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Jordan Theodore trascina Milano: un brutto Barça si arrende alla voglia dei milanesi

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Il primo successo di Milano in Eurolega è assolutamente targato Jordan Theodore. Vi sono altre annotazioni positive tra i biancorossi, ma è impossibile allontanarsi dal nativo di Englewood per trovare le ragioni di una vittoria che conta parecchio e che è stata fortissimamente voluta, nella serata in cui la cifra tecnica espressa è sicuramente meno elevata delle tre esibizioni precedenti. Ma la differenza, oltre a JT, la fanno quelle piccole cose che erano mancate, ovvero la capacità di sporcare la gara quando dovuto e le letture delle difficoltà avversarie, nonché l’ormai conclamata forza di non mollare di fronte ai parziali avversari, vera differenza rispetto alla stagione scorsa, in cui tutto ciò avvenne, in modo eclatante, solo con il Darussafaka.

Vittoria importante, si diceva, fondamentale in questo momento, nonostante le rassicuranti parole del coach in sala stampa, che ha parlato di «situazione che non sarebbe cambiata in caso di sconfitta». Vero che il lavoro fatto sinora è buono e che vittoria e sconfitta non sono l’unico termine di giudizio, ma quel «eravamo mentalmente pronti a partire 0-4 o 0-5» tradisce una scarsa conoscenza del contesto milanese. Qui è diverso, si va alla cassa con grande frequenza e spesso il cassiere stesso è proprio chi non ti aspetti.

Nei consueti 5 punti di #eurodevotion si prova a separare alcune situazioni  che possono aver avuto peso maggiore di altre, nel contesto della gara e delle sue conseguenze.

 

 

 

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