dato un valore molto significativo. La scorsa stagione, quella del ritorno di Marc Gasol nel basket spagnolo, in LEB Oro con il Girona, ha regalato l’occasione di un incontro tra la leggenda ex-NBA e il rampante futuro del front-court spagnolo.

Il fratello di Pau ha debuttato, nel suo ritorno dopo 13 anni in USA, ad inizio dicembre 2021, proprio in un Girona-Huesca, che tra l’altro ha dominato. A buoi ampiamente scappati (73-38 per i catalani), l’allenatore dell’Huesca ha deciso di mandare sul parquet il sedicenne Mara e, anche se i due hanno condiviso il campo per pochissimi secondi, tanto è bastato per lo storico scatto.

In molti l’hanno visto come una sorta di passaggio di consegne. Certo l’accostamento con l’ex Grizzlies è qualcosa di scomodo per il 90% dei giocatori, ma dice molto di quanto sia percepito in modo speciale il ragazzino di Saragozza.

Magari tra qualche anno si ricorderà di quella volta in cui si era trovato a fronteggiare Marc Gasol in post… Dipende tutto da Mara, insomma, quanto questa foto sarà considerata iconica in futuro.

Nel mezzo delle sue esperienze a vario livello nelle competizioni della FEB, il classe 2005 ha anche avuto modo di mettersi in mostra a livello internazionale, nei classici ANGT organizzati da Euroleague, Istanbul 2021 e Varese 2022, e soprattutto, nel mondiale under-17 disputato a Malaga.

Se nel caso dell’Adidas Next Generation Tournament di Turchia si è messo preliminarmente in mostra contro rivali di due anni più grandi, realizzando cifre di buonissima fattura – 8,5 punti, 10,5 rimbalzi, 3,5 assist e 14 di valutazione -, ovviamente è stato nell’occasione della competizione globale FIBA che ha raccolto i più grandi consensi, soprattutto degli scout oltreoceano. Nel torneo le sue stats sono state di 12,6 punti, 5 rimbalzi, 1,9 stoppate, 1,6 assist e 16,4 di valutazione.

Jonathan Givony, fondatore di Draft Express

Sesto per valutazione del torneo, in particolare Mara ha attirato su di sé i riflettori nella combattuta finale contro team USA, che è valsa ad una promettente selezione spagnola l’argento. In quella gara ha confezionato 16 punti, 7 rimbalzi e 5 stoppate in 26′.

Solo buone impressioni, nell’esperienza che lo ha di fatto accompagnato all’inizio di una stagione importantissima, la corrente, che vanno dagli scout fino all’opinione del suo allenatore, Javi Zamora, tecnico dell’under-17 della Roja.

La mia esperienza con Aday quest’estate in Nazionale è stata sensazionale. Ha grandi doti di leadership. La sua tolleranza per la frustrazione ha catturato la mia attenzione.

Javi Zamora, coach della Spagna under-17, da El Mundo

Un apprezzamento che va molto al di là delle doti tecniche, delle qualità uniche che Mara sa esprimere sul campo da basket, qua si tratta di virtù umane. Altro spessore, altra pregevolezza.

“È un ragazzo a cui piace molto quello che fa e nei momenti di stress competitivo, nei momenti in cui affronta le avversità… ha sempre il sorriso sul volto, capisce cosa sta succedendo e con una maturità difficile da vedere per la sua età. E’ un ragazzo umile, molto normale e al limite dell’estroverso.”

Javi Zamora, coach della Spagna under-17, da Diario AS

La potenza del sorriso, la gioia del gioco e dell’ebbra gioventù, ma anche testa, leadership, ardore competitivo, un condensato di lucido entusiasmo che non può che essere prodigioso valore aggiunto.

Sarebbe il caso, forse, a questo punto, di ricongiungere il filo narrativo con le vicende di una trentina d’anni fa, in terra aragonese, cui facevamo riferimento prima, ma per dovere di cronaca è opportuno sottolineare che il vero battesimo di fuoco nel professionismo sia stato in FIBA Europe Cup contro Reggio Emilia. Novembre 2021, Ponsarnau gli dà un occasione nell’insignificante gara conclusiva di un girone ormai perso, per lui è l’esordio in prima squadra con 2 punti e 2 rimbalzi.

Ma è solo l’antipasto, una passerella senza troppo significato.

