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Zenit-Cska gara 2: La poesia di Pangos supera la prosa del Cska

Zenit-Cska
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Zenit-Cska: la vittoria degli uomini di Pascual nella più bella partita dell’anno. Serie sull’1-1 e si va a Mosca per gara 3 e 4, tra sabato e lunedì.

Confermate tante assenze importanti da entrambe le parti. Gudaitis e Ponitka tra i padroni di casa (ma Poythress c’è), mentre gli ospiti restano sempre senza Strelnieks, Lundberg, Milutinov e Bolomboy.

Il successo dell’Armata in gara 1 vede lo Zenit con le spalle al muro. Itoudis cerca il colpo del KO per garantirsi due match point casalinghi.

107-104 dopo due supplementari: il migliore spettacolo cestistico europeo dell’intera stagione.

PLAYOFF, LA CASA DELL’INTENSITA’

Sin dai primi possessi si capisce che sarà un’altra, splendida battaglia. Si lotta e si picchia, ogni pallone sembra una questione di vita o morte.

Piccola fuga Cska (4-11) con un Michael Eric efficace, come non lo sarà nel resto della gara, in cui commetterà almeno un paio di errori che a questi livelli non puoi permetterti.

Il 31-39 di metà gara è frutto di un’altra prestazione sin lì esemplare degli ospiti, guidati da un Toko Shengelia finalmente nella sua massima espressione.

La mini fuga iniziale diventa un vantaggio notevole sul +12 per i rossoblu, poi qualche errore di troppo, Pangos che prende in mano la gara e porta i suoi a contatto e pure avanti.

Il resto è storia di possessi decisivi che vanno o non vanno, di giocate straordinarie che si susseguono e di un equilibrio che si rompe solo nel secondo supplementare, quando il parziale dei primi 69 secondi chiude sostanzialmente la sfida, nonostante un ulteriore, notevole tentativo moscovita di restare in vita, quasi tutto firmato Daniel Hackett.

KEVIN PANGOS, SURREALE

Quello che fa il canadese/sloveno è qualcosa di raramente visto sui campi da gioco.

Quel corpo, a cui non daresti due lire nel mondo del basket, è un concentrato di talento, intelligenza e forza interiore. Ci provano tutti, da Hackett a Kurbanov, da Clyburn perfino a Shengelia ma sembra che tutto scivoli via come acqua fresca addosso al play di Pascual che ha un controllo tecnico, tattico ed emotivo incredibile sulla gara.

I numeri (27+9) non sono nulla rispetto all’impatto che ha sul gioco. I tiri miracolosi a segno nei momenti chiave sembrano all’apparenza forzature quasi fortunate, ma la realtà è che il giocatore prende quello che la gara offre e ci mette il carico di una dose di sensibilità nei polpastrelli che non sappiamo chi altro possa avere in questo continente.

Oggi è semplicemente il miglior playmaker in Europa perchè coniuga fosforo in stile anni ’80 ad efficacia totale nei sistemi attuali. Come metterlo in difficoltà? Servirebbe attaccarlo maggiormente e per quello pesa moltissimo l’assenza di Iffe Lundberg, che speriamo di rivedere in campo per gara 3.

I RIMBALZI, “LA CHIAVE PIU’ CHIAVE” TRA TANTE ALTRE

39-33 Zenit ed alcuni palloni decisivi raccolti sotto le plance avversarie nei momenti più importanti della gara che hanno garantito opportunità supplementari che hanno fatto la differenza, come in occasione di un tripla di Baron dal peso specifico altissimo. In gara 1 è stato 41-25 CSKA: cambia tutto.

Altro momento chiave dell’incontro verso la fine del terzo quarto, quando tre-quattro possessi pessimi moscoviti permettono allo Zenit di restare a distanza recuperabile poi di riagguantare una partita che poteva scivolare via. Come l’intera serie.

Ed è proprio la tripla miracolosa di Shengelia a portare la gara al primo “overtime”, a coronamento di una prestazione splendida che rischiava di essere macchiata da un errore su un appoggio semplice che sarebbe potuto chiudere il tutto nei regolamentari.

Il fallo di Ukhov oltre l’arco, sul punteggio di 84-87 a 15″ dalla fine della prima proroga, è probabilmente un fischio corretto se interpretato nell’ottica di quanto vediamo di questi tempi. Ora però sarebbe il caso di capire se i tiratori da tre punti godano di totale protezione sempre e comunque, poiché casi come questo diventano sempre più frequenti. Qui c’è un giocatore che sta forzando palesemente una conclusione e che viene leggermente sfiorato dal difensore: il tocco c’è, nessun dubbio, ma se si dovesse applicare questo metro di giudizio ad ogni situazione sul campo dove andremmo a finire? Serve, a nostro parere, regolamentare meglio vantaggi e meriti, nel senso del gioco.

Poi c’è Pangos, unico abitante del suo personalissimo pianeta. Il suo secondo supplementare? Assist, tiro libero, assist, tripla sbagliata, assist, capolavoro da due, altro capolavoro da due… Il tutto in 5′ che potrebbero cambiare la storia della serie e quella della VTB. Surreale, unico. Appunto.

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