Olimpia che ha vissuto un mercato nel quale gli obiettivi principali tra le guardie non sono stati raggiunti per diverse ragioni. Ma è nata una coppia che può far bene.

L'Olimpia Milano ha per ora completato un roster su cui si sono spese tante parole, spesso le une assai differenti dalle altre, soprattutto in riferimento al "playmaking".

Sfuggiti tutti i profili su cui si è puntato forte, come Darius Thompson e Kostas Sloukas (sì, ci hanno confermato diverse fonti che ci si è mossi anche in quella direzione), oltre al mancato rinnovo di Shabazz Napier, il reparto guardie, o playmaker se preferite. è composto da Kevin Pangos e dai nuovi arrivi Maodo Lo e Diego Flaccadori.

A fine mercato, ai primi di agosto, è arrivato il colpaccio Nikola Mirotic, profilo di altissimo livello che ha rivoltato la percezione di un mercato che non pareva per nulla esaltante agli occhi dell'ambiente meneghino.

E proprio la firma del montenegrino ha ulteriormente rinforzato un reparto lunghi già molto assortito e con diverse soluzioni in ogni ruolo. Centri come Hines, Kamagate e Caruso, "4" come Melli e Voigtmann: c'è tanto, effettivamente, ma c'è anche molto da valutare in termini di ruoli e di accoppiamenti.

Poythress, 206cm per 107 kg, è sempre stato in bilico, nelle valutazioni, tra la posizione di 5 e di 4. Se è vero che può anche giocare da ala forte, lo è altrettanto che nella pallacanestro di oggi proprio quel 4 deve aprire il campo e quella non è cosa che gli appartiene al meglio, sebbene abbia ampliato di molto il suo "range" di tiro, quando invece il suo rendimento cresce di molto in movimenti e situazione più vicine al ferro.

Basti ricordare che nella stagione appena conclusa, il salto di qualità del Maccabi avvenne quando, a causa del suo infortunio, Kattash dovette trovare soluzioni alternative in casa, e queste gli permisero proprio di aprire il campo schierando differenti atleti accanto a Josh Nebo. Risultato? Spaziature più ampie ed israeliani in volo verso i Playoff. Nessun addebito all'ex Zenit, ci mancherebbe, ma solo una questione di basket moderno.

Per tali ragioni siamo molto più propensi a vedere il prodotto di Kentucky come centro, nelle ipotesi più interessanti in coppia con Melli o Voigtmann.

L'ex Maccabi nativo di Savannah, poi trasferitosi a Clarksville (Tennessee) per frequentare la Northeast HS prima dell'approdo universitario a Kentucky, dove fece bene nonostante il grave infortunio ai legamenti del ginocchio sinistro, è un rinforzo molto interessante anche nell'ottica delle combinazioni che potrà avere coi compagni.

Questo perchè, rivista la carriera europea del giocatore, ci balza all'occhio una situazione che può regalare ottimismo a Milano.

Nel 2020/21 Poythress ha giocato 32 gare in maglia Zenit: 27 di RS e 5 di PO. Il fatturato in stagione regolare è stato di 8,6 punti e 4,3 rimbalzi in 18'46" di utilizzo medio per un 8,8 di valutazione. Nelle 5 partite di PO il suo impiego è leggermente salito a 19'20", con 9 punti, 4,6 rimbalzi e 9 di valutazione.

Nella stessa stagione 2020/21 anche Kevin Pangos ha vestito la maglia dello Zenit per 39 gare, tutta la stagione regolare più cinque impegni nei PO. Nelle 34 partite di RS ha prodotto 13,1 punti e 6,6 assist, col 51,7% da due ed il 39.9% da tre per un ottimo 14,3 di valutazione in 28'19" di utilizzo medio. Nelle 5 partite di PO è stato in campo 33'14" salendo a 16,2 punti e 7,2 assist per un notevole 17,8 di valutazione.

L'asse Pangos-Poythress funzionò non poco quella stagione e divenne notevole nei Playoff, in quella memorabile serie contro un Barcellona che potè risolvere la pratica russa solo a gara 5, dopo che lo Zenit si impose nel primo episodio al Palau mettendo sotto pressione i blaugrana.

In quella gara 1, uno dei due successi degli uomini di Pascual (74-76), Pangos giocò 34'50" mettendo a segno 19 punti con due soli errori dal campo e servendo 9 assist con una sola persa. Il tutto condito dal canestro decisivo a 10" dalla sirena, dopo il pareggio di Brandon Davies a 32" dal termine. Poythress produsse solo 4 punti e 5 rimbalzi, ma durante il suo impiego (15'46") il dato del plus/minus russo fu di +11.

In gara 4, la vittoria 74-61 che portò la serie alla bella, KP disse 22+8 in 32'37" mentre il lungo americano segnò 12 punti con 5 rimbalzi in 19'46" sul parquet.

Globalmente, dati a parte, il rapporto sul campo fu molto positivo tra un playmaker al quale Pascual consegnò pure le chiavi dello spogliatoio ed un lungo che Draft Express, nel 2012, descriveva come "eccellente nel tagliare dalla linea del tiro libero", una di quelle situazioni moto gradite alle doti di passatore di Pangos, meno efficace nel dar palla in azioni di post più statiche.

E' necessario essere realisti a Milano, sapendo bene che lo stesso Pangos non è mai stato prima scelta nel ruolo ma lo è diventato solo dopo l'evoluzione delle trattative di mercato. Tuttavia non si può dimenticare il giocatore che fece così bene a San Pietroburgo così come, forse ancor meglio, nello Zalgiris dei miracoli che arrivò alle Final 4 2018 di Belgrado. Se la palese bocciatura di fine stagione in biancorosso non si porterà dietro strascichi di insoddisfazione da un parte o dall'altra, provarci è una strada percorribile, se non al momento l'unica soluzione. E potrebbe riservare sorprese gradevoli.

Avere accanto un giocatore conosciuto e col quale il rapporto sul campo ha avuto uno svolgimento positivo poche stagioni fa non può che aiutare, partendo dal fatto che Poythress nelle sue 71 gare di Eurolega ha un lussuosissimo 61,8% da due punti (8,8 a gara) cui ha aggiunto 4,1 rimbalzi in circa 20' di gioco.

Non sarà certo l'attuale preseason, influenzata per quasi tutte le squadre dall'assenza dei protagonisti al mondiale asiatico che si uniranno ai compagni in prossimità dei primi impegni ufficiali, a dare responsi definitivi ed in questo senso servirà molta pazienza e la consapevolezza che l'inizio della stagione potrà essere assai particolare e portatore di tante sorprese a livello europeo, quello che in realtà conta.

(Photo credit: Twitter/X Olimpia Milano)

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