L’opportunità vera arriva poco più di un mese fa. Zaragoza non ne azzecca una in campionato, la squadra è in piena crisi e sono tante le defezioni, Schiller gioca una carta imprevista e lo schiera contro un avversario proibitivo come il Baskonia.

Speriamo tutti sia stato l’inizio di qualcosa di meraviglioso. Sicuramente il clamore del pubblico, l’orgoglio di indossare la canotta che suo padre aveva calzato 36 anni prima, l’emozione di calcare il parquet del Principe Felipe da nativo di Saragozza hanno reso speciale un ingresso in campo che non poteva essere più sorprendente.

Mara ha segnato 8 punti, con 4 rimbalzi e una tripla, che hanno rianimato un popolo intero. Freschezza e sfrontatezza, sublime poesia in movimento sul rettangolo di gioco.

“Aday Mara ha avuto un notevole impatto in attacco grazie alla sua capacità di giocare il pick and roll. […] quando riceve palla vicino a canestro può fare tante cose, ci ha aiutato molto in questo aspetto. A 17 anni, ha debuttato molto bene.”

Martin Schiller, ex tecnico del Casademont, da Marca

Il suo è stato un modo perfetto per accedere ad un ristrettissimo gruppo di Golden Boy, capaci di avere un tale impatto all’esordio in Acb in così tenera età, un club ancora più ristretto se si considerano i lunghi della sua specifica stazza.

Una prima sulle scene che è stata da molti definita storica, ma che non ha cancellato le sue prerogative di giovane in età di “Bachillerato“, il secondo grado della secondaria spagnola.

Racconta infatti El Mundo che il lunedì dopo il Baskonia per lui fosse già tempo di buttarsi sui libri. Nella settimana degli esami, lo studio non poteva essere messo da parte, dato un percorso in direzione Fisioterapia all’università cui abdicare non è una possibilità. In famiglia ci tengono e pare non permetteranno che Mara abbassi la guardia e si monti la testa.

Ad ogni modo il suo contributo è sembrato, da quel momento, stabilizzarsi sempre di più, con il neo-arrivato Fisac che gli ha concesso altri 18′ minuti nelle successive tre, in cui Mara ha totalizzato la bellezza di 14 punti (dati aggiornati alla data di scrittura del presente articolo, ndr). Abbiamo già citato il fenomenale exploit contro le merengues

Adesso in ACB ha conquistato tantissimi cuori, con quella sua allegria contagiosa e quel volto fanciullesco che si confà ad un efebico Apollo. Il destino lo chiama a sorti divine, l’oracolo di Delfi ancora non si è pronunciato.

Fonti: https://www.marca.com/baloncesto/acb/2022/10/17/634cc46e46163fd7638b457b.html, https://www.marca.com/baloncesto/euroliga/2021/03/21/6057459e268e3e53638b45aa.html, https://www.elmundo.es/deportes/baloncesto/liga-endesa/2022/10/18/634d4f3be4d4d885348b458d.html, https://www.marca.com/baloncesto/basketfeb/2021/12/04/61ab5e81e2704e2d808b4598.html, https://as.com/baloncesto/aday-mara-el-unicornio-espanol-n/

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CARATTERISTICHE TECNICHE

Il profilo di Mara è quello di un centro da un certo punto di vista tradizionale, dall’altro molto moderno, che può avere senza alcun dubbio grande futuro nella pallacanestro di oggi.

E’ certamente un 5 classico nel senso di stazza e di modo di giocare, senza particolare versatilità di ruolo e con una dimensione che getta le sue radici nel gioco interno, mentre è decisamente più al passo con i tempi per una serie di intrigantissime caratteristiche che tenteremo di dipanare nel seguito dell’analisi tecnica.

Per cominciare a smussare grossolanamente i tratti del suo identitkit, può essere opportuno cercare una comparison che possa rendergli giustizia, giusto per contestualizzare.

Facendo riferimento a nostre fonti iberiche, che hanno particolari legami anche con l’ambiente NBA, segnaliamo come sia un giocatore universalmente percepito come davvero forte, paragonabile addirittura ad un mostro sacro come il già citato Marc Gasol, per lettura del gioco e capacità di passaggio. Le prospettive dal loro osservatorio sarebbero quindi, in quell’ottica, quelle di ambire ad arrivare nel tempo ad un giocatore che abbia somiglianze con Jokic per impatto sulla manovra di squadra.

