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Euroleague story 2015/16: la finale perfetta e la vittoria dell’Armata Rossa

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La stagione di Euroleague 2015/2016 è, a detta di parecchi, una delle edizioni più belle della suddetta competizione. Un motivo su tutti? La finale tra due vere e proprie corazzate con due comandanti d’eccellenza: la leggenda Zelimir Obradovic e l’allievo (e destinato anche lui ad essere leggenda) Dimitris Itoudis. Per non parlare, poi, di tutta la qualità presente in campo. Anzi, ne parleremo! Ma ci vuole un po’ di pazienza perché, come in ogni bella storia che si rispetti, bisogna partire dall’inizio.

STAGIONE REGOLARE E TOP 16

Dieci partite per ogni squadra ed ognuna di queste divisa in uno dei tre gironi da sei squadre. Le migliori quattro vanno alla Top 16, le ultime due retrocedono in EuroCup. Molto semplice.

E dieci partite, soprattutto ad inizio anno, per stabilire già qualche equilibrio, non sono tante. Quindi l’imperativo è quello di farsi trovare già pronti, per evitare spiacevoli sorprese.

Il girone A vede fin da subito il predominio, come da vigilia, del Fenerbahce: 8 vittorie e 2 sconfitte. Segue il gruppo di tre squadre con record 5-5 che hanno incontrato alti e bassi nella prima fase della competizione: trattasi di Khimki Mosca, Stella Rossa e Real Madrid (con qualche difficoltà forse di troppo dei blancos, vista la qualità del roster a disposizione). Escono, invece, Bayern Monaco e Strasburgo.

Come nel girone A, l’Olympiakos di coach Sfrairopoulos con Spanoulis, Printezis ed il nostro Daniel Hackett domina il proprio gruppo con 8 vittore e 2 sconfitte. Seguono con 6 vittorie e 4 sconfitte l’Anadolu Efes di coach Ivanovic e il Laboral Kutxa Vitoria di Perasovic con due giocatori che saranno poi due dei protagonisti dell’intera competizione: Darius Adams e Iannis Bourousis. Si qualifica al limite il Cedevita (4-6), mentre escono con 3-7 Limoges e l’Olimpia Milano di Jasmin Repesa che, nonostante un Alessandro Gentile miglior marcatore della prima fase, non riesce quasi mai ad incidere.

A vincere il girone C è il Lokomotiv Kuban (8-2) di coach Bartzokas e di un Malcolm Delaney che farà parlare di sé fino alla fine. A seguire il Barcellona (6-4) di Juan Carlos Navarro, Samuels e Satoranski, e il Panathinaikos (6-4) di coach Djordjevic con Calathes, l’”ultimo” Diamantidis e Raduljica. A chiudere il gruppo delle qualificate c’è lo Zalgiris (5-5) da sempre abituato a sorprendere, mentre retrocedono Pinar Karsiyaka e Zielona Gora, entrambe al di sotto del livello rispetto alle altre.

Dominatore assoluto del girone D è il CSKA di Itoudis con 9 vittorie ed una sola sconfitta. A seguire Malaga (7-3), il Brose Bamberg (6-4) di un Nicolò Melli che inizia decisamente a far parlare di sé e il Darussafaka (4-6) di Nemanja Bjelica. Salutano il Maccabi (4-6) e la Dinamo Sassari (0-10) di Meo Sacchetti che chiude con tutte sconfitte nel pallottoliere. Probabilmente il girone meno qualitativo raffrontato agli altri tre.

Le 16 squadre qualificate per la top 16 vengono divise in due gironi da 8 squadre in cui si gioca come in un girone all’italiana gare di andata e ritorno. Inutile dire che vincono i rispettivi gironi Fenerbahce e CSKA, le squadre che sulla carta sono quelle che sembrano essere indirizzate per lo scontro finale.

Nel girone E il Fener chiude con 11 vittorie e 3 sconfitte, seguono Lokomotiv Kuban (9-5), Panathinaoikos (9-5) e Stella Rossa (7-7). Vengono eliminate, invece, Anadolu Efes (7-7), Darussafaka (5-9), Unicaja Malaga (4-10) e Cedevita (4-10).

Il CSKA, dal canto suo, vince il girone F con 10 vittorie e 4 sconfitte, seguita dalle tre spagnole: Laboral Kutxa (9-5), Barcellona (8-6) e Real Madrid (7-7). Escono Khimki e Brose Bamberg entrambe con 7 vittorie e 7 sconfitte a causa della differenza canestri, mentre fa più rumore l’eliminazione dell’Olympiakos che, dopo aver vinto il proprio girone, raccoglie un magro 6-8 di record. Ultimo lo Zalgiris (2-12).

