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In Israele scoppia il caso Maccabi. La scelta è l’Eurolega e chi reagisce si interroghi

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Giorni caldissimi a Tel Aviv con il Presidentissimo Shimon Mizrahi, assoluta leggenda della pallacanestro nazionale e continentale, decisamente molto attivo su tutti i fronti.

Andiamo con ordine.

Si parte l’8 maggio, quando il sito ONE riporta le dichiarazioni di Mizrahi: «Senza pubblico l’anno prossimo non si gioca».

Il giorno seguente arriva la notizia che la Winner League ha presentato il piano per la ripresa del campionato, che verrebbe completato tra la fine di giugno e l’ultima settimana di luglio, come vi abbiamo dettagliatamente riferito questa mattina.

A seguito di questi eventi arriva la lettera del club  alla Lega in cui viene stabilito che, in caso di ripresa della lega nazionale con data in conflitto con quelle di Turkish Airlines Euroleague, la scelta sarà quella di rinunciare al campionato e giocare la fase finale della competizione gestita da Jordi Bertomeu.

Oltre a questa chiarissima presa di posizione, il club della capitale lamenta diversi altri problemi a seguito della decisione della lega, cosa che è sfociata nella non partecipazione  al voto durante la riunione:

E rieccoci a Shimon Mizrahi, che scrive una lettera ai tifosi in cui spiega le ragioni delle scelte dettagliatamente.

Dal testo completo segnaliamo le parti principali.

«Abbiamo sempre fatto di tutto per non interrompere l’attività, perfino in periodi come la Guerra del Kippur e la Guerra del Golfo, nonostante vi fossero attacchi terroristici contro Israele, come avvenuto in occasione delle Final 4 del 2004. E così abbiamo fatto quest’anno, fino a quando è stato possibile».

«Inutile sottolineare lo sforzo a livello di risorse per costruire la squadra di quest’anno, qualificata ai Playoff con largo anticipo. Purtroppo abbiamo dovuto fermarci».

«Dall’esplosione della crisi abbiamo sempre analizzato ogni aspetto, dalla salute dei giocatori a tutta l’organizzazione dell’isolamento e dei trasferimenti dei giocatori stessi. Sempre evidenziando cosa rappresenti giocare senza pubblico».

«Continueremo a fare tutto il possibile, aspettandovi presto sul campo, nei limiti di quanto permesso».

Le reazioni in Israele non si fanno attendere, a cominciare da quella, molto piccata, del CEO dell’Hapoel Gerusalemme, Guy Harel.

In sostanza il dirigente degli ormai storici rivali lamenta l’assenza del Maccabi dal voto al momento delle decisioni, il fatto che il club di Mizrahi non abbia sollevato il problema delle date di Eurolega durante la riunione ma lo abbia fatto 48 ore dopo ed infine sottolinea, con grande ironia, come un club che mette l’Eurolega davanti alla lega israeliana poi chieda aiuti dallo stato.

Infine, durante questi convulsi giorni,  arriva la notizia che solo Othello Hunter e Scottie Wilbekin saranno disponibili, tra gli stranieri, alla ripresa dell’attività. Senza considerare le posizioni di Jalen Reynolds, con il quale il rapporto si è concluso di recente, e Tarik Black, infortunato, restano da valutare quelle di Aaron Jackson, uno che ha detto chiaramente che non si farà vedere a luglio, Tyler Dorsey, Quincy Acy e Nate Wolters.

Nella mattinata di oggi arrivano, quasi a chiudere un cerchio e ad aprirne uno dal diametro assai più esteso, le dichiarazioni di Nikola Vujcic, GM, e del co-proprietario David Federman.

Così Vujcic, da Sport5.

«Sono sorpreso dal circo creatosi. Tutti conoscevano le date di Eurolega, hanno fatto tutto ciò di proposito. Avrebbero dovuto aspettare la scelta europea e poi stabilire le date nazionali. Hanno voluto solo mettere tutta la pressione su di noi».

«Abbiamo sacrificato ingenti importi di denaro negli ultimi dieci anni per rispettare regole create solo ed esclusivamente per indebolire il Maccabi. Ed abbiamo vintolo stesso…»

Federman, invece, ha parlato con One.

«Sono stufo di sentir parlare chiunque come se non capissero. E’ inappropriato aver reagito così».

 

IL COMMENTO

Due punti, semplici ed abbastanza evidenti.

Innanzitutto ci torna in mente quanto ci disse il mitico David Blu in occasione dello EuroClassic tra Maccabi ed Olimpia, a New York nell’ottobre 2015: «Quando il Maccabi gioca all’estero tutti gli israeliani  sono vestiti di giallo, quando siamo in patria c’è un odio senza limite».

La seconda considerazione riguarda la scelta di privilegiare l’Eurolega al campionato nazionale. La grande crisi causata dall’attuale pandemia potrebbe accelerare un percorso di separazione dei club del massimo torneo continentale da quelli nazionali? Difficile avere certezze oggi, ma altrettanto dura pensare che segnali in questa direzione (vedi anche l’Olympiacos) non ve ne siano.

 

 

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