Paris-Olimpia, dentro o fuori? Sì, ma solo per i francesi
L'anticipo di questa sera del Round 30 di Eurolega è ovviamente gara della massima importanza. Ma solo per i parigini potrebbe essere ultima spiaggia.

Stasera alle 2030 nella splendida cornice della Adidas Arena l'Olimpia Milano fa visita al Paris Basketball.
Ovviamente, trattandosi di una delle 5 gare restanti per completare la stagione regolare di Eurolega, è sfida della massima importanza anche perchè le due squadre sono appaiate a quota 16 vittorie e 13 sconfitte.
Milano parte dal +5 dell'andata ed è dato da tenere in considerazione in virtù del clamoroso equilibrio che regna tra la terza e la dodicesima posizione. Difficile pensare che la classifica avulsa, ricca di scontri diretti, non giochi un ruolo fondamentale per stabilire chi andrà avanti e chi invece si fermerà dopo il Round 34 che si chiuderà l'11 aprile.

La gara di andata, Milano alla “vecchia maniera”
79-74 al Forum si diceva quindi, con una prestazione biancorossa che non resterà nelle pagine più dorate della storia qualitativa del gioco (11 assist e 16 perse) ma che è stata figlia di un'Olimpia più originariamente messiniana, con una difesa già da Playoff, sebbene fosse inizio ottobre, con la quale i folletti rivali sono stati trattati senza guanti bianchi.
Dominio a rimbalzo (41-31) e tuttavia ospiti ancora avanti nelle fasi finali prima che il solito Shavon Shields, uomo che quando si alza l'asticella ha pochi rivali, decidesse che la W doveva restare ad Assago.
Parigi dominò nei punti da palle perse milanesi (17 contro i 7 locali), Milano meglio in quelli derivanti da seconde opportunità (12 a 7).
Era un Paris diverso, non ancora a pieno regime Splitter, era una Milano diversa, quella che ha voltato pagina dopo il disastro di Trento ed è diventata squadra che nutre la difesa dalla forza di un attico brillante, moderno e perfettamente adeguato da Ettore Messina alla struttura derivata dall'infortunio stagionale di Josh Nebo.
Ecco, questo adeguamento è stato un merito assoluto del Coach milanese che ha saputo mettere nel cassetto alcune sue idee storiche per regalare la migliore “comfort zone” ad una squadra che in sostanza lo ha chiesto nei primi balbettanti mesi. I buoni allenatori hanno le proprie idee, quelli grandi le cuciono sul vestito del materiale umano a disposizione.
Il calendario e gli scontri diretti che attendono Paris Basketball e Olimpia Milano
Dopo questa gara i parigini avranno un terribile trittico fuori casa contro Fenerbahçe, Pana e Real, prima di ospitare l'Alba nell'ultima partita della stagione regolare. Data per scontata la W contro i berlinesi, serve recuperare almeno una, ma più probabilmente due vittorie per raggiungere quella quota 19W/15L che garantirebbe almeno la parità ed il ricorso al conteggio degli scontri diretti.
Scontri diretti che al momento la vedono in vantaggio solo con l'Efes (2-0 +13) e col Barça (1-1 +5), mentre è 1-1 e -3 col Partizan e 0-2 -19 con la Stella Rossa, dovendo ancora affrontare appunto Milano partendo dal -5 del Forum ed il Real, con cui ha pero di 11 in casa. Situazione complicata.
Milano sarà alla Movistar Arena contro il Real, poi attenderà al Forum il Barça prima di giocarsi il derby italiano a Bologna e chiudere sul parquet amico contro il Baskonia. Non facile, sia chiaro, ma decisamente più abbordabile di quanto attende i transalpini.
A livello di duelli diretti l'Olimpia di Messina è certa del 20- (+17) con la Stella Rossa, è 1-1 ma -13 col Partizan, 0-2 -56 contro l'Efes, suo vero spauracchio in caso di parità, mentre parte appunto dal +5 coi parigini, dal +9 casalingo col Real e dal +13 esterno contro il Barça.
Se è vero quindi che la classifica vede le due squadre appaiate, lo è altrettanto il fatto che Milano potrà contare su due gare contro squadre già eliminate negli ultimi due turni (Virtus fuori e Baskonia in casa) oltre ad un duello casalingo con il Barça partendo da uno scarto estremamente confortevole (+13) all'andata. Paris, invece, dovrà vedersela fuori dalle mura amiche contro due delle prime tre attuali e contro un Real alla disperata ricerca di W che assicurino la postseason, partendo in questo caso da un -11 casalingo difficilmente ribaltabile.
Se di conseguenza si vuole parlare di “finale" o di “must win” queso è concetto che appartiene solo ai 12 uomini di Tiago Splitter che, se è vero che mancando la qualificazione avrebbero una delusione terribile, lo è altrettanto che vadano applauditi a scena aperta per quello che hanno fatto e per come lo hanno fatto, incantando l'Eurolega per mesi contro ogni pronostico.