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Khalifa Diop, la gemma del Senegal col cuore amarillo

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Da 39esima scelta al Draft, Diop sarà “stashed” in Europa con l’NBA nel mirino per l’anno prossimo

Nella più classica delle rubriche sotto l’ombrellone, il viaggio di Eurodevotion tra i volti più curiosi della prossima stagione europea si concentra oggi su uno dei giovani più interessanti che animeranno la pallacanestro del Vecchio Continente, Khalifa Diop. Il ragazzone senegalese dovrà rimettersi alla prova in Eurocup, dopo le ottime premesse della passata stagione.

Come di consueto, struttureremo la nostra analisi secondo il seguente indice.

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DATI E CARRIERA

Khalifa Diop, classe 2002, è un centro di 215 cm per 108 kg, un vero corpaccione figlio del Senegal.

Intrigantissimo tra gli youngsters della prossima Eurocup, il 20enne ha cominciato ad avvicinarsi alla pallacanestro nel suo paese natale, dopo aver accantonato il calcio, che prima era il suo sport principale. Così, all’inizio del 2017, avendo destato un’ottima impressione sugli scout, si è trasferito, qualche chilometro più a Nord, in Spagna per dare inizio al suo sogno.

“When you play basketball in Senegal, your dream is to go to Europe and play pro basketball here.”

da euroleaguebasketball.net

La città di Guédiawaye, dove Diop è nato e cresciuto, si trova nella parte occidentale della regione di Dakar, nella penisola di Capo Verde, quasi più vicino a Las Palmas della stessa penisola iberica. Insomma, neanche uno spostamento così considerevole per un cambiamento di vita che si rivelerà invece alquanto significativo…

Da quando ha quindici anni Khalifa veste amarillo e ha vissuto tutta la trafila, dalle giovanili in poi, tra le mani del sapiente staff del Granca, diventando oggi, cinque anni dopo, un intrigantissimo prospetto.

Il suo debutto in giallo avviene ben presto, in Liga EBA, quarta categoria del basket spagnolo, con la squadra B del Gran Canaria, competizione nella quale, nonostante la giovanissima età, desterà subito clamore. Nel 2018, contro il Novum Energy Liceo Francés, sarà protagonista di una incredibile prova da 25 punti e 28 rimbalzi che entrerà negli annali: il suo è il maggior numero di rimbalzi catturati nella storia di tutte le competizioni nazionali spagnole.

La stoffa c’è tutta, il 2019 è l’anno della svolta per il neo diciassettenne. Viene nomiato MVP del torneo under 18 dell’Hospitalet, partecipa all’Adidas Next Generation Tournament di Valencia, dove aiuta i suoi a raggiungere il primo posto, viene invitato all’iniziativa di Basketball Without Borders organizzata dall’NBA a Charlotte in occasione dell’All Star Game. Inotre, in estate farà ottimi numeri al Mondiale U-19 in Grecia (13,1 punti e 7 rimbalzi ad allacciata di scarpe) con la rappresentativa senegalese.

Ma, soprattutto, arriverà il più importante degli esordi.

A soli 17 anni, Diop fa il suo debutto con la prima squadra del Granca. In una dura sconfitta degli spagnoli contro il Maccabi, Pedro Martínez chiama il suo nome dalla panchina e il lungo registra la sua finora unica presenza nel massimo campionato europeo, con 3 punti e 4 rimbalzi nel garbage time.

I suddenly got a chill when I heard my name and got up because the whole arena was standing up and giving me an ovation. I felt alive. […] I was very happy because I took a big step. But I haven’t achieved anything yet. All the hours you invest in the arena and gym every week make sense because of moments like that.

da euroleaguebasketball.net

Per la prima in Liga dovrà attendere invece qualche mese in più, segnatamente novembre 2019, dove avverrà il suo battesimo contro il Real. Il primo assaggio di professionismo si realizzerà quindi anche in qualche altra presenza nel corso della stagione, ma è solo il preludio di un coinvolgimento destinato a lievitare sempre di più.

Sulla panchina dell’Herbalife nell’estate del 2020 si siede Porfi Fisac, tra l’altro ex coach del Senegal tra il 2016 e il 2019, il giovane Diop è più maturo ed entra stabilmente nel giro della prima squadra, cominciando a rosicchiare con regolarità qualche minutino sia tra i confini nazionali, che in Eurocup, dove debutta.

Nel mezzo, l’estate in nazionale U-18, con la quale porta a casa la prima gioia della sua carriera, un argento ai campionati africani, trascinando il Senegal con una doppia doppia di media.