Iannis Bourousis, grande protagonista della stagione col suo Laboral Kutxa

(1/3, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

PLAYOFF

Dai playoff emerge (tranne un’eccezione) che quattro squadre sono più pronte, più determinate, più complete e più lanciate verso l’atto finale della competizione, ossia le Final Four. Tre serie su quattro, infatti, terminano con un netto 3 a 0.

Il Fenerbahce di Obradovic è una macchina da guerra e banchetta su un Real più imperfetto, soprattutto nel reparto lunghi. Inizia, però, già a brillare la stella di Doncic che esploderà definitivamente nella stagione successiva. Nel frattempo, i tre tenori (Llull, Reyes e il Chacho Rodriguez) non riescono ad arginare il sistema dei gialloblu.

Vittoria nella serie netta anche per il CSKA, però non senza qualche difficoltà contro una Stella Rossa mai doma che, come sempre, vende cara la pelle. Ma ancora una volta la qualità in campo che può vantare l’Armata Rossa è troppo elevata e può permettersi di non avere un De Colo dirompente come poi sarà tale nelle Final Four.

Più roboante ed inaspettato è il 3-0 secco che il Laboral Kutxa infligge al Panathinaikos. Ma la squadra di Vitoria è un po’ la squadra del destino in questa stagione di Eurolega insieme anche al Lokomotiv. Darius Adams e Iannis Bourousis dominano nelle rispettive fette di campo ed una volta che Perasovic mette in campo Mike James non riesce più a toglierlo: troppo genio e creazione dal nulla per potersene privare.

La serie più bella è sicuramente quella tra Lokomotiv e Barcellona, vinta dai russi solo a gara 5. Il Loko è altra squadra del destino di questa edizione con Delaney nel suo prime, Draper che spesso si illumina, e Randolph e Singleton a fare la voce grossa sotto canestro. Ovviamente i blaugrana di Juan Carlos Navarro ribattono colpo su colpo, ma alla fine devono cedere.

Le Final Four sono pronte: Fenerbahce-Laboral Kutxa e CSKA-Lokomotiv Kuban.

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FINAL FOUR EUROLEAGUE 2015/16

Due semifinali molto diverse quelle che vanno in scena alla Mercedes-Benz Arena di Berlino.

La prima tra CSKA Mosca e Lokomotiv Kuban è stata vinta dalla squadra di Itoudis 88 a 81. Ma non bisogna lasciarsi ingannare dal punteggio: la gara è stata molto meno equilibrata di quanto appaia. L’esito della sfida è stato quasi sempre nelle mani della squadra di Mosca che, tranne in qualche sparuto frangente, ha sempre mantenuto a debita distanza i connazionali.

Per il Lokomotiv le armi per non accentuare troppo l’elastico fra le due squadre sono le invenzioni di due ispiratissimi Malcolm Delaney e Dontaye Draper. Ma non basta per fare male ad una squadra profonda ed organizzata come il CSKA: dagli altri interpreti arriva troppo poco, fatta eccezione forse per Randolph. Claver incide poco e gli altri tiratori non riescono a raggiungere percentuali decenti.

Per l’Armata Rossa domina la partita Nando De Colo con 30 punti, 3 rimbalzi e 4 assist: prestazione totale del francese che con la sua eleganza, la sua fiducia e la sua versatilità in attacco fa sempre la cosa giusta. I compagni devono solo limitarsi a completare il quadro in attacco e a tenere come sistema difensivo; e, ovviamente, dei campioni assoluti come Hines, Teodosic e Higgins sono lì per fare quello. Si rende ancora una volta utile l’eterno Victor Khryapa che, quando è chiamato a scendere in campo, raramente sbaglia la giocata, anzi mette anche punti importanti. Partita pressoché perfetta per Itoudis che dimostra ancora una volta quanto abbia assorbito dal suo maestro di sempre.

Di tutt’altro registro è la seconda semifinale ed anche questa volta non deve ingannarci il punteggio finale: 88 a 77 dopo un tempo supplementare per il Fenerbahce. Gli 11 punti di scarto sembrano raccontare un dominatore unico della partita, invece accade tutto il contrario alla Mercedes Benz Arena. Il Fener di Obradovic parte fortissimo con un parziale superiore alla decina a zero che sembra tagliare le gambe agli avversari: clinic difensivo e precisione letale in attacco. Poi la squadra di Vitoria pian piano si ricompatta soprattutto grazie alle giocate di un sontuoso Iannis Bourousis: che stagione la sua!

