Baskonia, culla del basket che delude in patria: dove sta la verità?
Baskonia alle prese con una stagione in chiaroscuro: Eurolega notevole, clamorosi crolli in patria. Ma qual è la realtà di Vitoria?
A cura di Davide Trebbi.
Viaggio nel mondo Baskonia, da culla del basket ad un Eurolega che conta ed una Spagna che delude.
Saski Baskonia i segreti di una realtà dove niente è lasciato al caso. Non è facile fare ottime annate sportive, in una città di 256.000 abitanti in un posto molto isolato nel nord della Spagna e scontrarsi da sempre con la lingua e l'appartenenza ad uno stato. Ma questa sfida è quello che affronta ogni anno il Baskonia di Vitoria-Gasteiz. Si, perché in spagnolo è Vitoria ma in basco è Gasteiz, ed occhio una volta là a non menzionarlo. Fin da questo capite che è una piccola realtà dove non manca il coraggio. Ogni giorno Davide contro Golia, dove appunto i Golia ci sono sempre ti aspettano e bramano nella voglia di batterti, così diventa difficile imitarli. Partiamo però nel descrivere le basi di questa società partendo dalla proprietà: nel 1987 viene siglato un accordo con Taugres e Tau Ceramica come sponsorizzazione ma insieme a questa viene nominato un nuovo presidente: Josean Querejeta, giocatore con un passato al Real Madrid ma principalmente a Vitoria, appena ritirato che diventa il nuovo volto della società. Competenza e conoscenza come proprietà ma è solo questo? Lo chiediamo al famoso giornalista spagnolo Chema De Lucas che ringrazio personalmente per l’opportunità data.
Qual è il segreto del successo di questa piccola realtà come il Baskonia? "Il Baskonia è stato un pioniere, un club avanzato nell'era dello scoutismo. E la chiave è Alfredo Salazar, direttore tecnico del club. Negli anni ’90 andò in Argentina e da lì portò talento. La sua prima recluta fu Marcelo Nicola. Dopo di ciò, ad esempio, hanno potuto ingaggiare Nocioni o Thiago Splitter, che è arrivato a Vitoria all'età di 15 anni.”Alfredo Salazar a Vitoria-Gasteiz è un eroe locale, appena settantenne è l’uomo dietro al successo di questa realtà.Vecchia scuola, giramondo e famoso per non lasciare nulla al caso
“Alfredo è stato molto sobrio e discreto e ha cercato di non avvicinarsi troppo a noi. Per quanto possibile, ho cercato di parlargli, di avvicinarmi, di commentare per vedere cosa stava succedendo, com'era l'Europa... Ma Alfredo era molto controllato e non poteva dire molto” così Marcelo Nicola su di lui. “Alfredo quando l’ho incontrato (in Argentina ndr) era molto meticoloso e cercava sempre di informarsi, anche dove dormivo, perché voleva assicurarsi il mio si” “Ciò che non perdonerò mai ad Alfredo Salazar è il modo in cui ho firmato il mio contratto. "Stava partendo per un viaggio da qualche parte e sul cofano di un'auto mi fece firmare il mio primo glorioso contratto in Europa” così Andreas Nocioni ricorda ridendo.
Così Salazar ricorda l’affare Splitter “Sono andato con l'idea molto chiara che c'era un ragazzo, che non avevo visto fino ad ora, ma avevano già cose su di lui. Nel momento in cui l'ho visto fare la 'ruota', non ho esitato un minuto. “Sono andato dritto per lui, non c’era una seconda opzione o altro, sono andato dritto".
Una proprietà competente e uno scout eccellente in un campionato dal 1991 dominato e vinto quasi sempre da Real Madrid e Barcellona, ma quattro di quelle sette volte fatto dal Baskonia. Senza dimenticare nella loro storia le due finali d’Eurolega contro la Kinder Virtus Bologna 2001 e Maccabi Tel Aviv nel 2005, sei coppe di Spagna, 1 coppa Saporta.
Il palazzo dove giocano è dal 1990 sempre stato la Fernando Buesa Arena, inizialmente da novemila posti ma dall’aprile 2012 sono diventati quindicimila aggiungendo un anello in più in altezza. Palazzo estremamente verticale come composizione, la curiosità è che il vecchio tetto è stato spostato nella zona parcheggio affianco all’impianto.
Ma è solo scouting il successo della squadra basca?
Chema De Lucas: "L'altra chiave del Baskonia, la capacità di reinventarsi. Il Baskonia scopre talenti e squadre più grandi come il Barcellona o il CSKA acquistano tramite corposi buyout i giocatori. Ad esempio: Ramón Rivas, Nicola, Roko Ukic, Pete Mickeal, Marcelinho Huertas, Brad Olson, Maciej Lampe, Tibor Pleiss, Adam Hanga… è stato venduto dalla squadra basca alla squadra catalana. Dopo la mancanza di questi grandi talenti, sono sempre riusciti a trovare nuovi giocatori: Mike James, Shane Larkin, Markus Howard…”
Spendi meno ma con ritorni economici e poi con coraggio ricomincia per riprovare a vincere fino al prossimo buyout, non è solo quindi un successo sportivo ma anche economico però difficilissimo viste le condizioni da replicare.
Perché la forza di questa squadra è anche il luogo dove gioca, una città tranquilla, isolata da tante cose, dove appunto chi arriva è nelle condizioni di pensare solo ed esclusivamente alla pallacanestro: per riscattarsi e per migliorarsi.
Perché non saranno mai come Real Madrid o Barcellona, ma non vuol dire che smetteranno di provarci.
Questo è il Baskonia, questa è la realtà di Vitoria dove si affronta un'estate complicata dopo che in Eurolega si è meritatamente partecipato al grande ballo dei Playoff, mentre in patria si è mancato l'accesso sia alla Copa del Rey di febbraio che agli stessi Playoff che partono domani sera. Trattenere i talenti pregiati, cercare sul mercato nuove soluzioni di "scouting", confermarsi in Europa senza poter più fallire in Spagna sono le fide delle prossime settimane.
Che Baskonia ritroveremo al via della stagione 2024/25?
(Foto di Alessio Torri)