La strada è solo apparecchiata per un crescendo che Diop ha vissuto, realizzando nel 21-22 la stagione dell’esplosione, nella quale si è fatto conoscere per tutto il suo promettente talento. Con il ruolo conseguito di secondo centro dietro Pustovyi, raggiunge ormai una posizione consolidata nella rotazione, che gli permette di stupire con importanti exploit come quello dei 18+9 rifilati a Valencia nella vittoria in Eurocup, oppure come la straordinaria gara in ACB nell’elimination game con il Barça ai quarti playoff, che noi avevamo raccontato (vedi sotto).

Le ottime cose fatte vedere quest’anno gli sono valse il riconoscimento di Rising Star della 7DAYS Eurocup, premio che ha portato bene a tanti altri suoi illustri predecessori, tra i quali si annoverano nomi illustrissimi come Musa, Porzingis, Dubljevic o Valanciunas.

Onore che, soprattutto, ha accentuato i riflettori della NBA, un mondo con cui era stato in contatto sin dai tempi di Basketball Without Borders. Così è stato uno dei nomi, tra i talenti extra-americani più quotati nel recente Draft, al punto che era considerato nella top 10 dei big men disponibili, con la garanzia di essere selezionato in proiezione tra fine primo turno e inizio secondo.

Così è andata, con i Cavaliers che lo hanno opzionato con la loro trentanovesima pick, la nona del secondo round. Dalle parti dell’Ohio piace accumulare lunghi di qualità…

da Cleveland Cavaliers Facebook

Prima di sbarcare nell’affollato front-court di Cleveland, assieme ai vari Jarrett Allen, Evan Mobley, Markkannen, Diop però ha ancora tempo. I Cavs hanno deciso di lasciarlo crescere da protagonista in Europa, tant’è che sembrava a un passo il suo possibile approdo a Valencia per confrontarsi con il livello dell’Eurolega.

Koby Altman, GM del team dell’Ohio, aveva dichiarato che speravano trovasse collocazione in Euroleague, in una stagione importante per la sua crescita che avverà sotto l’attentissima osservazione di uno special advisor dei Cavs, niente di meno che Jose Calderon, incaricato di tenere d’occhio il talento senegalese nei suoi progressi in Spagna.

E’ notizia recente, comunque, che i taronja non abbiano voluto pagare la sua ingente clausola e per questo Khalifa ha deciso di rinnovare col Granca fino al 2025, legandosi in tutto e per tutto al club che l’ha cresciuto. Nel contratto, ovviamente, sono previste escape a favore del senegalese, che si attiveranno non appena la lega di Adam Silver tornerà a bussare alla sua porta.

Queste, le premesse con cui la gemma di Guédiawaye affronterà la nuova annata in maglia amarilla. Non avendo partecipato alla Summer League con la franchigia campione NBA del 2016, è evidente come sia concentratissimo e stia già scaldando i motori per un’importantissima annata in Europa.

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CARATTERISTICHE TECNICHE

Inevitabilmente è necessario partire dal presupposto che, trattandosi di un giocatore così giovane, per giunta un lungo, quello di Diop è inevitabilmente un profilo particolarmente grezzo, che persino nei suoi punti di forza conserva ancora evidenti margini di crescita.

Tuttavia è un atleta che mi ha stupito, e mi riferisco in particolare a Granca-Barça di cui sopra, per un incredibile maturità emotiva, nella personalità con cui ha saputo imporsi nel contesto dei professionisti durante l’annata, con una straordinaria capacità e voglia di lascare il segno ad alto livello. Un dato che esula dal contesto tecnico, ma che ne fa un cestista dal brillante futuro.

Se vogliamo, per identificare l’idea di giocatore, ipotizzare una comparison, non ho trovato grandi spunti tra gli scouting report, a parte la dicitura “un Ibaka più grosso” che sembrava più riferirsi ad un’assonanza tra continente di provenienza (Africa) e contesto cestistico di partenza (Spagna), che a una reale riflessione tecnica.

La cosa più vicina a Diop che mi viene in mente pensando a ciò che ci è più vicino, il campionato italiano, è probabilmente l’ex Varese John Egbunu.

Non c’è nel paragone nessuna somiglianza di livello o di proiezione futura, quanto una generale aderenza nella tipologia di atleta. Una lob-threat di importante affidamento, un rim-protector per atletismo, stesse caratteristiche per cui si è ipotizzato Cleveland abbia rivisto in lui un possibile cambio di Jarrett Allen, proprio perchè portatore, in piccolissimo, di ingredienti tecnici similari a quelli dell’All Star dei Cavs.

Ciò che lo rende un giocatore con grande potenziale e ciò che lo ha incanalato verso questo prototipo di giocatore è il suo ottimo telaio fisico, che comprende stazza, un buonissimo atletismo e anche una mobilità da non sottovalutare.

