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El Tortuga Gaby Deck, il collante perfetto tra esterni e lunghi

Gabriel Deck Real Madrid Partizan
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Dati e carriera: da Quimsa a Madrid

Due poli lontanissimi, eppure legati da una affinità molto viscerale oltre che linguistica. Il percorso sportivo di Gabriel Deck, per ora, sta in mezzo a queste due città, una estremamente più piccola e sconosciuta dell’altra. Per dirla in poche parole: dall’anonimato di un paese qualunque dell’Argentina a una delle grandi capitali del basket europeo.

La prima parte di carriera di Deck è tutta argentina. Dai 15 anni si accasa al Quimsa e ci giocherà fino al 2016 facendo la storia del club: la sua maglia numero 14 è già ritirata ed entrata di diritto nella storia del club.

Nel 2018 il passaggio al San Lorenzo e a quello che è un palcoscenico decisamente maggiore: qui Gaby mostra a tutto il mondo il suo talento vincendo nel 2018 la FIBA Americas League oltre al premio di MVP delle Finali della medesima competizione.

Nell’estate del 2018 poi arriva la gran chiamata, quella dal Real Madrid. L’offerta di una vita, quella che non si può rifiutare. Deck firma un triennale e il suo percorso madridista sarà una progressiva e costante crescita che lo rendono uno dei giocatori più determinanti (e quindi anche forti) d’Europa.

Deck, infatti, ricopre il ruolo più versatile della pallacanestro, quello di ala piccola. Quel ruolo che deve legare esterni e lunghi e che manca sempre di più di interpreti di qualità. O meglio, ce ne sono, ma sono molto pochi. E, di solito, chi ha il privilegio di avere uno di quei pochi, allora molto probabilmente può essere definito contender.

“Tortuga”, così lo hanno ribattezzato, avrebbe anche quel tipo di corporatura che potrebbe risultare vincente in NBA: un fisico importante per un’ala dotata di un atletismo clamoroso, nettamente fuori dalla norma. Il tutto condito da una mano molto educata, la cui unica lacuna è il tiro dall’arco.

Allora nella primavera del 2021 Oklahoma City lo chiama: lui se non lo fa ripetere due volte, lascia il Real nel bel mezzo dei playoffs di Eurolega e fa il salto oltreoceano per andare in una realtà che sulla carta potrebbe essere ottimale per il suo inserimento nella lega americana.

Tutto questo però non avviene. Deck gioca ai Thunder l’ultima parte della stagione 2020/21 e a prima parte dell’annata 2021/22 prima di essere tagliato il 4 gennaio scorso per scarso utilizzo.

Non è andata, può capitare: anzi, capita a tanti di quelli che provengono dall’Europa. Allora si ritorna in Europa e la destinazione può essere una e una sola: il ritorno alla casa blanca. Così avviene e, dopo qualche mese di reinserimento (anche meno rispetto alla media di quelli che devono di solito riabituarsi al basket europeo), è già uno dei fulcri imprescindibili della squadra.

Deck si ricalibra, alza il livello e il Real Madrid arriva in finale d’Eurolega (da non favorito) e stravince la Liga facendo strame del Barcellona. Deck è uno dei migliori in campo. Un caso? Decisamente no.

In tre anni a Madrid sono 3 Supercoppe, due Scudetti e una Copa del Rey. Non male.

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Caratteristiche tecniche

Deck è 1.98 m x circa 105 kg: un’ala che può giocare benissimo sia nella posizione di 3 che di 4, ma anche come 2 in soluzione con quintetti molto “grossi”.

Deck non ha un ruolo stabile all’interno delle posizioni delle sue squadre e del Real Madrid in generale per la sua atipicità. La sua prerogativa numero uno è l’enorme atletismo unito a un’ottima fisicità insieme a un istinto naturale per segnare.

Proprio per questa sua attitudine ad essere un grande atleta è un grande rimbalzista soprattutto considerando le cosiddette palle vaganti – in tal senso fa scuola il rimbalzo preso nella passata semifinale di Eurolega che è valsa la vittoria ai danni del Barcellona.

In difesa, vista anche la fisicità, sa mettere una buona presenza, e l’unica lacuna probabilmente risiede nella difesa perimetrale. Sia la buona attitudine difensiva sia la grande presenza a rimbalzo sono dovute a una grande intelligenza cestistica.

In attacco le sue due soluzioni preferite sono la penetrazione a canestro e il gioco in post. Spesso Laso lo ha sfruttato proprio in questo senso schierando quattro uomini intorno al perimetro e Deck in isolamento in post basso nel tentativo di segnare o attirare un raddoppio e quindi trovare un compagno libero sull’arco grazie alle sue doti da passatore.

L’uso in post basso di Deck

In attacco la sua grande lacuna è il tiro da tre punti con cui non ha mai preso veramente confidenza. Motivo per cui, probabilmente, non ha funzionato la sua esperienza in NBA. Nell’arco di una partita non tende a prendere in media più di due triple: poi le percentuali sono anche buone, ma in quel fondamentale non è solido.

Quindi la pericolosità dall’arco è il suo grande limite: se ce l’avesse sarebbe un giocatore completo e probabilmente dominante a diverse latitudini. Detto ciò rimane quel giocatore quasi introvabile nel basket di oggi che riesce ad essere collante perfetto tra esterni e interni: di solito chi dispone di uno di questi giocatori (altri esempi sono Clyburn e Shields) alza i trofei.

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Gaby Deck: ruolo e impatto previsto nel Real Madrid

Probabilmente sono due i giocatori imprescindibili (quelli veramente che sono i punti di riferimento per l’intera squadra) del Real Madrid: Gabriel Deck e Walter Tavares. Poi il mercato ancora attivo ne porterà altri, ma per ora sono loro due. Sì, a roster ci sono altri giocatori importantissimi e decisivi, ma tra vincere e perdere i due che fanno la maggiore differenza sono quei due. Perché tengono in piedi tutto lo scheletro della squadra.

Deck è tornato a stagione in corso dopo l’esperienza a Oklahoma City e, nonostante sappiamo quanto sia difficile inserirsi in corsa seppure in un ambiente che già conosci, la stagione del Real Madrid ha preso una svolta nettamente decisiva, dopo la caterva di sconfitte di marzo e aprile, con la crescita di Deck. E anche qui si vedono la forza e l’intelligenza del giocatore: la maggior parte dei giocatori per riprendere i ritmi europei dopo essere stati in NBA di solito impiegano non poco tempo.

Per restare in ambiente madridista basti vedere l’esempio di Poirier: arrivato nella primavera 2021, ma dentro gli ingranaggi realmente solo dalla stagione successiva. Deck, invece, è riuscito a riprendere le redini del suo ruolo all’interno del gruppo in pochissimo tempo.

E la sua qualità più grande l’abbiamo già ripetuta più volte: l’essere collante perfetta tra i reparti e il suo essere multitasking. Nell’emergenza madrilena sugli esterni di aprile/maggio spesso ha giocato anche da portatore di palla quando non faceva il 4 puro spalle a canestro: praticamente sul parquet è in grado di ricoprire tutte le posizioni.

Nelle dinamiche del Real Madrid, quindi, il suo ruolo è stato e sarà anche per la prossima stagione di tipo focale. I risultati del Real passeranno dalle sue condizioni e dal suo rendimento. In questo senso sarà anche molto interessante vedere quello che sarà il suo utilizzo col nuovo coach Chus Mateo.

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