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Euroleague Players 2003/2004: Arvydas Sabonis

Arvydas Sabonis
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Arvydas Sabonis, a 39 anni, è ancora dominante e decisivo nell’edizione 2003/04 di Turkish Airlines Euroleague. La nostra storia non poteva non passare dal Principe del Baltico.

LE ORIGINI

Sabonis nasce il 19 dicembre 1964 a Kaunas, Lituania, all’epoca una delle tante repubbliche socialiste sovietiche controllate da Mosca.

Il piccolo paese baltico e’ fieramente indipendente fino al 1938 quando viene annesso all’URSS, invasa dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, e di nuovo provincia sovietica al cessare delle ostilita’.

Arvydas inizia a farsi notare quando a 13 anni, siamo nel 1977 in piena guerra fredda , la tensione tra Stati Uniti ed Urss e’ alle stelle ed anche lo sport diventa terreno di propaganda e scontro politico. Sono passati solo 5 anni dalle olimpiadi di Monaco,dove in un’incredibile finale degna di una “spy story”, vengono fatti rigiocare gli ultimi tre secondi e la medaglia d’oro è per la prima volta dei sovietici, che cosi’ sconfiggono gli USA nel “loro” sport.

Arvydas e’ altissimo e grosso ma si capisce in fretta di essere davanti a qualcosa di speciale: partenze in palleggio, piede perno, tiro dal mid range e dalla distanza , visione di gioco fuori dal comune. 2 metri e 21 centimetri di potenza e classe destinati a rivoluzionare non solo il ruolo del pivot classico , ma con dieci anni di anticipo essere il prototipo del player moderno capace di giocare in piu’ ruoli.

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STAGIONE 2003/2004

Nella stagione 03/04 Arvydas torna dove tutto era iniziato, allo Zalgiris di Kaunas.

Pur reduce da una stagione NBA a Portland da 78 partite, sono legittimi i dubbi sull’effettivo contributo che il gigante lituano potrà’ dare nella migliore competizione europea. Si sentono i 39 anni come anche i gravi infortuni passati e la mobilita’ non e’ piu’ quella di una volta.

Sara’ stata l’aria di casa , sarà che talento e classe non conoscono anagrafe, sta di fatto che Sabonis disputa un Eurolega strepitosa: 16.7 punti, 10.7 rimbalzi, 2.4 assist, 1.6 stoppate, 1 recupero di media. Tira con il 61.3 da due, il 36.6 da tre e quasi 70% ai liberi.

Numeri da superstar che gli valgono il premio di MVP della stagione regolare e delle top 16.

Le final 4 sfuggono solo al supplementare contro il Maccabi poi vincitore della manifestazione.

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LA CARRIERA

Come detto Sabonis inizia a giocare tardi, praticamente a 13 anni, ma a 15 fa già’ parte della nazionale sovietica juniores .

Ingaggiato dallo Zalgiris della sua Kaunas nel 1984, vince tre campionati sovietici consecutivi, anche a dispetto del CSKA di Mosca in una sorta di “rivincita” per gli aneliti di libertà’ ed indipendenza lituani.

La nazionale maggiore non si fa attendere e su di lui attenzioni ed aspettative sono tali che si narra fosse spiato dal KGB per evitare fughe fuori dalla Russia. Dominante in patria, e’ sufficiente una tournée di alcuni college americani perche’ anche fuori dai confini sovietici si accorgano di lui tanto che nel 1985 Sabonis viene scelto con il numero 77 dagli Atlanta Hawks, trasferimento pero’invalidato.

1985/1988 è un triennio importante per Arvydas: argento ai mondiali spagnoli dell’86, oro alle Olimpiadi di Seul dell’88, seconda chiamata NBA questa volta da parte di Portland, ma anche due infortuni al tendine d’Achille che rischiano dì comprometterne la carriera. Curato al meglio proprio in Oregon, è tempo finalmente di uscire dalla Russia grazie alla mutata situazione politica.

Sabonis, sorprendentemente, non va subito in NBA ma si accasa in Spagna al Valladolid dove rimane per tre anni. Nel 92 arriva la chiamata del Real Madrid, altro triennio in cui vince tre campionati, la coppa dei campioni del 94/95 (anche MVP del torneo) ed uno storico bronzo alle Olimpia di Barcellona con la sua Lituania finalmente indipendente.

È il 1995 quando (undici anni dopo quella prima chiamata) a 31 anni finalmente esordisce in NBA il rookie Arvydas Sabonis con la maglia di Portland. Nella stagione d’esordio fa registrare 15 punti, 8 rimbalzi e quasi due assist di media, che migliorano ulteriormente nei playoff.

Età ed infortuni ne limitano l’impiego, ma quando è sul parquet Sabas incanta: sfoggia una gamma infinita di movimenti in post basso, tira dalla media e da tre, la capacità di lettura e di passaggio sono quelle di un playmaker.

Regala un’altro bronzo alla Lituania nei giochi olimpici di Atlanta ‘96 e raggiunge le finali di conference due volte nel ‘99 e nel ‘00 eliminato 4-3 dai Lakers di Shaq e Kobe.

Sei stagioni consecutive a Portland, poi il rientro a Kaunas nel 2001, altro anno a Portland e chiusura della carriera sempre con lo Zalgiris nel 2003/04.

Si ritira a 41 anni con 7 titoli nazionali tra Kaunas e Real , 1 coppa dei campioni, 1 intercontinentale, ed una quantità infinita di riconoscimenti individuali.

Con la nazionale sovietica vince l’oro olimpico di Seul ‘88 e l’argento ai mondiali di Spagna dell’ 86, con quella lituana i già ricordati bronzi e l’argento europeo in Grecia nel ‘95.

Nel 2011 un sorridente Bill Walton lo introduce nella Hall of Fame del basket USA. È l’occasione per Sabonis per ritornare negli Stati Uniti dopo tanti anni ed al breve discorso di ringraziamento segue l’ovazione dalla platea che testimonia come il ricordo del principe sia indelebile nelle menti dei tifosi.

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