Come riportato da The Athletic, però: “He studies film of Bam Adebayo, Clint Capela and Joel Embiid among others, and looks to take things from each of their games.” Rimane quindi ancora un giocatore che si sta costruendo, con il lavoro e con uno sguardo ai più importanti riferimenti nel ruolo.

ATTACCO

La soluzione principale offensiva nel bagaglio di Diop è evidentemente il pick and roll, con una notevole capacità di rollare, garantendo buoni blocchi e riuscendo a concludere con ottima efficacia anche nel traffico (viaggia intorno al 60% da due sia in ACB che in EC).

He’s a natural screen setter, si legge, è questo in effetti un fondamentale in cui è molto solido, ha ottima capacità a scegliere l’angolo del blocco e a invertire il lato all’occorrenza. Mostra anche potenziale nel masterizzare la versatilità nel tipo di roll, con la possibilità sia di finire al ferro, sia di sfruttare lo short roll (punto su cui torneremo più avanti).

Nelle ricezioni in cui non ha la possibilità di chiudere con agio al ferro, ha fatto vedere anche un discreto tocco, rigorosamente nei pressi del ferro, grazie al gancetto di destro su cui sa rendersi pericoloso. La principale pecca nel suo finishing è la sua totale monodimensionalità sull’uso della mano destra.

Se abbiamo detto della capacità di assorbire i contatti, quando questi si trasformano in falli, che Diop è bravo spesso a procurarsi, il classe ’02 è davvero lacunoso nel convertirli, visto il suo viaggiare stabile nei pressi del 50% dalla lunetta. Si espone così alla vulnerabilità di falli sistematici.

Nel suo repertorio offensivo, piuttosto semplice, c’è anche una lodevolissima capacità di correre il campo. Lo fa con grande convinzione e rapidità, favorendo a rimorchio buonissime linee di passaggio ai piccoli, involandosi con forza a canestro.

Diop infatti, sa giocare, grazie al suo atletismo, con una notevole efficacia anche sopra al ferro, dimostrandosi un significativo lob target, così come sa essere particolarmente ficcante a rimbalzo offensivo, fondamentale in cui ha colpito con forza ad esempio in quella Gara 2 con il Barcellona che abbiamo citato prima.

Ha ottimo istinto e abilità di lottare sui palloni sotto il proprio canestro, che riesce in alcuni casi a riciclare per i compagni, recuperandoli lui stesso o grazie ai numerosi tap-out provocati grazie a presenza e grinta, oltre ad un ottimo second-jump e al suo wingspan da 7’2”.

He also plays hard. Consistently puts himself in the middle of the action for tap-outs and tip-ins on the glass. Think that’s probably where he is best right now.

da TheAthletic

Ritornando invece al tema dello short roll, il centro di Lakovic mostra miglioramenti anche nei passaggi, con la capacità di mettere in mostra discrete letture sullo short roll, nel servire le sponde. Non è certo un pezzo forte della casa, ma è sicuramente un ambito di crescita.

Un orizzonte di crescita è anche, ovviamente, il tiro. Diop sta cercando di mettere su un tiro credibile dai 2-3 metri, sebbene il suo range di pericolosità rimanga drasticamente limitato, la sua parabola sia piatta e la realizzazione inconsistente. C’è spazio e tantissimo tempo per inserire una soluzione che garantirebbe un’aggiunta molto importante nella pericolosità delle sue ricezioni dopo il blocco.

Difficilmente però la sua evoluzione potrà essere quella di un lungo tiratore, specialmente nei riguardi di una dimensione da tre o dalla media praticamente assente.

Allo stesso modo è assente la sua possibilità di incidere in situazioni statiche. Non è in questi casi una grande minaccia, se non su ricezioni molto profonde. Per natura, come tipologia di giocatore, il suo gioco offensivo dipende molto dagli altri, per le condizioni, i tempi, le modalità in cui viene servito.

Il fattore che viene infine indicato come la più rilevante problematicità sul ragazzo da parte degli scout risiede nella prontezza delle sue mani, con le quali non agisce sempre in modo ottimale a trattenere il pallone.

Troppo spesso gli succede infatti di perdere palla nelle ricezioni, anche su passaggi non impossibili. Non per una questione di letture, su cui è già relativamente a buon punto, ma proprio nella saldezza della presa. Questa, delle “weak hands“, è una lacuna importante per un giocatore che fa proprio della capacità di giocare a due con i compagni la risorsa fondamentale della sua produzione offensiva, sulla quale un miglioramento è imprescindibile.

DIFESA

Difensivamente, è un giocatore con incredibili potenzialità, seppure si riveli ancora acerbo.

Come ogni lungo, soprattutto per la sua età e tipologia, conta molto la difesa di squadra nel definirne il successo difensivo. Parlando di difesa sul pick and roll, Gran Canaria ha fatto scelte quest’anno sempre di hedge su questa situazione, chiedendo quindi ai suoi lunghi di essere molto abili a scegliere i tempi con cui gestire le uscite.

