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Attività sempre più intensa, sia in campo che fuori. Tra Eurolega e faccende italiane.
- Il Barcellona cade nella finale di Liga Catalana e Jasikevicius è chiaro sin da subito: «Abbiamo tante stelle, ma se qualcuna pensa di vincere da sola non andiamo bene». E’ già il Saras vero.
- Suoniamo le campane, sono d’accordo con Petrucci. Sì, come ha detto il Presidente FIP, «Così facendo si riuscirà ad ammazzare lo sport». E’ tutto soltanto a causa dell’ignoranza di una parte delle istituzioni. Quelli sono convinti che sport voglia dire solo Cristiano Ronaldo o Sergio Rodriguez…
- E’ sempre Jasikevicius protagonista con la stampa: «Non escludiamo di firmare qualcuno, ma non abbiamo nessuna fretta». Correttamente, il Barça non si espone finché non si saprà se, come e quando si giocherà in Eurolega.
- Chi ha deciso di giocare ad Olbia il girone di Supercoppa aveva lontanamente pensato alla qualità delle immagini che sarebbero andate in televisione? Sembrano le riprese che facevamo nei settori giovanili in sperdute palestre di provincia negli anni ’80. La domanda è sempre la stessa: era così difficile?
- Il caso Caja ha infiammato il weekend italiano. Toto Bulgheroni, che resta un grande dirigente di questo sport, ha detto (alla Prealpina, noi le fonti le rispettiamo e le citiamo!) di non essere riuscito a cambiare alcuni atteggiamenti dell’allenatore in palestra. Ora, una domanda, semplice: Caja allena da una vita, tutti ne conoscono serietà, metodi ed applicazione, ancor più chi lo ha da anni nel proprio club, quindi dopo la firma su un triennale, in che modo dovremmo interpretare queste parole? Che il problema siano stati alcuni pesanti scontri con Scola ve lo abbiamo già riportato sabato (per primi, ma meglio lasciar stare a proposito…), ma può bastare tutto ciò?