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L’Olimpia suona la prima, il maestro è Micov

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Milano è volata a Podgorica con l’assoluta necessità di una vittoria e l’ha portata a casa,  seppur con qualche sofferenza di troppo che gli stessi Pianigiani e Nedovic hanno correttamente sottolineato.

Era fondamentale per i biancorossi (a proposito, perché lo scempio dei colori? Io capisco il marketing, ma i colori vanno rispettati… c’è già il calcio che ci propone cose assurde tipo il City arancio e rosso…), soprattutto nell’ottica della settimana entrante, che vede il Real in arrivo al Forum, prima di volare al Pireo. Ed era fondamentale perché, come sottolineato più volte in questa preseason, eventuali sconfitte contro le 4 del lotto che partono con possibilità inferiori (GC-BAY-DARU-BUD) possono costare moltissimo nella corsa Playoff, cui Milano è iscritta a pieno titolo.

Il Buducnost ha fatto quanto nelle proprie possibilità, sbagliando una cifra assurda di layup ed effettuando scelte errate nei due momenti in cui la gara avrebbe potuto girare. Coach Dzikic, personaggio di culto assoluto se ce n’è uno, sa che ha davanti una montagna da scalare molto alta ed impervia: questa scalata deve partire da una crescita globale che porti alla maggiore protezione possibile del fattore campo.

I nostri abituali 5 punti, per provare  a capire cos’è successo alla “Moraca”.

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