Volando più basso, sempre secondo gli spifferi che abbiamo raccolto, oltreoceano Mara è spesso accomunato ad un profilo come quello di Walker Kessler, rookie che sta facendo intravedere buone cose in canotta Utah Jazz (qui per chi vuole avere un’idea più precisa del giocatore). Chiaramente si crede che lo spagnolo possa essere anche meglio del lungo americano, sebbene oggi sia nettamente indietro dal punto di vista fisico.

Se ci spostiamo al tipo di atleti che vengono abbinati a lui nella stampa spagnola ed europea, in senso decisamente più generalista, si trova spesso il nome di gente quale Wembanyama, Porzingis, Holmgren o Markkannen. Giocatori tra loro diversi, che rientrano nella categoria più o meno inflazionata dei cosiddetti “unicorni”, ciclopi del basket che fanno ben più che vivacchiare nei pressi del ferro.

Mara vicino al centro di 228cm del Canada U-17, Olivier Roux

Il punto di vista di chi scrive è che in tutti questi paragoni c’è qualcosa di buono da registrare per comporre un puzzle così complesso come il profilo di un giocatore, tra l’altro in giovane età e quindi in grande divenire.

Personalmente ritengo che con Kessler ci siano in comune all’incirca le misure del fisico, la buona rapidità di piedi in rapporto alla stazza, l’istinto per la stoppata e (per ora!) la capacità limitata di crearsi il tiro in proprio. Decisamente l’americano è però più solido fisicamente, ma infinitamente meno passatore e, per questo, meno incisivo nelle potenzialità offensive di una squadra.

Se posso aggiungere un tassello al mosaico, rimanendo nel contesto del basket spagnolo, Mara mi ha ricordato per struttura fisica e qualità di passaggio dal post, un prime Ante Tomic. Rispetto al gigante di Dubrovnick ha certo meno mestiere, ma anche tutt’un’altra prospettiva di crescita nello spettro offensivo, potenzialità difensiva in protezione del ferro e un “garra” che suggerisce grandi auspici.

ATTACCO

Il giovane Aday è un talento certamente speciale, che offre in attacco, nelle qualità sia potenziali che correnti, degli spunti davvero interessanti.

Uno dei settori primari in cui il suo gioco si configura è chiaramente la sua qualità di bersaglio sul pick and roll, in cui sa essere sorgente ben più che affidabile, come ha confermato al suo debutto Martin Schiller in conferenza. E’ infatti una minaccia sul roll, tanto nel tagliare profondo e ricevere nei pressi del canestro, quanto come short roller, situazione in cui può usare le sue capacità di lettura o punire la difesa con un tiro dalla media che è in crescita.

Nella conclusione è spesso abituato ad inchiodare con relativa facilità, nei pressi del ferro sceglie infatti la schiacciata come situazione preferenziale data l’altezza. Per quanto riguarda il finishing, ha un buon tocco nelle immediate vicinanze del ferro e, inoltre, si caratterizza come un lob target di ottima efficacia.

Su questo punto va sottolineato come in qualche scouting report gli si contesti qualche superficialità di troppo sui cosiddetti bunnies (i tentativi non contestati da sotto canestro) e, nonostante un discreto atletismo per la taglia, anche un vertical jump su cui lavorare, dati tentativi di schiacciata non sempre conclusivi con il massimo della sicurezza.

Discorso diverso per il tiro.

La questione in questo caso è da dibattere più in profondità. Per il talento che ha a disposizione sembra il tiro uno sviluppo naturale del suo gioco, tant’è che le nostre fonti spagnole si esprimono fiduciose sul fatto che Mara sarà un tiratore, potendo diventare un giocatore parecchio completo, appunto alla Jokic.

Non sempre questa fiducia è condivisa.

Quello che di cui non ha dato prova in questo torneo per essere un futuribile giocatore NBA è il suo tiro da lontano. Ha segnato una tripla in tutto il torneo e quell’unico tiro è entrato di tabella. Inoltre, ha tirato solo 55% ai liberi durante la competizione”.

Eric Guilleminault, NbaDraft.net, Mondiali U-17 2022

E’ senza dubbio una caratteristica che sta cercando di far entrare con sempre maggiore efficacia nel suo bagaglio e che sfrutta in particolare nelle situazioni di pick and pop, tanto dalla punta, quanto dalla media, oppure ad esempio come il jumper contro il Baskonia, segnato dopo essere stato servito a rimorchio.

