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La Germania stende una Francia abulica: Schroder e Lo incantano, Gobert e Fournier steccano

Francia Gemania Lo
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E’ una serata di grande festa per la Germania all’arena di Colonia: omaggio alla leggenda Dirk Nowitzki con ritiro della sua maglia numero 14 e vittoria davanti al proprio pubblico contro la Francia per 76 a 63.

Una vittoria bella, rotonda e convincente contro un avversario che sulla carta è superiore e che viene dato come una delle maggiori pretendenti per la vittoria finale. Eppure i problemi dei francesi evidenziati stasera sono tanti; e i motivi per considerare i tedeschi qualcosa di più di semplici underdog sono altrettanto tanti.

Dopo la prima giornata di partite la Germania si trova in testa al famigerato girone B insieme a Slovenia e Bosnia che hanno battuto rispettivamente Lituania e Ungheria. Andiamo a fondo del “posticipo serale” tra Germania e Francia con i nostri consueti tre punti d’analisi!

La Germania vince di voglia e intensità; la Francia pecca di presunzione

Oltre ai numeri che raccontano la partita che sono sempre importanti, dietro a un risultato dicono spesso molto anche i linguaggi del corpo. Ottimo quello tedesco; pessimo quello transalpino.

Gli uomini di coach Herbert sapevano di partire un po’ dietro rispetto agli avversari come quotazioni prima della palla a due. Eppure, dopo qualche minuto di assestamento, hanno giocato senza alcuna paura e con molta propositività mantenendo per tutto l’arco dei 40 minuti di gioco una difesa rocciosa di grande livello e un attacco fluido e variegato che si è contraddistinto per la varietà degli interpreti.

D’altro canto i francesi non hanno tanto demeritato in fase difensiva (difficile fare tanto male quando hai giocatori come Albicy, Gobert, Poirier e compagnia) – anche se c’è stata più di qualche sbavatura -, quanto in attacco dove hanno fornito una prestazione più che insufficiente. La palla si è mossa poco e male, e spesso si è arrivati alla fine dei 24 secondi senza costruire nulla. Lunghi ed esterni, in più di un’occasione, sono sembrati scollegati come reparti: quando hai i lunghi dei francesi e non li sfrutti è peccato mortale.

A testimoniare la scarsa prestazione francese c’è il dato delle palle perse: 17. Troppe, veramente troppe. In più gli uomini di Collet hanno vinto la lotta a rimbalzo solo di 3 carambole: troppo poco per una squadra che vanta i centimetri dei transalpini. Di tutto questo hanno approfittato i tedeschi che sono stati cinici ad approfittare delle difficoltà degli avversari giocando in modo lucido e preciso.

La coppia Schroder-Lo, le prove di Thiemann e Giffey

In pochi possono permettersi una coppia di playmaker come quella che può schierare in campo la Germania. Dennis Schroeder e Maodo Lo sono due che hanno i razzi sotto le scarpe e che, se si accendono, possono da soli vincere una partita. Lo hanno dimostrato in serata. In due stasera 24 punti e 10 assist.

Coach Gordie Herbert, in certi frangenti di partita, si è anche permesso il lusso di schierarli insieme in campo: rischioso, pensando alla fase difensiva, ma molto intrigante.

Poi i tedeschi possono contare su un reparto di ali piccole versatili e con punti nelle mani: Franz Wagner è talento cristallino e Niels Giffey ha un’ottima mano. E’ chiaro che quest’ultimo ha overperformato (13 punti con 3/4 dall’arco e 4 rimbalzi), ma il suo può essere un apporto molto importante all’interno delle rotazioni.

Sotto canestro, poi, i tedeschi possono vantare altrettanta solidità e lo hanno dimostrato. Daniel Theis ha incartato Gobert e Voigtman ha fatto la solita buona prestazione. Tuttavia, quello che ha brillato di più è stato Johannes Thiemann, un altro dei grandi prodotti che escono dalla fucina dell’Alba Berlino. Ottima mano, gioco interno, tiro dall’arco e presenza difensiva: sa fare quasi tutto, di cui diverse cose molto bene. 14 punti, 6 rimbalzi e 19 di valutazione: una prestazione da MVP della partita.

Francia, Gobert e Fournier devono fare molto di più. Si salva solo Yabusele

Come detto, della prestazione francese si è salvato poco nulla. Sopra abbiamo parlato dell’atteggiamento; proviamo a dare un’occhiata all’aspetto tecnico.

E’ cosa certa che Rudy Gobert ed Evan Fournier, i due che dovrebbero trainare questa squadra, devono fare molto di più. Il centro è incappato in una delle sue serate no; ci si aspetta immediata risposta dalla prossima partita. Fournier deve essere molto più al centro del gioco francese e deve avere più palla in mano per entrare in gara: non è uno che può fare lo spot up shooter; ha bisogno di mettersi in ritmo.

E il problema dei francesi è in attacco. In difesa, come detto, le soluzioni immediate per sistemarsi fin da subito ci sono. E’ mancata la difesa sugli esterni: Luwawu-Cabarrot può essere un buon difensore perimetrale e Albicy è ottimo in quel senso ma dovrà stare in campo più di 10 minuti visto che Heurtel dietro è spesso una tassa troppo salata.

In fase offensiva le modifiche dovranno essere più strutturali. Il grande problema è che, a differenza della Germania che ha giocatori come Schroder e Lo, la Francia non ha nessun esterno che possa battere il difensore avversario in uno contro uno. E questo è un problema perché non tutti i vantaggi possono arrivare dal pick&roll.

Questo sarà il grande enigma che Vincent Collet dovrà risolvere. Oltre a un atteggiamento che dovrà repentinamente cambiare marcia. Anche perché in un girone come quello in cui si trovano i transalpini il margine d’errore è molto risicato.

L’unico che ha provato a mantenere i suoi a galla è stato Guerschon Yabusele: 18 punti e 4 rimbalzi. L’ala del Real Madrid, però, ha predicato nel deserto. Da lui e dalla sua voglia di fare bene urge ripartire fin dalla prossima palla a due.

(Credits photos: Fiba)

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