Il ritorno tra le mura amiche porta al Partizan il primo successo stagionale

Il Partizan di Obradović si invola nel primo tempo e resiste ai colpi di ritorno degli ospiti del Bayern Monaco, quindi difende il vantaggio fino agli ultimi minuti dell'ultimo quarto.

La prima vittoria bianconera in Euroleague è maturata per 86-78.

Partizan won

49 e 15 (anzi, 3)

Da un lato i punti segnati dal Partizan nel primo tempo, dall'altro quelli firmati nell'ultimo quarto di cui la maggior parte negli ultimi 3' 30''. Infatti, nella prima parte degli ultimi 10' il Partizan aveva messo a referto solo 3 punti.

Una simile differenza di riuscita offensiva salta all'occhio, tuttavia non è così inspiegabile se pensiamo al momento ancora embrionale della stagione. In questa differenza, però, sta tutta la trama della partita.

Un match che ha visto un Partizan dilagante per 20' (49-32 alla sirena), mentre costretto alle difensive nel finale (ultimo quarto da 26-15 per il Bayern). Comunque, vittorioso.

Ciò che è stato evidente sin dalle prime battute del primo quarto, è stata la volontà del Partizan di entrare presto nei giochi e di cavalcare con convinzione la transizione. Questo ha favorito un buon ritmo d'attacco, interpretato con una circolazione gradevole e concluso con una mira persino fuori dal normale degli interpreti serbi.

6/7 per l'80% dall'arco nel primo quarto, che si evolverà fino al comunque ottimo 47% finale. Sterling Brown e Bonga, sulle ali dell'entusiasmo, sono i più brillanti beneficiari degli assalti dalla lunga.

Il copione offensivo di un Partizan capace di sgretolare dopo pochi giri di lancetta la retroguardia del Bayern favorisce anche la riuscita difensiva. Consente una difesa sempre a metà campo, che è ben orchestrata dai padroni di casa.

La situazione si manifesta tutto al contrario nel secondo tempo, quando il Bayern inizia a macinare qualche giocata offensiva in più, alza la difesa ben oltre la metà campo per intimidire gli handler avversari e prosciuga man mano il ritmo bianconero. Che quindi perde le fonti d'approvvigionamento primarie e culmina nel nervosismo, con un Carlik Jones ancora non calato a pieno nella sua veste di timoniere (4 perse), nonostante buone giocate nel finale.

Il Partizan, però, ha saputo tenere botta di una gara dominata, cercare i suoi variegati interpreti, specie perimetrali e rispondere colpo su colpo. Per far lievitare l'attacco bianconero, c'è tempo.

Booker e la varietà offensiva tedesca

Un Bayern non eccelso è riuscito a rimanere in partita modificandone lentamente le dinamiche.

Nella prima parte di gara, la squadra di Herbert ha avuto da subito uno spartito offensivo monocorde, quando ce lo ha avuto. I tedeschi hanno giocato continuativamente il pick and roll tra Napier e Booker, ricavandone risultati solo nei primi minuti di gioco.

Hanno cavalcato questa situazione di gioco in maniera isolata, senza che si costruisse molto attorno e senza una convinta intenzione tattica. In seguito è proceduta la ricerca continuativa del centro in iniziative individuali, scarsamente remunerative. Ancora una volta, isolata.

Diciamo che se in Euroleague il tuo bersaglio principale è Devin Booker, forse un problema ce l'hai. L'attacco farraginoso, contro un Partizan alla ricerca coerente della transizione, è stato ancor più letale.

Poi, man mano qualcosa di diverso si è provato. Abbiamo visto lo stesso Booker portare su palla, ad esempio. Poi, si è vista un barlume di creatività nell'attivismo di Edwards. E qui si è vista la prima reazione offensiva tedesca, motivata però anche da un momento di svarione difensivo serbo.

Il Partizan ha cominciato a inizio terzo quarto a difendere in modo esageratamente aggressivo - per lo sviluppo della partita - sulla palla nelle situazioni di giochi a due, provocando cambi e dinamiche difensive evitabilissime, oltre a punti e fiducia per il Bayern.

Nell'ultimo quarto però il Bayern è riuscito a punire il Partizan trovando più varietà nel suo arsenale, sotto l'egida di un prorompente Nick Weiler-Babb. Tutto questo è bastato soltanto a portare i tedeschi solo al -6 e non ha ribaltato le sorti di una gara partita male.

Il match, comunque, è stato un perfetto esempio di quanto la salute degli attacchi condizioni le condizioni di partenza delle difese e viceversa.

Photo credit: Partizan X

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