“Giudicando dai suoi liberi ha un form di tiro ripetitivo, ma la sua mano sinistra sembra troppo coinvolta nell’azione di tiro, danneggiando così la sua precisione.”

Igor Chytrzynski, Eurospects, ANGT Istanbul 2021

Come è chiaro che lo sviluppo del tiro sia qualcosa ancora in fase di gestazione, è anche chiaro che serva lavorare sulla tecnica e già qualche passo in avanti sia stato fatto. Finora il tiro è ancora un po’ piatto e lento, ma dall’idea che ci siamo fatti di questo atleta, possiamo affermare che Mara possa riuscire a crescere molto in questa fase del gioco.

Per quanto riguarda il resto dello spettro offensivo, corre il campo in modo decisamente promettente e sa sistemarsi in modo paziente e composto in posizione di low block (le zone di campo vicino a canestro ai lati del pitturato), per ricevere e capitalizzare i passaggi dei compagni.

A questo unisce un buon fade-away, che è una delle sue soluzioni preferite e che ci consente di traslare il discorso alla sua efficacia in post.

Chiaramente ha finora affrontato avversari non eccessivamente sfidanti a livello fisico, anche e soprattutto per la sua taglia così fuori dal comune, ma, precisato questo, ha dimostrato già da ora un più che discreto footwork spalle a canestro, con una buona capacità di aggirare il difensore sulla virata, o di farsi spazio per un gancetto dei più classici, alle volte appunto con un fade-away.

E’ molto bravo a tenere la palla in alto, usando le sue braccia lunghe per tenerla lontano dalle mire degli avversari e ridurre quasi a zero i rischi di farsela scippare, inoltre non “carica” mai l’avversario.

La chiave in questo discorso è ancora una volta il fattore fisico, poiché quello di Mara rimane un corpo tutto da mettere in piedi, oltre ad una durezza nei contatti che dovrà alimentare ed interiorizzare con il crescere del suo tonnellaggio. Tra i due ANGT, infatti, Eurospects ha notato qualche chilo in più conquistato, mentre c’è molto ancora da fare in termini di resistenza.

Difatti, la sua scarsa capacità finora di crearsi il tiro in proprio, è anche dovuta proprio alla necessità di dare possenza al suo fisico, per cui molto spesso si trova a segnare più su un suo buon posizionamento canestri tutto sommato facili, rispetto ad invenzioni che il suo talento in linea di principio gli consentirebbe.

La sua dimensione in post comunque sia esiste, anche se andrà implementata e resa più strutturale, e questo lo rende una presenza alquanto minacciosa, poiché, unita alla sua capacità di dare via il pallone mina la possibilità della difesa di fermarlo e scoraggia gli aiuti.

Ed ecco che arriviamo alla vera qualità elitè di questo giocatore, che è ormai l’elefante nella stanza della nostra analisi: la capacità di passaggio. Il successo in questo fondamentale del rampollo di Saragozza è riconosciuto con unanime entusiasmo.

Le nostre fonti di cui sopra ci segnalano di quanto Mara sia uno dei migliori mai visti a quell’età e con quella stazza nella capacità di passare la palla e troviamo certo enorme difficoltà a smentirli.

La grande varietà e inventiva del passing di Mara

Elitaria è la sua capacità di passaggio dal post in particolare, ma in realtà si estende a tantissime zone del campo, dal gomito, fino in punta, così come in quelle brillanti visioni dopo il rimbalzo con palloni tutto campo a cercare il compagno che ha sprintato in transizione. Una possibilità di playmaking aggiunto totale che non si vede spesso e che è, ancora una volta, quello che richiama dei flash di Nikola Jokic.

“[…] ciò che lo rende un prospetto interessante è il suo senso del gioco e il tocco intorno a canestro. Legge le difese molo bene ed è un passatore eccelente, infatti la Spagna a volte lo ha fatto giocare nel ruolo ‘point center‘, vedendolo persino fare alcuni ‘handball passes‘ alla Jokic.

Eric Guilleminault, NbaDraft.net, Mondiali U-17 2022

La sua è una dote naturale, che trasuda genio e raffinatezza e di cui l’interessato è pienamente consapevole.

Sin da piccolo leggo bene il gioco. Ecco perché quando mi alleno cerco sempre di migliorare i passaggi che sfrutterò al massimo durante le partite, per fallire il minor numero di volte possibile”.