Chiuderà la partita con 22 punti e 10 rimbalzi, mentre rimane del rammarico per il problema di falli che lo ha limitato nel secondo tempo. Però, proprio nella seconda frazione di gioco, sale in cattedra Darius Adams che con triple folli ed impensabili mette a referto 10 punti in un amen. Col passare dei minuti l’inerzia passa dalla parte del Laboral Kutxa che pare davvero essere la squadra guidata dal fato: tanta voglia ed abnegazione per gli uomini di Perasovic. Ad un minuto dalla fine dei regolamentari i baschi sono sul +4, poi in sequenza arrivano la rubata di Udoh, la tripla sontuosa di Datome e il lay-up classico di Sloukas. Il Fener agguanta così con i denti l’overtime e l’inerzia si ribalta di nuovo: questa volta definitivamente.

Nel tempo supplementare il Laboral Kutxa è sulle gambe e vede sbiadita l’occasione ormai passata, mentre Obradovic dà il colpo di grazia all’avversario che perde sangue. Si sveglia Bogdan Bodgdanovic (18 punti per lui alla fine) dopo il torpore dei regolamentari e i turchi staccano il biglietto per la finale. Decisivo il lavoro fatto dai lunghi del Fener (Udoh, Vesely e Antic) e, ancora una volta, l’importanza di Datome nel sistema di Zele: 15 punti, 7 rimbalzi e tanta, tantissima qualità.

I giochi sono fatti: finale tra le due massime potenze, Fenerbahce e CSKA Mosca. Mentre, intanto, il terzo posto è del Lokomotiv Kuban che vince 85 a 75 contro il Laboral Kutxa grazie al solito Delaney (21 punti) che questa volta beneficia di un chirurgico Broekhoff (21 punti). Al Laboral non basta ancora uno scatenato Darius Adams (25 punti).

A Berlino, poi, è tutto pronto per la finalissima! Le due migliori squadre della stagione a confronto una contro l’altra nell’atto finale. Il maestro e l’allievo contro con in campo tanta qualità da perderci gli occhi.

E la partita inizia proprio con un manifesto della sfolgorante qualità degli interpreti: canestri sublimi, giocate deliziose e chi ne ha più ne metta. Entrambe le compagini mettono in mostra il loro spropositato potenziale. Poi, pian piano, il CSKA inizia a prendere fiducia, a non sbagliare nulla e a giocare più a memoria di quanto già faccia. In attacco assistiamo a tocchi rapidi, quasi eterei, letture perfette e mani educatissime; in difesa invece si ammirano raddoppi intelligenti, una zona disambiguante per gli avversari e un gioco di aiuti sinuoso. Nel secondo quarto la squadra di Obradovic perde certezze e va in confusione: in attacco non riesce più a costruire qualcosa di tagliente e si affida a giocate estemporanee, mentre in difesa non riesce a stringere le maglie ed a contenere la fantasia degli uomini di Itoudis.

La squadra del Bosforo nel secondo quarto subisce così il carrarmato russo e va sotto all’intervallo di ben 20 punti! All’intervallo è 50-30 CSKA. Sponda Fener si salva solo Datome che è riuscito a mettere diversi punti importanti ed a fare, come al solito, il suo. In casa CSKA, invece, il migliore è Milos Teodosic, che dopo l’opaca semifinale, sembra ispiratissimo: segna triple, legge perfettamente le situazioni che si trova davanti, distribuisce palloni immaginifici dando lezioni di pallacanestro ed illumina la sua squadra in attacco. Riesce a brillare anche più della stella di De Colo che per tutta l’edizione di questa Eurolega ha brillato più di ogni altro.

Nel terzo quarto di gioco ci si aspetta una grande scossa da parte della squadra di Obradovic, una squadra che non è mai stata così mentalmente sottomessa ed in balia degli avversari. Ma la reazione non è quella che ci si aspetta: nonostante un pressing asfissiante sul portatore di palla, le letture difensive continuano a volte ad essere disattente ed in attacco non entrano tutti i tiri che dovrebbero entrare. Poi c’è anche il zampino di Itoudis che mette in scena il cosiddetto hack-a-Vesely, ossia fallo quasi sistematico sul lungo ceco per mandarlo in lunetta, dove non ha percentuali esaltanti, per usare un eufemismo… Infatti alla fine del terzo quarto avrà segnato solo 1 libero su 10!

