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Oaka protesta ma non perdona: Baskonia battuto

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La Olympic Indoor Hall è da sempre uno dei posti più affascinanti e caldi per la pallacanestro. Teatro di battaglie epiche, talvolta accompagnate da un pubblico che sa andare un po’ “oltre”, non ha certo bisogno di stimoli ulteriori per accrescere la passione di chi la riempie ogni volta che sul parquet ci sono i verdi di Dimitris Giannakopoulos, presidente del club dal 2012, succedendo al padre Pavlos ed allo zio Thanasis.                     La protesta del Panathinaikos, espressa attraverso il boicottaggio dell’inno di Eurolega con l’assenza dei giocatori di fianco alla terna arbitrale è grave e pesante: senza esprimersi sul merito, che sarà valutato da chi di competenza, è chiaro che la forma fa male poiché getta delle ombre assai antipatiche. Ce la faremo a stare senza Giannakopoulos per un anno nelle arene, tuttavia ci dispiacerebbe moltissimo stare senza il suo Pana, da sempre superpotenza in questa competizione.

La gara non fa che confermare la legge di OAKA: se non giochi 40 minuti pressoché perfetti, qui non vinci. Pascual ed i suoi non fanno eccezioni ed anche un Baskonia a tratti discreto cade.

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