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Clàsico tutto da gustare a Madrid. E' una semifinale, non accadeva da 29 anni, ed arriva in un momento molto delicato per il Real come per il Barça.

Per alcuni è "clàsico" da lunghi coltelli, per altri è quello degli errori da correggere, per altri è terapia. Senza entrare nel dettaglio di etichette che lasciano il tempo che trovano, la sfida del Wizink Center è di straordinaria importanza per "blancos" e "blaugrana", gara 1 di una semifinale inedita per chi ha vinto 17 degli ultimi 21 titoli nazionali.

C'è una bella differenza tra chi ha vinto due competizioni sinora in stagione, Supercopa e Copa del Rey, ed è stato finalista in Eurolega, di fronte a chi invece è a quota zero ed è sotto 4-2 nei confronti stagionali.

Finale o grande delusione, certamente, senza dimenticare che lo sport è vittoria o sconfitta, e solo i più grandi sanno affrontare quelle due situazioni con la stessa faccia. Ricavandone forza, immediata o futura.

A Madrid aleggia il fantasma del 2014, quando dopo l'incredibile finale di Eurolega persa col Maccabi arrivò la caduta in finale di Liga proprio per mano del Barça, sì quel Barça che ha tanti dubbi, a partire da un Willy che sembra quasi fuori dalle rotazioni (poco più di 13' in due gare con Tenerife) e che va ripreso per i capelli.

Ma forse, senza stare a fustigarsi per quello che è stato, gioverebbe ricordare che queste due squadre sono state a lungo prima e seconda in Eurolega e che lo stesso Barça, nelle due occasioni in cui non ha potuto arrivare in fondo alle competizioni nazionali, lo ha fatto solo perchè ha trovato contro Madrid. Eccellenza contro eccellenza, dal Wizink Center ci aspettavamo questo ed in fondo abbiamo avuto conferma: due squadre di livello, ma una pare avere qualcosa di significativo in più e vince anche nettamente 97-78.

E' solo 1-0 ma ha un significato importante nell'indirizzo della serie e nella fiducia che trasmette, soprattutto verso un rivale che si interroga: se il Real fa canestro da tre esiste una chance blaugrana?

LA GARA

Il Real conduce per 38'14" in un contesto di grandi parziali. 24-14 i primi 10' con Campazzo e Tavares che sono quelli veri, lontani parenti di quelli di domenica a Berlino. In realtà anche la difesa blaugrana è ben diversa da quella del Pana.

Altro parziale, questa volta ospite, ed è 33 pari dopo 2 liberi di Abrines quando mancano 2'46" alla sirena di metà gara. Mini scatto "blanco" e 44-36 all'intervallo.

Quello che era un parzialino diventa un parzialone e si arriva al massimo vantaggio interno sul 61-38, che vuol dire 28-5 da quella parità.

Il Barça non molla spinto da Lapro prima e Ricky poi, chiudendo a meno 10 il terzo quarto. Quando la soglia psicologica della doppia cifra viene abbattuta da Parker ecco che arriva lo show di Llull: 3 triple di fila, intervallate solo da due punti di Willy, poi una quarta a sancire l'84-69 ed il "game, set and match". Il finale è scritto, Madrid va e riprende un cammino che ha conosciuto solo 28' neri da settembre. E' così, è la magia e la maledizione delle Final 4.

LE CHIAVI

I rimbalzi difensivi, dato nel quale le due squadre sono state le migliori dell'intera lega, dicono 28-21 Real.

Lo stesso Real che ha sbagliato poco da due (59%) in stagione contro un Barça che ha brillato dall'arco (oltre il 40%): le retine della capitale questa sera hanno detto che le "merengues" confermano il dato al 60%, mentre i catalani sparacchiano male da tre, al 18%, percentuale con cui non si vince a questo livello.

La difesa sul "pnr" madrileno è stata un buco nero per Grimau ed il duo Campazzo-Tavares ha fatto il vuoto.

Ogni volta che il Barça ha provato a riavvicinarsi è arrivata la reazione del Real, ripercorrendo un po' la traccia della serie Playoff di Eurolega con il Baskonia.

L'impressione è che, seppur psicologicamente colpiti da Berlino, i "blancos" siano sul pezzo, mentre i "blaugrana" sono parsi vuoti. Che poi ci sia una profonda differenza tra le due squadre non è certo novità di stasera.

MVP

La coppia, già citata, Facu-Edy. 20 e 10 assist con due soli errori dal campo per 32 di valutazione in oltre 27' sul campo per l'argentino, 18+15 con 8/9 al trio e 35 di valutazione per il capoverdiano, sul parquet 32'21".

Se l'asse play-pivot madrilena è questa il Real non si batte.

Sergi meriterebbe altrettanto per quelle 4 triple da campione nell'unico momento un po' complicato, Yabusele è sicurezza, ma in genere convince la squadra, come quasi sempre da nove mesi.

Nel Barça, come detto, qualcosina da Laprovittola, cose interessanti da Rubio, ma poco altro. Willy al solito impalpabile, servirebbe Vesely che invece è da 2/7. Benino Da Silva, ma ci vuol ben altro.

Chus Mateo parla di «buon lavoro ma serve continuare su questa strada» nonché sottolinea «un pubblico che ci ha accolto alla grande riconoscendo il nostro percorso nonostante Berlino», Llull apprezza la «reazione psicologica positiva, sapendo che nello sport si vince e si perde», mentre Grimau non trova nulla di buono nella prova dei suoi. Non poteva essere altrimenti.

Si torna in campo venerdì sera, sempre sul parquet della capitale, prima del tardo pomeriggio catalano di domenica. L

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