Aday Mara sulle sua qualità di passaggio, da fiba.basketball

Sempre la FIBA ha sciorinato in un articolo dedicato a lui alcuni dati molto interessanti su quella che è probabilmente la sua virtù tecnica principale.

Se ci riferiamo al torneo internazionale U-17, le statistiche dicono che la Spagna avesse il 47% in più di possibilità di creare un attacco fruttuoso con Mara in campo, rispetto a quando era fuori. Sulla base delle analisi di oltre 25 partite con Mara nella stagione che ha preceduto il mondiale, il numero previsto in proiezione di possessi con l’iberico in campo si crede sia stato decisamente superiore (circa 78), mentre senza di lui sarebbe nettamente sceso a 67. Ciò significa che, con Mara sul parquet, le sue squadre sono più efficienti nell’arrivare al tiro, più presto nei 24′ a disposizione e quindi sono in grado di produrre più possessi.

L’impatto è lampante, e potrebbe essere ancora più ingigantito dai suoi progressi al tiro e spalle a canestro, per la gravity con cui attrarrebbe le difese.

Ha un’abilità di passaggio che non puoi insegnare. Visione di gioco, occhi dietro la testa, tempismo e precisione: è fantastico nell’allargare il campo e punire trappole difensive o aiuti. Da Jokic in poi non abbiamo visto un altro lungo europeo con impatto internazionale tanto bravo quanto lui come passatore.

Scout anonimo, da fiba.basketball

DIFESA

Per quanto riguarda la fase difensiva, i presupposti sono chiaramente quelli di stampo fisico. Come sottolineano le nostre fonti, non può che far fatica – 220 cm si pagano! -, ma non è per nulla soft, ha garra e buon tempismo per le stoppate.

Il giocatore è dotato di buona coordinazione, oltre ad avere mani grandi e piedi tutto sommato rapidi, è davvero molto mobile per la sua stazza e ciò che gli manca in velocità, riesce in alcuni casi a compensarlo con la lunghezza.

La sua migliore caratterstica difensiva è senza dubbio il tempismo come stoppatore, che è certamente favorito dalle lunghissime leve a disposizione, ma anche da un ottimo senso del fondamentale, e questo gli dà ottime chanches come rim protector. Decisamente non è switchable, va in difficoltà sui cambi, poichè, anche se si muove bene, è ovviamente esposto fuori dall’area.

E’ discutibile quanto bene possa difendere un pick and roll a livello NBA, dal momento che con rarità è solito difendere qualcuno oltre la linea del tiro libero in senso esteso.”

Eric Guilleminault, NbaDraft.net

Difensivamente su tutte le situazioni di pick and roll in cui viene incluso, fa tanta fatica e la squadra deve lavorare sulle sue falle. La sua velocità e le sue possibilità atletiche sono quelle che sono data la taglia, ma può migliorare molto nel limitare i danni con scelte e tempismo. L’ho visto fare contro Howard uno show che non è affatto da buttare, mentre sui pop di Costello si è dimostrato inevitabilmente una liability.

Abbinato ad un 4 difensivo e atletico, come potrebbe essere Aaron Gordon per Jokic, e ben protetto tatticamente, anche ad esempio in una Box-and-one ad esempio, si possono esaltare le sue doti di totem attorno al ferro.

Infine, nel settore dei rimbalzi non sembra un talento naturale, famelico, la maggior parte dei palloni catturati sembra li agguanti grazie alla sua stazza, più che alla posizione o all’imposizione nella lotta fisica. In realtà però, almeno nelle prime comparsate in Abc ho visto una buona dose di cattiveria a rimbalzo offensivo. Mara infatti, nelle gare giocate finora (sempre dati aggiornati alla data di redazione del pezzo, ndr), ha sempre strappato almeno una carambola nei pressi del canestro dei suoi e non di rado ne ha ricavato un’occasione per convertire qualche punto dalla spazzatura.

Fonti: https://www.nbadraftjunkies.com/aday-mara, https://eurospects.com/player/aday-mara/, https://www.nbadraft.net/2022-fiba-u17-world-cup-top-10-international-prospects/, https://www.fiba.basketball/world/u17/2022/news/spain-big-man-mara-passing-his-way-to-star-prospect-status, https://www.youtube.com/watch?v=ZgwyEtFAuBE, https://youtu.be/PWjuG4WvpyU?t=912

(3/4, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

PROSPETTIVE E FUTURO

La fine di questo lungo percorso nei meandri più profondi della storia del più atteso prospetto della Roja è necessariamente legata a doppio filo con un dovuto scorcio sul suo futuro.

