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Shavon Shields
Shavon Shields

La battaglia va all'Olimpia Milano. La squadra di Messina lotta per quaranta minuti e vince una partita dura, sporca, fisica e sempre in equilibrio contro la Stella Rossa. A Belgrado finisce 80-82.

Nonostante gli acciacchi fisici, è ancora una volta Mirotic a guidare la squadra con una prestazione da 19 punti e 7 rimbalzi. Lo seguono Shields (14), autore del canestro decisivo, e Leday (15), nuovamente cruciale dopo un periodo di leggero calo.

La partita

Mirotic c'è, parte in quintetto e segna anche i primi punti dal campo di Milano. L'inizio di gara, però, è tutto dell'ex di serata, Nemanja Nedovic, che segna 8 punti nei primi due minuti. La Stella Rossa è concentrata e aggressiva, mentre Milano appare un po' spaesata. 

I serbi sono fin troppo duri e, a metà primo quarto, sia Bolomboy che Nedovic hanno già due falli a carico. Dall'altra parte, l'Olimpia litiga con il ferro e riesce a muovere il punteggio solo dalla lunetta. Gli uomini di Messina vanno sotto 17-10, poi l'ingresso delle seconde linee (Causeur, Caruso, Brooks, Bolmaro) scuote la squadra. Tra primo e secondo quarto, l'Olimpia piazza un parziale di 20-7, proprio con i canestri della panchina, che costringono Sfairopoulos a fermare il gioco. 

Dopo il break positivo, Milano va in difficoltà. Bolmaro pasticcia, Mirotic prende una botta ed è costretto a uscire e i padroni di casa, con le triple di Canaan, tornano avanti. Nel momento del bisogno, Shields sale in cattedra con un paio di penetrazioni al ferro e Brooks continua a segnare da lontano, tenendo l'Olimpia attaccata. In chiusura di primo tempo, il protagonista è ancora il #31, che dalla lunetta fissa il punteggio sul 45-48. 

Al rientro in campo Milano è brava a colpire subito. Questo permette alla squadra di Messina di conserva il vantaggio per tutto il terzo quarto, in cui è Leday a prendersi la squadra sulle spalle, colpendo con i suoi soliti tiri a una mano dal centro dell'area. La Stella Rossa gioca molto duro, ma l'Olimpia resiste e, dopo 30', è ancora sopra di quattro lunghezze.

In apertura di quarto periodo, i serbi pareggiano, ma Mirotic risponde immediatamente, prima dalla lunetta e poi con due canestri di puro talento. 

Il livello di fisicità in campo è altissimo, ma gli arbitri fischiano poco. Il risultato è che la partita, negli ultimi minuti, diventa una vera e propria lotta. Come spesso accade in queste situazioni, gli attacchi non brillano particolarmente e il punteggio fatica a muoversi. 

Le squadre arrivano alla volata finale in perfetta parità. Petrusev fa 0/2, i tiri di Causeur e Giedraitis vengono sputati dal ferro e allora ci pensa Shields, con un'altra grande penetrazione al ferro, a smuovere il punteggio e a portare avanti l'Olimpia. I serbi non riescono a rispondere e, dopo la lotteria di tiri liberi, è Milano a festeggiare. 

Zach Leday

Una vittoria molto pesante

L'Olimpia non ha certamente messo in campo la propria versione migliore, ma questa volta importa poco. Contro la Stella Rossa contava solo vincere e Milano lo ha fatto dimostrando di avere tanto carattere, di saper lottare e di poter portare a casa anche questo tipo di partite, in cui è complicato trovare ritmo in attacco e muovere bene la palla; perciò serve sapersi sporcare le mani, giocare duro e mantenere la lucidità, anche quando si alza la tensione. 

L'Olimpia ha saputo fare tutto questo e, alla fine, anche grazie al maggiore talento, ha vinto una partita fondamentale, che le permette di agganciare i serbi in classifica (ma sostanzialmente anche di superarli visto il 2-0 stagionale) e di affrontare il doppio turno di settimana prossima con un po' più di serenità, senza l'obbligo di dover vincere a tutti i costi sia a Parigi che a Madrid. 

I leader non tradiscono

I protagonisti sono ancora una volta loro: Mirotic, Shields e Leday.

In una delle partite più importanti della stagione, i leader dell'Olimpia non tradiscono e mettono insieme 48 punti. C'è poco da fare, Milano per vincere ha bisogno che loro rendano al meglio. Poi, certamente, il successo contro la Stella Rossa passa anche dai canestri di Brooks, dalla grinta di Caruso, dalla difesa di Bolmaro e dall'esperienza di Causeur. Ma sono sempre le giocate e i canestri di quei tre a trascinare la squadra.

Il montenegrino è stato il primo ad accendersi, forse per dimostrare a tutti che il problema all'anca non era così serio, poi è stato il momento di Shields e, per ultimo, è arrivato Leday, che da alcune partite faticava più del solito a incidere, ma che questa sera è tornato al livello “pre Coppa Italia”, risultando di nuovo decisivo.

Mirotic e Shields

Inutile dire che per raggiungere traguardi importanti in Eurolega, l'Olimpia ha bisogno che tutti e tre si confermino a questi livelli. Perché, alla fine, anche nelle partite più dure e fisiche, è sempre il loro talento a fare la differenza. 

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