Diop in queste situazioni capita che si trovi in difficoltà, è troppo frettoloso nel prendere le decisioni e spesso sbaglia gli angoli di posizionamento, scoprendo la difesa dei compagni.

Questo accade soprattutto nei casi in cui i blocchi sono alti, se invece sono in situazioni di gioco più tradizionali, il senegalese sa usare i suoi mezzi fisici, a partire dalla lunghezza delle braccia, per ostacolare l’attacco. Tanto dipende anche dalle condizioni in cui la difesa lo sa mettere, ma indubbiamente deve lavorare sulle letture e limitare i casi in cui si fa cogliere troppo verticale e, quindi, impreparato.

Quest’ultima miglioria è fondamentale anche sulla gestione dei cambi difensivi, ambito in cui ha delle potenzialità, per l’ottima mobilità proporzionata alle sue misure e per l’interessante footwork, tuttavia capita che si faccia trovare troppo alto sulle gambe e non riesca a risultare determinante come potrebbe. Servirà grande impegno nel fare progressi in tema di coordinazione.

In rim protection pure ha possibilità di grande valore, mostrando istinti e la giusta cattiveria. Deve assolutamente migliorare nelle scelte, in quanto non è molto paziente e cerca spessissimo la stoppata. I suoi tools, dall’importantissimo atletismo, alla statura e lunghezza di braccia, gli danno però grandissimo margine di errore sul timing, perchè appunto ha sempre possibilità di sopperire.

It’s way too easy to get him out of the play with fakes because he’s overaggressive. I also have some real worries with his hands. 

da TheAthletic

L’eccessiva reazione sulle finte, il rischio di commettere troppi falli, di commettere ingenuità sono proprio l’altra faccia della medaglia del suo essere “overaggressive“, caratteristica che necessita di essere disciplinata nel tempo.

Infine, i suoi mezzi fisici gli permettono di essere spesso in vantaggio a rimbalzo, non è infatti un rimbalzista di posizione. Buono, ma rimane secondo me il rimbalzo in attacco l’aspetto in cui spicca di più il suo talento.

Lato difensivo quindi c’è la più grande potenzialità, quindi anche tanti margini, ma ritengo sia più che razionale avere un buon grado di fiducia nella sua possibilità di colmarne buona parte con il lavoro e l’esperienza, tanto da renderlo, almeno a livello Eurolega, uno spaventoso totem sotto canestro.

Fonti: https://www.youtube.com/watch?v=U2R_2Cy1RMw; https://www.youtube.com/watch?v=AucskBqW7Gk; https://theathletic.com/3381497/2022/06/23/cavs-draft-khalifa-diop/; https://www.nbadraftjunkies.com/khalifa-diop

(3/4, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

RUOLO ED IMPATTO PREVISTO

E’ davvero un peccato, a mio parere, non aver potuto vedere Diop al banco di prova dell’Eurolega, tuttavia il ragazzo di Guédiawaye ha le carte in regola per fare molto bene in Eurocup, una competizione in cui si è già messo in mostra.

Il suo futuro rimane tracciato comunque verso un percorso che lo porterà dritto negli States. Dagli scout americani viene ritenuto in prospettiva una discreta opzione come backup di Jarrett Allen, visto che può garantire simili ingredienti in sua assenza.

Per l’NBA può diventare un buon lungo dalla panchina, ma c’è sempre la possibilità di un futuro rientro in Europa, laddove, se accompagnato da una importante maturazione tecnica, può essere davvero un prospetto interessante. Per la possibilità fisiche e per presenza sotto i tabelloni non avrebbe molti rivali nel vecchio continente, per questo è ancora più interessante scoprire come risponderà alle tante domande che ci siamo posti sull’evoluzione del suo gioco in quest’analisi.

Per quanto riguarda il ruolo in squadra, Diop sarà sicuramente responsabilizzato dalla squadra amarilla. Non so se fino al punto di garantirgli lo spot da titolare da 5, ma certamente ci avvicineremmo.

Con l’addio di Pustovyi e Ilimane Diop, entrambi in direzione Murcia, il ruolo di lungo è da giostrare con il solo Balcerowski, semmai con l’aggiunta di un altro profilo che proverrà dal mercato.

Mi aspetto per questo da lui un’annata da decisivo protagonista, in ACB e in EC, che faccia da trampolino di lancio per il futuro a stelle e strisce. In che dimensioni di eccellenza questo possa avvenire lo dirà soltanto la volontà di Lakovic di dargli fiducia, la sua bravura nel ripagarla e, soprattutto la sua rapidità con cui saprà progredire e maturare.

Photo credit: euroleaguebasketball.net

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