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Euroleague Players 2000/01: Marko Jaric, dai sobborghi di Belgrado fino alle luci della NBA, con un’Eurolega in tasca

Jaric
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Marko Jaric, un giocatore, e un uomo, che ha fatto sognare, litigare, parlare di sé e vibrare migliaia di cuori. La storia di un talento e di un personaggio unico nel suo genere.

LE ORIGINI

Jaric, originario di Belgrado, muove i primi passi nel Radnicki. Nel 1996, a diciotto anni, la sua carriera inizia a prendere la giusta piega quando firma in Grecia con il Peristeri. La sua statura e la faccia tosta non passano inosservate, inizia ad attirare le prime attenzioni oltreoceano per la sua qualità di poter spaziare in tre ruoli diversi (play, guardia e ala). Nel 1998 vince gli Europei under 22.

L’estate successiva, il regista di 201 centimetri, firma a Bologna sponda Fortitudo. Il suo carattere dirompente fa subito nascere una sorta di rivalità con la stella indiscussa del momento Carlton Myers. Alla fine della seconda stagione italiana la sua Fortitudo vincerà il suo primo scudetto della storia, ma la turbolenta esperienza biancoblù del giovane di Belgrado terminerà giusto dopo il primo tricolore.

Marko Jaric non dovrà spostarsi da Bologna, dando una conferma del suo carattere firmerà con i rivali storici della Fortitudo, la Virtus Bologna. Inizia una stagione che cambierà la storia cestistica dell’irruento talento.

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LA STAGIONE 2000/2001

«Di lì c’era un allenatore che la vedeva diversamente dal sottoscritto». Si presenta cosi Marko Jaric, mandando una frecciatina all’allora coach della Fortitudo, Recalcati, e mettendo in chiaro il suo ruolo naturale: il regista. Nonostante la presenza di Antoine Rigadeau.

Il ragazzo conferma la faccia tosta e non ha paura di esprimere le proprie opinioni, nonostante l’atmosfera abbastanza tesa per un passaggio di sponda che fa discutere.

«Stando dentro alla Virtus si vede che è una società che esiste da tantissimo tempo e da tantissimo tempo è vincente. La Fortitudo invece è una società che è venuta fuori negli ultimi sei, sette anni, investendo molti soldi e pensando che con quelli si può comperare tutto. Non hanno l’esperienza della Virtus. Ho fatto la scelta giusta».

La nuova stagione per il neo bianconero non inizia nel migliore dei modi. La Virtus è reduce dall’addio di Sasha Danilovic, una rivoluzione è stata attuata prendendo giovani emergenti di talento ( Ginobili, Smodis e appunto Jaric) ed un totem chiamato per spostare gli equilibri sotto le plance come Rashard Griffith. Marko Jaric paga la delusione della mancata convocazione alle olimpiadi di Sidney. La Virtus non riesce ad ingranare, la Fortitudo è la grande favorita, ma ben presto la musica cambierà.

Il derby di natale stravolge la storia della stagione, della Virtus e di Jaric. I bianconeri strapazzano la Fortitudo vincendo con uno scarto di trentasette punti dando una scossa a tutto l’ambiente, facendo crollare le certezze di cartone dei campioni d’Italia.

Messina riesce a far coesistere in regia Rigadeau e Jaric ed a febbraio inizia il volo delle V nere che si sbarazzano dell’Estudiantes negli ottavi di EuroLeague e conquistano il primo trofeo stagionale, la Coppa Italia.

Il talento serbo attira su di se le attenzioni dei Miami Heat. Dopo aver vinto il secondo titolo italiano, il regista mette nel mirino il maggior trofeo continentale. L’ex biancoblu, insieme alla Virtus, si prende la rivincita personale eliminando la Fortitudo nella serie semifinale di EuroLega.

Il Tau di Ivanovic, Bennett e Vic Alexander si intrapone tra Jaric ed il sogno continentale.

In gara 1, nel tracollo Virtus, il regista serbo è uno dei pochi a salvarsi con 14 punti. Nel secondo round, la Virtus prende le redini della serie e Marko Jaric non fa mancare il suo apporto (13 punti 3/5 da tre).

La serie si trasferisce in Spagna, la Virtus stravince anche gara 3, la scena è tutta per Ginobili ed il serbo si limita a dare un apporto prezioso a rimbalzo. Due giorni dopo, sempre in Spagna, Jaric fa virgola e il Tau si porta sul 2-2.

16 punti e 7 falli subiti: nella gara che assegna il titolo, il giovane bianconero risponde presente. La Virtus vince il titolo continentale. Marko Jaric vince la sua prima Eurolega ed il suo terzo titolo consecutivo. A 23 anni la sua bacheca personale è già completa. Ma manca la ciliegina per completare la torta della stagione 2000/2001, iniziata con la delusione della mancata convocazione a Sidney.

La ciliegina arriva nel derby, nella serie finale contro la Fortitudo di quel Carlton Myers che aveva accolto la sua partenza senza versare troppe lacrime. La Virtus serve un sonoro 3-0 in finale ai cugini e si laurea per la quindicesima volta campione d’Italia. Marko Jaric alzerà al cielo il suo secondo scudetto consecutivo.

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LA CARRIERA

Testa alta, sguardo lucido, occhi vicini, naso da guerra; due scudetti, una coppa Italia, un Europeo under 22 e una EuroLeague. Gli occhi della NBA sulle sue possenti spalle. Un salto sulla sua corvette rossa e uno sulla fiammante BMW blu. A 23 anni Marko Jaric è già il padrone del mondo.

La seconda stagione bianconera porta subito un altro trofeo in bacheca ( la Coppa Italia). Nella sua Virtus qualcosa sembra essersi rotto; Messina viene prima esonerato e poi richiamato, Griffith da diversi segni di insofferenza e l’ambiente sembra una polveriera.

Il capitano Alessandro Abbio lascia la squadra, ma nonostante tutto i bianconeri tornano alle F4. La beffa arriva in finale, la Virtus getta al vento un corposo vantaggio e la possibilità di bissare il successo in Eurolega.

In Italia le V nere si fermano in semifinale. Per i bolognesi è la fine di un ciclo. Per Jaric è pronto il salto oltreoceano.

Inizia la vita americana del giovane talento serbo divenuto ormai uomo. Negli States Marko Jaric diventerà a tutti gli effetti un personaggio, facendo parlare di sé dentro e fuori dal campo.

In America, in suo onore, verrà coniato anche il “to Jaric” per descrivere un uomo bruttarello (ma facoltoso) in grado di conquistare donne bellissime e meno celebri di lui. Tutto questo non deve far dimenticare il Marko Jaric “giocatore”.

Un professionista in grado di giocare 450 partite ad alti livelli. In 7 anni vestirà le canotte dei Clippers, Timberlwolves e Grizzlies. Dopo questa esperienza tornerà in Europa per andare a Madrid agli ordini del suo antico maestro Ettore Messina. Disputerà 20 partite in sei mesi per firmare la stagione successiva a Siena con l’obiettivo di rivincere la EuroLeague.

Un obiettivo che resterà soltanto un sogno, la storia è cambiata e la sua carriera è ormai giunta al termine. Dopo l’insoddisfacente ritorno in Europa ritenterà la carta NBA senza successo, per ritirarsi definitivamente e concentrarsi esclusivamente sui suoi affari. Ad oggi, in America, viene descritto come uno degli ex giocatori di pallacanestro più ricchi del globo.

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