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Dinos Mitoglou, la nuova arma importantissima dell’Olimpia Milano

Dinos Mitoglou
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Dinos Mitoglou oggi ha salutato il Panathinaikos con un post su Instagram il popolo di Oaka. Prossima tappa Milano, in maglia Olimpia.

LE ORIGINI DI UN OTTIMO GIOCATORE DI PALLACANESTRO

Dinos, all’anagrafe Konstantinos, nasce a Salonicco l’11 giugno del 1996.

I primi passi della sua carriera giovanile sono spesi tra l’accademia Asteria e l’Aris, nella città natale. E proprio con la maglia delle indimenticata “vittime” della più grande partita della storia dell’Olimpia, il miracolo del Palatrussardi nell’autunno 1986 che diede il via al futuro trionfo di Losanna, fece il suo esordio tra i professionisti in una gara contro l’Olympiacos, nel novembre 2013.

Furono 3 le gare disputate con la prima squadra dell’Aris quell’anno.

Rimase tuttavia dilettante, cosa che gli permise di poter fare il seguente passo in carriera, ovvero il college.

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WAKE FOREST, LA CASA DI TIM DUNCAN

Wake Forest, i Demon Deacons, lo accolgono nella Atlantic Coast Conference per la stagione 2014.

Saranno tre gli anni con l’Alma Mater di Tim Duncan, agli ordini di Coach Danny Manning, uno a cui chi ha qualche capello bianco in più deve riconoscenza eterna per averci regalato il sogno di una nuova pallacanestro a Kansas, tra il 1984 ed il 1988. Un lungo che gioca così? Mai visto prima…

Il fenomeno di Hattiesburg, Missisipi, nella finale dell’88 registrò una “partitina” da 31+18 con 5 recuperi. Vi possiamo garantire che quello che si vide in quei 208cm per 125kg raramente si potè ammirare di nuovo in seguito. Oklahoma ricorda bene quella versione dei Jayhawks definita giustamente “Danny and the miracles”, reali underdog dopo ben 11 sconfitte in stagione.

Non ne cancellò l’eterna gloria la virgola fatta registrare nella semifinale olimpica di Seoul contro l’Unione Sovietica, che comunque lui definisce senza alcun dubbio «la più grande delusione della mia vita». A causa di quella gara nacque il Dream Team, quello unico, vero, originale del 1992.

Il nostro “Dinos” approda quindi a Winston-Salem, in un ateneo che sul tetto del Lawrence Joel Veterans Memorial Coliseum vede appese le maglie del “21” (Tim…), quella di Chris Paul nonchè quella, più piccola…,di Muggsy Bogues.

Non sono stati anni d’oro, soprattutto i primi due, mentre il terzo disse cose migliori per la squadra.

Ma il greco si difende: 9,7 e 4,6 rimbalzi, poi 9,2 + 5,4 ed infine, nell’anno da junior, 8,9 + 6,1. Tutte e tre le stagioni registrano una discreta attitudine dall’arco: globalmente sarà 34,7%, con la punta del 38,5% all’esordio.

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DAL COLLEGE AD OAKA

L’addio a Wake Forest crea diverse polemiche. La stampa locale, più o meno velatamente, non lo accetta e sebbene comprenda che un’offerta come quella del Pana (2 milioni in 4 anni) si un grosso traguardo per chi vuol fare del giochino la sua professione, si pone tante domande sul perchè una quarta stagione data per scontata diventi un saluto così doloroso in pochi giorni. Aggiunta a quella da John Collins, scelta di Atlanta, la separazione lascia un notevole buco sotto canestro. E quelle polemiche non sono altro che la dimostrazione che su “Dinos” si contava molto, perchè il valore non si discuteva, anzi.

Ad Oaka è accolto ufficialmente il 29 luglio del 2017 e l’accordo è, come detto, quadriennale. In quei giorni, Jarell Eddie, oggi in scadenza al Fenerbahçe, era obiettivo dichiarato dei rivali cittadini dell’Olympiacos, che non presero troppo bene l’arrivo di un profilo così interessante in maglia “green”.

Il Pana è storia recente. 4 campionati greci, 2 coppe nazionali, un titolo di MVP dell’All Star Game ellenico nel 2020. Ma soprattutto la grandissima stima di Rick Pitino, che lo considera in grado di coprire tre ruoli, dal 3 al 5 e ne tesse le lodi ripetutamente durante le sue esperienze ateniesi. Fa bene.

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EUROLEGA

93 partite in 4 stagioni con una media punti crescita da 0,8 a 4,2, da 5,8 a 9,3, così come i rimbalzi raccolti, che sono 4 di media nella carriera al massimo livello europeo.

Quest’anno è stato uno dei pochissimi giocatori a scendere sul parquet per tutte e 34 le gare di stagione regolare., nonchè quarto globalmente per rimbalzi totali ed in quelli offensivi.

Il 21 gennaio passato ha registrato una valutazione straordinaria di 42, figlia di una prova da 29 punti e 12 rimbalzi (8 offensivi, vizietto che non perde) con un notevole 10/14 al tiro da due, 9/9 ai liberi, dove è molto affidabile, e ben 6 falli subiti. Non sono numeri casuali per un lungo nel basket di oggi.

Nel gennaio 2020 strappò ben 16 carambole ai rivali del Cska.

Il 29,5% dall’arco in stagione va rispettato molto: basta ricordare il corpo ed i centimetri dell’atleta.

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SCOUTING

I suoi 210cm per 116kg sono una gran bella presa per Milano.

Perchè e cosa ci ha visto Ettore Messina? Probabilmente quello che ci vide già Draft Express nello scout del 2015.

«Ha la taglia ed i movimenti del classico lungo europeo. Sa sfruttare movimenti accuratissimi per guadagnare vantaggi anche quando non può mettere sotto fisicamente i rivali».

«Può avere qualche limite difensivo a livello di lavoro laterale dei piedi, ma come tanti europei ben allenati sa come posizionarsi e raramente diventa vittima di mismatch».

«E’ uno dei migliori nel gestire lo “spacing” ed è in possesso di un rilascio clamorosamente alto ed insospettabilmente rapido. Quelle mani così alte sopra la testa lo rendono immarcabile in caso di “spot up”».

E’ tutto quello che abbiamo visto nella sua crescita in Europa, non è passato inosservato a menti cestistiche della finezza di Messina e Stavropoulos, che ne avranno apprezzato anche la grande attitudine a strappare palloni sotto le plance, soprattutto quelle avversarie.

Ricordando che non è un “3”, con tutto il bene che vogliamo, ed è tanto, a Rick Pitino. E che proprio gli Spurs, un nome non a caso, ci fecero un pensierino a gennaio.

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