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Real-Pana non poteva essere una sfida qualunque: i campioni in carica contro gli avversari della finale di Berlino. Il Wizink Center ha detto che i "blancos" ci sono.

Non si può parlare di rivincita perchè l'Eurolega di ottobre è spesso ancora più incomprensibile di quanto non lo sia durante lo sviluppo della stagione, tuttavia Real-Pana non può mai e poi mai essere una gara qualunque.

Non lo può essere perchè si ritrovano le finaliste di Berlino, quando tutto sembrava apparecchiato per l'incoronazione dei dominatori della stagione e invece quel diavolo, o forse meglio dire genio, di Ergin Ataman ha rivoltato la partita come un calzino, dal vantaggio netto madridista al trionfo "green". E proprio lo stesso Ataman non è esattamente l'avversario meglio digerito dalle parti di Valdebebas se è vero che nel recente passato, sempre in occasioni decisive, ha messo sotto i "blancos" nei quarti del 2021, nella finale del 2022 ed infine proprio alla Uber Arena lo scorso maggio.

Aggiungiamoci che alla sfida valida per il Round 4 di Eurolega la squadra di Chus Mateo ci è arrivata con tanti dubbi dopo un 1/2 iniziale un po' deludente che fa il pari con il pessimo inizio in patria, tra Supercopa persa e Liga zoppicante, mentre gli uomini di Ataman tutto sommato si potevano ritenere in fiducia, sebbene sconfitti a Parigi da un'esordiente assoluta e dopo due W non certo di prestigio clamoroso tra Alba e Bayern.

Il verdetto di ieri sera ha detto Real Madrid (90-86) e lo ha fatto in modo più netto dello scarto finale, in una tra giocata ampiamente in circostanze tecniche più gradite ai padroni di casa.

Ma proviamo a capire cosa ci ha lasciato in dote il successo...

LA GARA

Le scorie di Vitoria, ma ancor peggio quelle di Bilbao, sembrano sparite tutto ad un tratto.

Il Real parte forte, vain doppia cifra di vantaggio e pare in controllo sebbene il Pana non molli mia del tutto ed in effetti non lo farà sino alla fine.

28-19 il primo quarto, +5 a metà gara e +12 dopo 30': quel controllo nonmnaca mai alla squadra di Mateo ed i campioni in carica si avvicinano aol massimo a 4 punti, prima verso la sirena dell'intervallo lungo e poi nel finale.

Madrid tocca il +17 al 27', l'impressione è che a questo ritmo la squadra di Ataman soffra ed è quello che porta al risultato finale, poichè anche nelle giocate decisive la "casa blanca" non cambia mai marcia.

LA CHIAVE? AL RITMO DEL FACU

«Quando corriamo siamo una squadra migliore». Parole e musica dell'MVP, al secolo Facundo Campazzo.

Nulla da aggiungere, il ritmo imposto in ogni possesso dal Real è stato insopportabile per un Pana che predilige altri tipi di scenario, sebbene poi siano stati gli attacchi in cui non si è esitato un secondo per andare a concludere quelli più efficaci per i "greens".

Nunn è una poesia e come attacca i lunghi senza la minima paura è cosa da insegnare nelle palestre di tutto il mondo, Juancho è tornato finalmente quello che sa essere spesso perfino dominante, per il resto, a parte qualcosa da Papapetrou ed Osman in termini di tabellino, si vede ben poco d'altro dei campioni.

3'39" di L.Brown ad inizio gara e poi nulla. Ataman la spiega in sala stampa come una scelta dovuta al rimo della tra ed alla necessità di avrei di più con Sloukas. Ci convince il giusto.

...

MVP E DINTORNI

Già detto e confermato, la gara è tutta del Facu.

L'ha impostata, gestita e dominata da leader vero, trascinando tutti i compagni che, globalmente sono stati positivi portando ognuno qualcosa di importante.

Mario Hezonja, da più parti chiamato a giocare di più e parlare di meno se vuole realmente incarnare il ruolo di leader per ora solo frutto di autoproclamazione non esattamente troppo gradita nell'ambiente bianco, è parso assai avulso dal contesto a lungo, poi arrivano quelle giocate che appartengono solo ad un talento superiore come quello che lui possiede. Siamo alle solite, se vuoi SuperMario è questo...

Per il tema leadership però, bisogna guardare bene in direzione sud-ovest, oltre l'Atlantico verso Cordoba, dove il 23 marzo del 1991 è venuto al mondo un genio di 181cm...

Menzione speciale per Alberto Abalde, decisivo ed impattante come nelle migliori serate. Se gli infortuni non lo tormenteranno potrebbe essere la carta vincente, inattesa, del nuovo Real. Semplicemente perchè è uno che sa giocare.

Un gran serata per le "merengues", nessun dubbio, tuttavia resta sospeso un tema che ci permettiamo di sottolineare da tempo: il roster madrileno è troppo corto e se poi il ritmo a cui si vuole giocare per performare al meglio è così sostenuto, quanto si può durare senza almeno 2-3 addizioni, anche in virtù degli infortuni?

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