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Zizic, l’uomo da corsa dell’Efes degli All Star

Zizic | Eurodevotion
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DATI E CARRIERA

Se nasci in Croazia, e più precisamente a Spalato, la vocazione naturale per gli sport
e la tradizione solitamente ti portano a scegliere fra la pallacanestro o la pallanuoto: Ante
Zizic
ha deciso di proseguire la passione di famiglia che ha portato il fratello, Andrija, a
vincere un’Eurolega con il Maccabi nel 2014.


Il talento, l’altezza e le mani del nuovo centro dell’Efes si fanno presto notare in patria e,
dopo un passaggio obbligatorio nella squadra della sua città natale – erede
dell’indimenticabile Jugoplastika – è il Cibona, da sempre avido di nuovi prospetti a metterlo
sotto contratto nel 2014 a soli 17 anni.


Breve parentesi in prestito al Gorica e poi l’esordio in ABA League con la squadra della
capitale che fa girare la testa ad ogni addetto ai lavori d’Europa e non solo: Ante nella
stagione 15/16 mette in piedi cifre da capogiro nella Lega adriatica considerata la giovane
età (12.7 punti e 7.2 rimbalzi a gara) e in Europe Cup domina a tal punto da venire inserito
nel quintetto ideale della competizione, che gli spalanca le porte dell’Eurolega.
I più veloci di tutti ad accaparrarselo al piano di sopra sono i turchi del Darussafaka in cui,
anche contro i campionissimi del Vecchio Continente, mette in mostra fondamentali in post
basso da urlo e una capacità innata di fare canestro e muoversi soavemente nonostante i
208 centimetri a disposizione.

Zizic agli esordi in Eurolega con il Darussafaka (fonte: CelticsLife.com)


La destinazione naturale per un probabile fuoriclasse del ruolo non può che essere la NBA
che arriva nel 2017 dopo essere stato scelto al primo giro dai Celtics l’anno prima, i quali però
lo girano immediatamente ai Cavs nella trade che porta Kyrie Irving al TD Garden. I primi
mesi li passa in G-League ai Canton Charge, l’esordio in prima squadra arriva presto, ma
essere un rookie europeo con una personalità non esattamente strabordante nella squadra
di LeBron James significa vedere il campo poco o nulla: il talento rimane intatto, ma
l’esplosione che chiunque si aspettava anche negli Stati Uniti non arriva e la sua carriera nel
campionato più importante del mondo rischia di diventare anonima.


Ecco perché nel 2020 Zizic decide di rimettersi in gioco in Europa, a soli 23 anni, e per farlo
decide di seguire le orme del fratello maggiore firmando con il Maccabi. Gli israeliani
mettono in piedi un roster apparentemente imbattibile sulla carta in cui forma la coppia di
twin towers croata con Dragan Bender, ma la realtà del campo restituisce un problema di
individualismo che caratterizza i singoli, soprattutto a causa della presenza di Scottie
Wilbekin che risulta essere tutt’altro che il playmaker ideale per un lungo che ama correre il
campo e ricevere palla in post basso nei primi secondi dell’azione.


Il primo anno si conclude con il titolo nazionale e durante la seconda stagione le cose
sembrano andare meglio – soprattutto nei primi mesi – in Eurolega. Sfairopolous cerca di
sfruttare maggiormente il contropiede per metterlo in condizione di esaltarsi, ma uno
spogliatoio a cui si sono aggiunti in estate Williams e Nunnally diventa di difficile gestione.
Nonostante una parte centrale negativa dei gialli in Europa, arrivano comunque i Playoff, in
cui però Zizic non riesce a lasciare il segno con soli 6.7 punti e 3.7 rimbalzi di media.
Chiuso un capitolo con più ombre che luci, nell’estate del 2022 arriva la chiamata di Ataman
all’Efes
campione per puntellare un quintetto clamoroso: a 25 anni la sua carriera può definitivamente imboccare quella strada verso la grandezza che solo poco tempo prima sembrava scritta nelle stelle.

(1/3, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

I PRO E I CONTRA DEL SUO GIOCO

Un centro moderno e classico allo stesso tempo: si potrebbe riassumere così l’Ante Zizic
giocatore, capace di catturare l’occhio per alcune caratteristiche fisiche e atletiche
clamorose se parametrate all’altezza e alla lunghezza infinita delle sue braccia.


La modernità del suo gioco risiede senza dubbio nella capacità di correre in transizione
come un esterno e di risultare quindi irraggiungibile dal suo marcatore in campo aperto: nelle
rare volte in cui il Maccabi è riuscito ad andare in campo aperto l’efficacia del croato è stata
esponenziale. L’unico pari ruolo al suo livello da questo punto di vista è forse Steven Enoch
del Baskonia, ma tra i due c’è una differenza nell’apertura alare totalmente appannaggio dello spalatino. Se a queste doti aggiungiamo un atletismo sopra la media ecco che abbiamo un centro dominante per certi aspetti e per il quale i rimpianti aumentano per ciò che avrebbe potuto fare dall’altra parte dell’oceano.


