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La finale più bella, nel nome di Real, Barça e Baskonia

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Lo hanno meritato e lo hanno fatto a dispetto di qualsiasi pronostico, che mai le avrebbe volute all’atto finale: Argentina e Spagna si giocano il titolo Mondiale dopo un percorso straordinario, ben diverso l’uno dall’altro, ma sempre in controllo del proprio destino.

Mentre gli USA si specchiano nel disinteresse totale dei giocatori NBA verso la manifestazione così concepita, mentre la Serbia in quello specchio vede una superbia imperdonabile e mentre la Francia ci vede solo e soltanto l’incapacità di Vincent Collet di guidare un gruppo ad altissimo livello, chi va in campo nella serata pechinese lo fa semplicemente perché è stata squadra migliore di tutte le altre, eccezion fatta per un’Australia che è l’unica rivale che avrebbe altrettanto meritato di essere invitata al ballo finale.

Alla fine di un torneo preso a pallate dallo stesso ente organizzatore per la periodicità ad un solo anno dalle Olimpiadi, per la ridicola calendarizzazione a fine agosto, per il livello degli arbitri spesso inaccettabile, per gli spostamenti delle squadre oltre ogni limite e per la formula a 32, che ha visto in campo alcune nazionali che hanno ricordato le immagini dei giochi invernali a “Mai dire Gol”, Spagna ed Argentina sono la faccia bellissima di questo evento, assolutamente figlie di una Liga Endesa ACB che porta in campo un marea di giocatori in questa gara.

 

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