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Il miracolo di Mike James ha il volto di Simone Pianigiani

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Ci sono notti in questo gioco che restano nella memoria. Ci sono giocatori che di quelle notti si nutrono. Ci sono allenatori che quelle notti fanno sì che diventino realtà.

E’ il riassunto di Olimpia-Efes, una gara decisamente bruttina e sottotono per entrambe le squadre, in cui il numero di errori ha ampiamente superato quello delle cose fatte bene, ma che è e resterà negli occhi di tutti come la gara del “miracolo di Mike James”. I tifosi dell’Efes la ricorderanno in negativo, così come ricorderanno invece con grande gioia quanto avvenuto a Mosca contro il Khimki, come ha correttamente sottolineato coach Ataman, uno che di queste serate ne ha vissute centinaia (secondo coach dopo Obradovic come numero di stagioni su una panca di Eurolega).

E’ la magia della pallacanestro, è la magia dei campioni. Senza dimenticare chi questi campioni li nutre quotidianamente, dando quella fiducia che permette loro di ergersi a protagonisti quando la posta in palio si alza.

5 punti come 5 sono i turni di Eurolega. Uno spicchio di stagione che qualcosa ha detto, ma di spicchi come questo ne mancano proprio altri 5, quindi analizzare va bene, mentre per dare giudizi definitivi è eccessivamente presto.

Nota a parte per Vasiljie Micic. E’ un grande giocatore, decisamente uno dei più colpevolmente sottovalutati. Fa tutto ciò che serve ad una squadra per vincere, è una benedizione per i compagni. La crudele legge del gioco lo fa apparire come imputato numero uno di una sconfitta che era vittoria a pochi attimi dal termine. Non cambia di una virgola il giudizio: grande giocatore.

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