Ci sono però ovviamente dei punti di domanda e questi risiedono nell’essere, come
premesso, per molti versi un centro vecchio stile, non un fatto negativo in senso assoluto,
ma limitante se guardiamo all’evoluzione e allo sviluppo della pallacanestro oggi. Si può dire,
per esempio, che l’utilizzo del piede perno e l’eleganza dei suoi movimenti nel pitturato
provocano quella sorta di nostalgia felice per gli appassionati nati negli anni ’70 e all’inizio
del decennio successivo, ma di contro la sua mancata crescita nel tiro dalla media e da fuori
ne fanno un giocatore su cui è facile preparare un game plan difensivo, in particolare
quando il cronometro comincia a correre verso lo scadere dei 24 secondi: le zero triple
tentate in carriera testimoniano la necessità per Zizic di dover necessariamente ampliare il
suo bagaglio offensivo per diventare il migliore di tutti nel continente.

Zizic in azione con la canotta del Maccabi (fonte: Euroleague.net)


Le delicatezza dei suoi polpastrelli inoltre farebbe pensare ad un giocatore à la Vujcic – per
restare a Tel-Aviv – per quanto concerne la capacità di passare il pallone, ma gli 0.7 assist in
carriera ci dicono che nonostante i lampi mostrati questo fondamentale dovrebbe essere
sfruttato in maniera molto più massiccia.


C’è poi un aspetto legato alla metà campo difensiva e riguarda senza dubbio la mobilità
laterale che rende difficile il cambio sui pick ‘n’ roll in cui spesso gli avversari lo coinvolgono,
cosa che rese la convivenza con Bender, difensore ben sotto la media, praticamente
impossibile. Sfairopoulos, maestro difensivo, ha nonostante creato un sistema efficace che è
riuscito spesso a togliere questa situazione all’attacco, costringendo, l’esterno vicino al ferro
nei pressi del quale invece Zizic si è affermato come buonissimo intimidatore.
La stragrande maggioranza dei giocatori, tifosi e soprattutto allenatori in Europa credono
però (a ragione, a parere di chi scrive) ancora in una sia svolta definitiva, motivo per cui
Ergin Ataman non ha esitato un secondo questa estate al momento di metterlo sotto contratto

(2/3, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

UN EFES DA TRANSIZIONE

Nonostante i due titoli consecutivi l’Efes è stata la prima squadra a muoversi sul mercato e
nel giro di due mesi ha piazzato tre colpi assolutamente incredibili allargando, sempre sulla
carta, il divario fra sé e le altre: insieme a Zizic sono arrivati anche Will Clyburn e Polonara,
e la conferma di Vasa Micic testimonia che i blu di Istanbul non hanno nessuna intenzione di
scendere dal carro dei festeggiamenti la prossima stagione.


Il quintetto di All Star che si andrà a completare con Larkin cambierà però la conformazione
di una squadra che in questi due anni ha messo in mostra tanto gioco uno contro uno
soprattutto a metà campo, sfruttando ogni secondo dei 24 a disposizione. Con l’aggiunta di
tre giocatori da corsa, di cui quattro in grado di condurre la transizione in palleggio dopo un proprio
rimbalzo o palla recuperata, Ataman vuole far diventare l’Efes una squadra da corsa, capace
di sfiancare gli avversari anche a livello aerobico e atletico.

Zizic con i Cavs (fonte:slamonline.com)


L’acquisto di Zizic si inserisce inoltre in un contesto di gioco in post basso che lunghi come
Dunston, Pleiss e Moerman non hanno: gioco in post basso vuol dire presumibilmente
raddoppio, raddoppio vuol dire passaggio in angolo, ecco perché il croato da questo punto di
vista può e deve sfruttare meglio i buoni tempi di uscita della palla che possiede.
Chiaramente il pick ‘n’ pop centrale che piace tanto a Pleiss con dovrà essere accantonato
nei momenti in cui sarà in campo l’ex Maccabi, ma il lavoro del tedesco può essere replicato – e come abbiamo visto ai massimi livelli – da Achille Polonara: provate per un attimo a
pensare ad un gioco a due fra l’abruzzese e uno fra Larkin e Micic, con Zizic totalmente
libero di prendere posizione nel pitturato o di farsi trovare libero vicino al ferro in caso di
raddoppio sull’esterno.


I problemi potrebbero presentarsi in difesa, dove è presumibile che i coach avversari
prepareranno la partita cercando di infilare n gioco a due Zizic e Micic, ovvero i due peggiori
difensori di questo Dream Team europeo, ma come abbiamo visto anche con Pleiss,
Ataman deciderà probabilmente di tenere il suo centro in drop, provare a spingere l’esterno
verso il ferro e non aiutare, con gli altri che solitamente restano in anticipo sui tiratori.

Lo straordinario mercato milanese, il rafforzamento del Madrid, le firme da sogno del
Monaco e la voglia di rivalsa blaugrana saranno sicuramente elementi da valutare in vista
della prossima Turkish Airlines Euroleague, ma oggi con Ante Zizic quella dell’Efes rischia di
diventare una legacy in stile Bulls degli anni ’90, con un Ataman a cui fare il Phil Jackson
piace proprio tantissimo.

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