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Tokyo 2020, Day 1: USA snaturati, Doncic da urlo ed Italia da godere

Tokyo 2020
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Tokyo 2020 ha archiviato il Round 1 del torneo cestistico suggerendo già diversi temi di riflessione. Dagli USA all’Italia, poi Australia e la Slovenia del fenomeno.

Sorprese, conferme e grandi protagonisti dopo la prima giornata di pallacanestro a Tokyo 2020.

10 flash più 1, il “momento veleno”, a meno di 24 ore da un secondo turno che dirà già parole importantissime in ottica qualificazione.

PATTY MILLS. Quando si parla di leadership e del concetto di caricarsi una nazione sulle spalle, lui non sbaglia mai. Non tanto per i 25 con 5/8 da tre, quanto per le responsabilità e la fiducia che trasmette ai compagni in qualsiasi momento ne sentano il bisogno.

ITALBASKET gioca una sorta di evoluzione della pallacanestro di Meo Sacchetti. Testa libera offensivamente ma con idee chiarissime e nessuna voglia di passare un tiro quando disponibile. Questo dà fiducia anche a chi ha mezzi inferiori ai grandi talenti.

SIMONE FONTECCHIO non era un brocco e non è diventato un fenomeno. E’ semplicemente un buonissimo giocatore di pallacanestro che aveva bisogno di trovare fiducia ed un sistema in cui potessero emergere le sue caratteristiche migliori. Qualcuno lo aveva visto anni fa (Repesa), altri non hanno capito chi e cosa potesse essere.

Sempre su FONTECCHIO emerge un chiaro discorso di “SCOUTING”. Non tutti i giocatori sono pronti per emergere a 18-19 anni ed alcuni necessitano di un periodo di comprensione e d’adattamento al gioco. Lavorare sui giocatori e comprenderne questa caratteristiche è parte dell’opera di chi li studia.

LUKA DONCIC appartiene ad un pianeta tutto suo di cui è probabilmente l’unico abitante. Inutile cercare di capire con delle logiche, semplicemente la pallacanestro gli circola nelle vene con una fluidità che non ci riguarda.

Il flop degli USA, sebbene sia solo gara 1, dipende principalmente dal veder snaturata ogni caratteristica dei propri interpreti. Oggi in NBA si gioca una certa pallacanestro ed i giocatori sono abituati a quel tipo di gioco: regole a parte, che hanno comunque impatto, non serve a niente giocarsela sul terreno amico degli europei. Che si dia libero sfogo al talento, altrimenti si fa grigia. Se e quando vedremo Dame e KD provarci tranquillamente da 9 metri, come è nelle loro corde, allora avremo chiarezza sui valori in campo. Finché li vediamo passare tiri…

La SLOVENIA, al contrario degli USA, gioca un sistema fluido con un perfetto bilanciamento tra l’immenso talento di Doncic e quanto possono dare tutti gli altri. Il ritmo alto permette ad ogni elemento di essere coinvolto pur lasciando nelle mani del fenomeno la responsabilità dell’80% delle soluzioni, dirette od indirette. E’ già stato così nel preolimpico di Kaunas, si è confermato nella gara contro l’Argentina.

Gli USA di Popovich giocano una pallacanestro veramente brutta sin dai Mondiali cinesi. E’ un dato di fatto. Non c’è bisogno di cadere in tematiche su “bolliti” etc. Giochi male? Perdi. E’ giusto e non deve sorprendere.

Le regole FIBA valgono anche per Doncic, nonchè per tutti gli europei che giocano in NBA, che sono tanti. Interpretarle ed avere un po’ di flessibilità nella propria azione dovrebbe essere caratteristica normale di campioni e coach.

Secondo turno, da domani, già importantissimo. Italia ed Australia si giocano un posto nei quarti, Nigeria e Germania in campo per restare vive nel girone B. USA che non avranno problemi con l’Iran, mentre chi vince tra Francia e Rep.Ceca andrà avanti senza dubbi. Giovedì Slovenia in ciabatte col Giappone e Spagna per mettere in grave difficoltà l’Argentina, che potrebbe trovarsi ad un passo da una clamorosa eliminazione.

MOMENTO VELENO

Doncic è surreale, altra categoria, ma la difesa dell’Argentina su di lui è stata una delle cose tecnicamente di più basso livello mai visto. Solo a sprazzi )Deck) ci si è provato decentemente.

A Luka, fenomeno assoluto, una cosettina si può dire: potrebbe evitare di contestare ogni chiamata arbitrale. Lo status di superstar ce l’ha già nonostante la ancor giovanissima età, ma se va avanti così rischia di farsi una nomea di “brontolone”, nel migliore dei casi, che non gli farà bene in futuro.

(Photo credit: http://www.fiba.basketball)

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