Paris 2024 #7 | La grande bellezza teutonica, la pazza rimonta serba e la rinascita della Francia
Paris 2024, quarti di finale. Due gare più o meno equilibrate, una che è match di cartello (sì, Francia-Canada) e un'altra a pronostico chiuso.
La prima sfida delle 11, GERMANIA-GRECIA, vede la squadra che meglio ha giocato sino ad ora contro un avversario assai insidioso che ha tenuto testa a Canada e Spagna, e battuto l'Australia. Non certo un grande premio per i teutonici che hanno stravinto il proprio girone.
Detto, fatto. Gli ellenici partono forte e mettono subito la partita in salita per i campioni del mondo che devono recuperare il -12 del primo quarto. La partita è bella, fisica, rapida, con poche pause; si tirano pochissimi liberi. Siamo ancora testimoni di uno dei grandi pregi della Germania: il non smettere mai di proporre la propria pallacanestro anche dopo qualche momento di sfasamento. E, infatti, all'intervallo l'equilibrio è ristabilito.
Gordon Herbert schiera costantemente il doppio lungo, Giannis è raddoppiato, la Grecia è pesantemente sfidata al tiro e i teutonici non sbagliano più una singola scelta. Il parziale di secondo, terzo e quarto periodo dice 65-42 complessivo per il 76-63 finale. Il quintetto con Schroder-Wagner-Bonga e due lunghi a scelta ha ammazzato la partita: difesa impenetrabile e attacco intelligente e spaziato. Il più grande spettacolo è ancora Franz Wagner: 18 punti e, nonostante l'1/6 dall'arco, una meraviglia continua del parquet. Decisivi i lunghi tedeschi e Isaac Bonga (triple decisive e tantissima difesa).
L'Olimpiade della Grecia? Giannis troppo solo e troppa carenza di tiratori. La Germania continua a volare e a inseguire l'ennesimo podio.
Ed il ritornello è sempre lo stesso: di solito le nazionali non giocano benissimo ma i tedeschi sono eccezione assoluta.
E' cresciuto un movimento grazie all'organizzazione ed alle regole nella lega nazionale, al lavoro sui giovani che ha portato pochi giorni fa il titolo europeo U18 dopo che due anni fa era arrivato il trionfo nell'U16 div.B, alla forza di fare programmi pluriennali senza la cultura del tutto e subito. E pensare che nel 2017 qualcuno in Italia rideva dei teutonici ed oggi crede ancora di essere di un altro pianeta...
Giusto il tempo di uno spuntino ed è tempo di SERBIA-AUSTRALIA, gara che sceglie l'avversaria di TEAM USA in semifinale, a meno di improbabilissimi ribaltoni nell'ultimo quarto della sera.
I serbi sono parsi migliori globalmente ma ora si gioca senza domani quindi potrebbe cambiare tutto. Ed in effetti sembra di stare su un altro pianeta sino al 44-20, dopo 13 minuti. I serbi paiono dei gitanti ed i Boomers non sbagliano mai con un Patty Mills (20 nei primi 20') in formato cinque stelle extra lusso. Tutto finito? Neanche per sogno, l'Australia torna quella a tratti farfallona, Avramovic sveglia i suoi ed a metà gara siamo già a meno 12.
Il terzo quarto è un monologo balcanico che potrebbe anche finire con un divario incredibilmente più ampio per la squadra di Pesic. Rieccoci su un altro pianeta... Da qui in poi ci provano tutti, ma proprio tutti, a non vincere.
Entra in gara Bogdanovic, sino a lì quasi dannoso, ma soprattutto appare Vasa Micic, il Vasa che noi innamorati di Eurolega abbiamo imparato ad amare da tempo. Via la ruggine NBA, ecco il campione, ma le gambe torneranno a mancare. Sull'81-80 serbo sbagliano tutti: Micic, Giddey, Bogi, Mills e Joker prende un rimbalzo importantissimo.
Bello giocarsela con il pnr Micic-Jokic... Fallo di Landale, Micic in lunetta sbaglia il primo e mette il secondo. 9 secondi ed 8 decimi, palla a Mills e compagni. Timeout e poi tirerà lui? Pesic doppia il timeout e si toglie la possibilità di avrei uno dopo eventuale cesto australiano. Altra stranezza dopo Scariolo col Canada. Chiederemo alla prima occasione.