Cosa serve perché il rampollo di Saragozza diventi re del regno d’Aragona?

I nostri spifferi cui abbiamo fatto più volte riferimento riferiscono di quanto sia unanimemente considerato tra i migliori 3/4 prospetti del 2005. Le sue prospettive vanno perciò senza dubbio verso l’NBA Draft, ma, con l’altezza che ha, dipende dove finirà.

Per il tipo di giocatore che è, la questione è se si troverà nella franchigia giusta dove potranno sviluppare il suo talento. Ci sono front office che credono particolarmente in questa specie di atleti e, con l’incastro giusto, potrebbero sceglierlo anche molto in alto, ma ovviamente ci possono essere anche squadre meno convinte.

Qualcosa di simile lo racconta ancora Eric Guilleminault per NbaDraft.net, secondo cui Mara è un centro tradizionale per un NBA che è diventata molto selettiva e stringente nel draftare centri tradizionali, per cui non abbiamo indicazioni chiarissime di quale potrebbe essere un suo destino a stelle e strisce.

Indagando brevemente, i siti americani lo proiettano al primo giro del Draft 2024, alla peggio prestissimo nel secondo. Nba Draft Room lo vuole alla 10, The Resource Nexus alla 19, mentre NbaDraft.net lo colloca alla 35.

Dipenderà innanzitutto dal contesto, ma, ancora di più, dal discorso fisico, che concerne quanto sarà bravo lui e chi lavora con lui a costruire una fisicità competitiva per il livello, in rapporto anche ad un certo dinamismo. Le nostri fonti insistono sul fatto che questo sia uno dei passaggi più importanti di come si svilupperà la sua carriera, ma sono anche abbastanza tranquille nell’affermare che, nel caso non riuscisse a svoltare sotto questo aspetto in modo determinante, Mara è quasi sicuro di avere una carriera a livello Eurolega, ha troppa qualità per non farlo.

E’ vero anche, effettivamente, che ci sono voci anche voci un po’ dubbiose sulla sua tenuta al di fuori dell’ambito FIBA, con un campo infinitamente più grande, sia materialmente, sia perché allargato dall’uso ancor più vertiginoso del tiro da tre, e ancora una volta, per l’impatto con una durezza fisica e atletica molto diversa.

Altrettante però sono le parti che sottolineano il talento e soprattutto la propensione al lavoro di questo ragazzo d’oro.

Il tempo dirà qual è il ‘tetto’ delle sue ambizioni, ma per il suo carattere, la sua educazione, la sua umiltà e il suo modo di lavorare, sarà alto e, almeno, in questa generazione è chiamato ad essere uno dei migliori.”

Javi Zamora, da Diario AS

Infatti, oltretutto è considerato parte fondamentale di un’intrigante generazione, i teeneager spagnoli, che dà grandi auspici alla FEB ed è osservata con occhio attentissimo. La Roja spera infatti in una rinnovata covata di campioni, che, partendo da Mara, include Langarita, ma anche e soprattutto Izan Almansa (anche loro 2005) e il 2006 Hugo Gonzalez.

Tornando con la mente ai confini nazionali spagnoli, torniamo così anche al presente.

Nel suo Casademont oggi Mara che ambizioni ha? Può entrare in rotazione, anzi lo sta già facendo, abbastanza stabilmente. Seppur usando grande cautela nella modulazione dello sforzo, è possibile riesca a guadagnarsi quei 10-12 minuti medi che gli permettano di prendere confidenza con l’Acb. La progressività è richiesta non solo per il desiderio di non bruciarlo, ma anche per la necessità di lavorare sulla resistenza, la capacità di tenere il campo per più minuti, che è un settore di crescita indicato anche dagli scout in passato.

La sua potrebbe essere una stagione interlocutoria, dove ritagliarsi il suo spazio in un team che ha avuto delle difficoltà, ma si sta riprendendo, per poi magari avere delle responsabilità molto più serie l’anno prossimo, che sarà quello che lo porterà con ogni probabilità al cruciale appuntamento del Draft e che ci dirà di più su quanto sia esteso concretamente il suo ceiling.

Mara, il geniale gigante col sorriso. Potrebbe essere il titolo di un libro di Roald Dahl, noi speriamo possa essere il più classico dei romanzi a lieto fine!

Photo credit: fiba.basketball, Casademont Zaragoza Facebook

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