Milos Teodosic subisce il raddoppio del Fener ma vede già lo spiraglio per passare la palla ad Hines

Il CSKA in vista dell’inizio degli ultimi 10 minuti di partita conserva così un vantaggio quasi intatto di 16 punti. Nel quarto periodo però ad ogni canestro turco le certezze del CSKA si sgretolano: gli uomini di Itoudis temono la rimonta (come successo già altre volte in stagione) e si mettono da soli nelle sabbie mobili. Il Fener ci aggiunge voglia, ritmo ed una difesa migliore (l’attacco resta poco fluido, ma molto grintoso) ed ecco che la rimonta è servita! A guidarla ci sono in primo piano Ekpe Udoh e soprattutto Bobbie Dixon che dopo una Final Four totalmente opaca esce da uno stato di mediocrità e si carica i suoi sulle spalle.

La truppa di Obradovic riesce ad arrivare fino a -1 e la paura in Russia ora è tanta, tantissima. A meno di un minuto dal termine, al termine dei 24 secondi, però, il mago Teodosic trova un taglio fantascientifico per De Colo che fissa così il +3 CSKA. Ma i fuochi d’artificio non sono finiti: rimessa Fener di Datome per Dixon e tripla senza senso messa a segno! Sulla rimessa russa, De Colo perde palla e Hines commette fallo su Sloukas: con i due liberi realizzati il Fenerbahce va addirittura in vantaggio di due punti a venti secondi dal termine.

Palla a De Colo, consegnato a Teodosic che rischia di perdere palla, nel parapiglia la ritrova De Colo che prova la tripla, ferro, a pochi secondi dalla sirena la trova Khryapa che al volo la appoggia al ferro e segna il pareggio insperato! Sulla rimessa gialloblu con 1.8 secondi disponibili, il tiro e giro di Udoh non va a segno ed allora è tempo supplementare!

Le forze fisiche si possono sempre trovare per un supplementare che decide una partita così importante, ma sono le forze mentali a fare la differenza: un mix di lucidità, razionalità ed estro. Il CSKA ne ha perse troppe nei finali di partita e lo spauracchio è dietro l’angolo; il Fener ha dominato due giorni prima l’overtime in semifinale.

E’ battaglia senza fine tra CSKA e Fener

Pronti via: grande difesa Fener e tripla di Sloukas. De Colo (uno dei più incolori della partita) dalla lunetta riporta il punteggio sul -1, poi grande recupero di Teodosic e due punti facili per Higgins che fa una super stoppata su Bogdanovic che però ritrova il pallone e manda in rete un canestro impossibile dalla linea di fondo. Sul ribaltamento ancora mago Milos a regalare due punti al suo compagno Hines. De Colo ritrova fiducia, batte Udoh dal palleggio e porta i suoi sul +3. Dopo il timeout, Datome raddoppiato e triplicato serve un cioccolatino a Udoh che non fa altro che schiacciare.

De Colo attacca ancora Sloukas: due tiri liberi e due punti. Nell’azione seguente De Colo si appoggia di nuovo al ferro, sbaglia ma c’è Hines per il tap-in: +5. Poi ancora Victor Khryapa! Stoppatona su Kalinic e sulla ripartenza altri due liberi ed altri due punti per lo scorer francese del CSKA (+7).

Sulla ripartenza, Dixon forza un tiro folle e segna una tripla insperata di tabella mantenendo accesa la fiammella di speranza della squadra di Obradovic. Sulla rimessa CSKA il Fener pressa a tutto campo, ma Teodosic ottiene il fallo e fa 2/2 dalla lunetta. I gialloblu le provano tutte e Datome infila di nuovo una tripla: +3 CSKA a 7.5 secondi dalla fine e possesso russo. Ma sulla rimessa De Colo riesce a ricevere palla e dopo il fallo fa ancora bottino pieno dalla lunetta mettendo la parola fine alla partita: 101 a 96 per gli uomini di Itoudis.

Il CSKA Mosca vince, quindi, l’edizione 2015/16 dell’Eurolega con l’eleganza e la letalità di De Colo, la fantasia infinita di Teodosic, l’efficacia di Higgins, la solidità di Hines, l’esperienza di Khryapa, la ruvidità di Vorontsevich e il genio in panchina di Dimitris Itoudis.

Il CSKA Mosca è campione d’Europa!
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