Segna Mills con un capolavoro in faccia a Jokic, pareggio. Ecco la frittata a firma Svetisalv Pesic che con 1 secondo e 4 decimi avrebbe potuto portare palla avanti ma così di fatto si è tolto ogni chance. Nella panchina serba non ci ha capito nulla chiunque vi fosse seduto. Saremmo alle Olimpiadi...
Overtime. Confusione totale, palle perse (non è stata una gara tecnicamente eccelsa: 18 e 20 perse rispettivamente appunto, tanti errori in lettura; si è giocato spesso sugli errori altrui), ma alla fine Nikola Jokic mette la zampata finale, con un canestro in fade-away e la Serbia, dopo aver visto il baratro, emerge e stacca il biglietto per la semifinale. Partita più pasticciona che bella, con due squadre che hanno continuato a mostrare alti e bassi. Questa Serbia può davvero impensierire team USA?
Si finisce ben oltre le 16.30, il tempo per una siesta ed è big match CANADA-FRANCIA. Di sorprese e blackout ne abbiamo già avute abbastanza, no? Invece, la squadra che credi in difficoltà (la Francia) inizia con una determinazione incredibile guidata da Yabusele e il virtussino Cordinier, mentre il Canada è irriconoscibile, fa 3/15 dal campo nel primo quarto e chiude sotto di 13 punti dopo 10 minuti. Se non avessimo avuto abbastanza, ecco un po' di ulteriore dramma.
E' una Francia totalmente diversa rispetto a quella che abbiamo visto in queste Olimpiadi: ha la faccia famelica, è caparbia, vuole vincere. Qualcosa è scattato? Forse sì. I canadesi continuano ad essere fuori giri, l'attacco è spaesato e la difesa è puntualmente punita dal metro arbitrale: 25 liberi tentati dai francesi in due quarti! Gobert a margine delle rotazioni, Wemby e Lessort insieme: ecco una delle chiavi. E' +16 all'intervallo: il Canada deve essere perfetto per rientrare.
Al rientro dagli spogliatoi la Francia rimane allacciata e non permette ai canadesi di prendere ritmo: Shai e compagni ci provano - soprattutto la stella di OKC che, con i sui 27 punti, predica nel deserto -, ma non è serata. Ci risiamo, quindi: il Canada rimane incompiuta. Sembravano i candidati numeri uno per battere gli USA; escono ai quarti di finale. Qualcuno ha visto Jamal Murray?
Indicazione dalle panchine? Jordi Fernandez ci ha capito poco, ma veramente poco. Nessun aggiustamento o cambio di strategia di fronte a Collet. Appunto, non Phil Jackson.
Che dire della Francia? Nessuno si aspettava questa prestazione; noi per primi. I francesi, in qualche modo, hanno fatto click. Collet ha capito che doveva cambiare qualcosa e lo ha fatto: ha messo i veterani ai margini delle rotazioni (De Colo e Gobert) e ha dato spazio ai giocatori più affamati. Yabusele e Cordinier - se il virtussino continuerà a tirare così bene dall'arco Luca Banchi può leccarsi i baffi - sono stati i due migliori in campo; poi, il separato in casa, Evan Fournier, segna i canestri che determinano il finale con tanto di tripla da 11 metri che sigilla la vittoria (82-73).
Cordinier, Lessort e Yabusele: vuoi vedere che i protagonisti di Eurolega funzionano meglio di altri a livello FIBA?
La Francia torna così pericolosa. Questo assetto funziona; l'atteggiamento ancora di più. Il rematch in semifinale con la Germania sarà tutto da gustare.
USA-BRASILE, che dire? Poco più che un'amichevole per gli Stati Uniti. I sudamericani erano di gran lunga la squadra meno attrezzata per i quarti di finale. E non avevano né uomini né talento né numeri per poter anche solo infastidire gli americani.
Non c'è mai partita. La squadra di Kerr uccide la partita già nel primo quarto, vola sul +30 e l'incontro diventa presto un'esibizione. 87-122 il risultato finale: 18 di Booker, 17 di Edwards, 14 di Embiid, 13 per Davis, 12+3+9 per LeBron. C'è spazio per tutti in una serata senza sussulti. Ora ci sarà un altro rematch, quello con la Serbia, che deve trovare contromisure migliori rispetto alla gara dei gironi e ripartire dal secondo tempo giocato oggi con l'Australia.